Nel web si fanno incontri straordinari, nel web ho
conosciuto questo nuovo autore italiano, con un cognome simile a quello di un
calciatore celebre nel Catanzaro di alcuni decenni fa. E non è certo un caso.
Ha scritto un romanzo particolare, ambientato in buona parte nella sua
Calabria, Blocco 52 – Una storia
scomparsa, una città perduta, dato alle stampe per l’editore Rubbettino. Blocco 52 racconta la vicenda di un
dirigente del PCI, morto assassinato negli anni Sessanta, quelli del boom,
quelli di un’Italia che da paese agricolo si trasformava in una scoordinata
realtà industriale.
Blocco 52
avanza piacevolmente attraverso brevi ma incalzanti capitoli dedicati ai vari
protagonisti dell’intreccio, dal 1965 ai giorni nostri, mischiando le sue
pagine con quelle polverose dei registri dei tribunali e quelle asettiche e più
fresche del web. In entrambe, su Lugi Silipo e la sua triste fine, si trova pochissimo.
Ecco perché, dopo aver letto questo romanzo, mi è venuta voglia di parlarne poi
con l’autore, uniti tramite mail dal profondo nord al profondo sud. Lou Palanca
mi ha rivelato molte cose, sul protagonista della vicenda e non solo. State a
sentire …
“Blocco 52 -
Una storia scomparsa, una città perduta”. Come è nata l’idea di scrivere un
romanzo su di una storia così nascosta? … In Italia i misteri sono tanti, ma
sono almeno conosciuti, questo era perduto … lo dice il titolo, te ne accorgi
leggendo il libro. Da dove salta fuori?
Salta fuori per caso, dal racconto di qualcuno che ne
serbava una piccola traccia di memoria. L’idea di scrivere è nata proprio
perché una storia che per una città come Catanzaro sarebbe dovuta essere
clamorosa (il primo omicidio dopo più di
un quarto di secolo, tante piste, nessun colpevole) viene completamente
rimossa. Inizialmente pensavamo di
scrivere una sorta di inchiesta, ma in poco tempo comprendiamo che le corde del
romanzo, nel quale mescolare vero e verosimile, sono molto più consone a
raccontare quella storia.
Raccontate di un assassino di un dirigente
politico del PCI calabrese, dimenticato. La domanda che sorge: è vero, o
completamente inventato? Se cerchi in Internet non trovi nulla, o poco … come
del resto si legge ad un certo punto nel libro. E gli altri personaggi? Veri?
Inventati? …
La
vicenda dell’assassinio di Luigi Silipo è pura storia, dopo essere stata per
qualche tempo cronaca viva. Silipo, quando il primo aprile del 1965 viene
ucciso, ha 49 anni, è il presidente regionale della Alleanza dei Contadini, ma
negli anni Cinquanta era stato membro del comitato centrale del Pci, il più
esclusivo “club” della sinistra italiana dell’epoca, uscita dalla clandestinità
della cospirazione antifascista e ispirata al modello organizzativo leninista.
Degli altri personaggi sono veri, altri inventati, qualcuno ispirato a persone
esistenti, altri solo raffiguranti tipi umani di cui volevamo parlare. Vivono
in epoche diverse, parlano linguaggi differenti.
C’è un assassinio, raccontato
all’inizio e alla fine, e in tutto il romanzo si sente che dovrà succedere. Ma non è un giallo. L’assassinio rimane
misterioso, ci sono solo varie ipotesi, legate alle passioni di Luigi Silipo,
non solo politiche. L’impressione è che dell’assasino non vi importi. Insomma,
meglio il viaggio che la meta …
Nelle
presentazioni del libro amiamo dire: abbiamo cominciato a scrivere per indagare
le ragioni della morte di Silipo e siamo finiti a ricercare le ragioni della
sua vita. In primo luogo la storia dei suoi ideali che lui, figlio di una
famiglia borghese, aveva abbracciato declassandosi. Ma abbiamo voluto provare a
descrivere anche la storia che si muoveva intorno, a livello globale e locale,
nella città che a metà degli anni ’60 incominciava a conoscere grandi
trasformazioni urbanistiche ed a diventare qualche anno dopo capoluogo di
Regione. La meta è stata senz’altro il viaggio stesso del raccontare.
Come sono state le reazioni di
critica e pubblico? … e della politica? Avete fatto anche delle presentazioni
un po’ in giro. Dove e come si sono svolte? Ne farete altre?
Le
reazioni alla lettura del libro sono state molto positive, talvolta in misura
tale da risultare quasi imbarazzanti. E’ sorprendente notare come i lettori ci
vedano di tutto, da Pasolini a Eco, dai film di Petri a quelli di Kurosawa!! Mediamente,
comunque, è risultato un libro gradevole e interessante. La politica ufficiale
non ha avuto molto da dire, mentre coloro che hanno vissuto quegli anni ci
hanno detto che abbiamo colto nel segno degli anni che abbiamo descritto.
Abbiamo già fatto una ventina di presentazioni, dapprima in Calabria, dallo
Stretto al Pollino, ora siamo sbarcati sia in continente sia in Sicilia. Tra
l’altro abbiamo fatto due presentazioni in contemporanea a Roma e siamo stati
al Salone Internazionale del Libro di Torino. Abbiamo già diverse altre
richieste, da nord a sud e questa estate sicuramente saremo presenti con una
forma di reading sulle coste calabresi.
L’editore del libro è Rubbettino.
Come vi siete incontrati? Come avete lavorato insieme?
L’incontro
con Rubbettino è avvenuto grazie a Filippo Veltri ed Enzo Ciconte, che hanno
avuto modo di leggere la nostra opera in anteprima. Abbiamo lavorato molto
bene: Florindo e i suoi sono persone molto disponibili, un bel gruppo, una
realtà calabrese della quale andare orgogliosi.
Ho trovato “Blocco 52” un romanzo molto adatto al
cinema. Una storia d’Italia dove si intrecciano bene amore e odio, personale e
politico, grandi avvenimenti storici e piccole miserie. Ve lo immaginate un
film tratto dal vostro libro? Da quale regista? Italiano? Straniero? …
Come accennavamo prima anche altre persone hanno
rilevato questa adattabilità del libro ad un racconto cinematografico, per cui
abbiamo cominciato a pensare che la nostra opera possa trovare una
rappresentazione di quel tipo. Il regista più adatto a trasporla sarebbe
probabilmente un italiano, magari uno della nuova leva, come Crialese, bravi
tecnicamente, ma intensi dal punto di vista narrativo. Luigi Silipo lo potrebbe
interpretare bene Turturro, sia per le fattezze somatiche, sia per la sua
abilità nel parlare l’idioma catanzarese.
Lou Palanca è
un nome collettivo, sveliamolo, non a caso ho posto le domande al plurale. Come
mai Lou Palanca?
Come è nato, e come si è “diviso” i compiti? Avete avuto qualche punto di
riferimento? Questo è il suo primo romanzo. Ne scriverà altri?
Lou Palanca si ispira un po’ alla storia dei Wu Ming,
il collettivo di scrittura ad oggi più famoso, che inizialmente portò il nome
di Luther Blisset, un calciatore come Massimo Palanca, grande ala sinistra del
Catanzaro degli anni ’70 e ’80, un mito del calcio che non c’è più.
Ai Wu Ming e al loro manifesto del New Italian Epic
siamo debitori non solo di un approccio letterario, ma anche politico, la
letteratura, i conflitti, la lotta. I compiti sono stati divisi sulla base dei
personaggi da narrare, ma non sono mancate incursioni degli uni sul terreno di
scrittura degli altri, qualcuno non ha scritto, ma ha revisionato la scrittura.
L’esperienza ci è piaciuta, per cui abbiamo già in cantiere storie che meritano
per noi di essere raccontate.
Un altro libro dell'estate 2013 da portarsi in valigia (o anche a casa, se come me non andate in vacanza).
RispondiEliminain pasto all'alligatore..allora siamo tra buone "fauci"!
RispondiEliminaSicuramente un libro interessante di questa nostra Italia , che , anche a seguito della tua intervista, va avanti, monotona senza cambiare , anzi cambiando in peggio...
RispondiEliminaUn vero peccato!
Cio adorato ALLI...fai buone vacanze!::::))))
Un altro libro sulla mia lista dei desideri. Dell'autunno. Bell'intervista, bravi tutti.
RispondiEliminaEcco il libro del mese di agosto...bell'intervista. Interessante, sempre ottimi stimoli Alli.
RispondiElimina@Cirano
RispondiEliminaLe migliori :)
@Nella
Grazie, nel mio piccolo cerco di farla deragliare da questo brutto percorso ... è la mia missione. Buona estate (grazie per l'augurio, le vacanze le ho già bruciate, ma cerco di divertirmi lo stesso ...).
@Elle
Un bel desiderio, mi auguro si avveri...grazie da parte mia.
@Sole
Grazie, sì, un altro libro da leggere assolutamente ...
Buon fine settimana!
RispondiEliminaBacio
Oh, grazie, anche a te.
RispondiEliminaSempre cose interessanti qui da te e sempre diverse caro Ally. Baci
RispondiEliminae auguri per l'autore e che ci siano sempre lettori appassionati.
Grazie Felinità, anzi miaoooouuu! ;)
RispondiEliminaChe bella scoperta!
RispondiEliminaGrazie, Diego!
Grazie, sono un vero esploratore, metto pure il caschetto con la torcia ;)
RispondiEliminaHo letto il post e l'intervista con grande interesse..
RispondiEliminaAl punto che mi è venuta la voglia di leggerlo, questo libro.
Grazie Mr Hyde per l'attenzione, e sì, è un libro da leggere assolutmente. Ci credo anche in questo romanzo ... altrimenti non ne avrei scritto.
RispondiEliminaUn libro di sicuro di grande spessore sociale e civile.
RispondiEliminaCaro Adri, hai trovato le parole giuste per sintetizzarlo alla perfezione ...
RispondiEliminaletto! e consiglio di leggerlo!
RispondiEliminaL'irrealtà della verità, come spesso accade in Italia...
Certo che Silipo e il fratello minore di mio nonno sono identici!!!!
Grande Sole, hai visto che libro? hai ragione, da leggere assolutamente, speriamo che la blogsfera smuova le acque melmose della nostra letteratura... dici fisicamente?
RispondiEliminaGrazie @Sole Grazie Alligatore...il libro cammina proprio grazie alla rete, siamo alla seconda edizione e l'editore ha fatto anche l'ebook!
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