Volevo assolutamente vedere questo film, perché mi era
piaciuto un sacco il precedente di Giorgio Diritti, L’uomo che verrà, perché mi
piace un sacco Jasmine Trinca, splendida trentenne diversa da tutte. Questo
pomeriggio era l’ultima occasione (o la penultima) così mi sono fiondato al
cine. Ho fatto bene, il film non ha deluso le mie attese, cancellando i miei
timori fosse semplicemente mistico e trascendentale. È invece molto concreto e
terreno, pur essendo un film di un cattolico, con suore tra le protagoniste,
anche se non principali.
Nella parte iniziale si sente la forza e la grandezza della natura. Vedi quanto siamo piccoli, come ci si perde dentro l’immensità di un fiume amazzonico, dove la protagonista cerca di far ripartire la propria vita. Guida il barcone Augusta, per dimenticare un figlio perso, e uno stupido marito che l’ha lasciata perché non potrà più avere figli. Accanto a lei una missionaria alla ricerca di anime da convertire, con benedizioni, santini, statuine, e progetti di megastrutture. Ma questa attività da “professionisti della fede” non fa per Augusta, che abbandonerà la religiosa per condividere la vita con i baraccati di Manaus.
Il film narra, senza voler dare risposte o salire in
cattedra, lo sviluppo del Brasile. Vedi i grandi gruppi industriali, che
cercano, con la mediazione della politica, di snaturare il territorio, passando
da una vita povera, di comunità, al progresso industriale alienante. Errore
fatto da noi nel passato, ora riproposto nei grandi del sud (Cina, India, e,
appunto, America Latina). Qui la storia si fa intricata, la piccola comunità
viene corrotta dalle ambizioni, e con le buone o le cattive (rapiscono un
bambino e fanno credere sia morto nel crollo di una casa sul fiume), cercano di
far distruggere le baracche, per costruire nuove città. Lavori nell’edilizia,
al posto di lavoretti da sottoproletari, per avere linde casette proprie con il
televisore. Anche da qui Augusta se ne andrà, vagando per il fiume con una
barchetta e perdendosi, forse in un viaggio onirico, sulla spiaggia dove
ritroverà il bambino (forse è solo un sogno). Lo dico perché è ininfluente
saperlo o meno, la pellicola va oltre le spigolature di una trama. Anche questa
la sua forza.
C’è pure una parte italiana in Un giorno devi andare, ambientata in un
convento trentino, tra la neve, in contrasto con le spiagge assolate (mai da
cartolina), del Brasile. Da quel convento è partita la missionaria, e tra le
suore si aggira la madre di Augusta, per avere notizie della figlia. Bello
nella parte finale, il fatto che una ragazza brasiliana si occupi della nonna
malata di Augusta, mentre lei è alle prese con problemi della comunità di
Manaus, e poi a perdersi/ritrovarsi in mezzo alla sabbia sul grande fiume,
mentre la ragazza brasiliana si perde/ritrova in mezzo alla neve e nelle città
di Trento.
Un film di donne, sì molte donne protagoniste importanti,
come non vedevo da anni: Augusta, la missionaria, la madre e la nonna di
Augusta, le suore del convento trentino, le ragazze povere di Manaus, la
ragazza brasiliana in trentino … gli uomini hanno ruoli di contorno, tra
affaristi senza scrupoli, preti imprenditori, qualche bullo. Insomma, pessimi, a parte, forse, il radiocronista della baraccopoli.
Ci sono delle scene molto originali per il nostro cinema, di
quelle scene che restano, scene da antologia si direbbe, poco viste nel cinema
italico degli ultimi anni. È questa una grande dote di Giorgio Diritti, saper
osare: dall’immensità della natura a dei finti angeli giganti, quasi
felliniani, e poi surreali partite a calcio commentate da un telecronista di
una radio locale, voce dell’intera comunità, Augusta a suonare i piatti con
tutti i bambini dietro felici, Augusta e la sua barchetta sotto la pioggia,
oppure Augusta a rosolarsi al sole, lontana da tutti. Cinema quasi muto, con
Jasmine Trinca a dare il meglio proprio in queste scene, come poche altre attrici, forse
nessuna in Italia. Sì, una splendida trentenne, mistica e sensuale.
I viaggi alla (ri)scoperta, i ritorni, gli incontri determinanti e anche quelli mancati per un pelo, al femminile o no, offrono sempre ottimi spunti di riflessione ;) Anche se al Brasile non penso mai, troppo caldo, sarei piu` per Trento sotto la neve. Il nome dell'attrice non mi e` nuovo, e in realta` nemmeno quello del regista.. Conoscendo Berlino penso che potrebbe capitarmi di vederlo!
RispondiEliminaChe bella la trama di questo film, ed è molto bello e coinvolgente il modo in cui ne parli..si sente che ti è piaciuto. Nelle sale cinematografiche qui, nei dintorni, non l'ho visto in programmazione. Peccato.
RispondiEliminaSarei stata curiosa di vedere il Brasile raccontato in questo film..un Brasile che non è solo turismo sessuale pedofilo e corruzione.
Grazie per questa recensione. Buona domenica :**
Questo me lo segno di sicuro, anche perché mi fido di te. Quanto a Jasmine, a giudicare dalla foto lassù non dev'essere difficile innamorarsi di lei... (ma sei arrivato prima tu, e quindi te la lascio... :D)
RispondiEliminavisto ed apprezzato moltissimo...sono realtà che pochi conoscono, eppure esiste anche questa faccia di tanti giovani alla ricerca di senso alla propria vita.
RispondiEliminaciao
@Elle
RispondiEliminaPer me il Brazil è un sogno, fin dal film di Terry Gilliam, e il clima per me sarebbe perfetto, clima da alligatori. Se un giorno facessi un viaggio lungo potrebbe essere lì... Trento la conosco molto bene, avendola girata molto in bici, il modo migliore per conoscere un luogo. Potrebbe essere un film per Berlino? Lo spero...
@m4ry
Sì, il Brasile è sullo sfondo, più che il Brasile si sente il sud del mondo che sta cambiando, assomigliandoci troppo. Spero di aver trasmesso qualcosa del film, il classico film da vedere, senza dire nulla (in giro ho letto rece troppo banali, moraliste, spero di non averne fatta una così).
@Zio Scriba
Grazie per il "fidarsi di me" ... ma ancora di più per Jasmine ;)
@S.
Sì, è un film che mostra molte realtà a me sconosciute, lontane (ma anche no), dal mio mondo... anche per questo mi è piaciuto
conoscere realtà diverse dalle proprie, è sempre un bel conoscere.
RispondiEliminase poi questa conoscenza la confezionano in una degna pellicola (un tempo forse lo so) meglio ancora.
Ally c'ho un rapporto combattuto col cine, meglio che lo scarico, così dormo comoda sul divano (io in sala prendo sonno -quasi- sempre)..
Io invece non riesco proprio a vedere un film in tv, certe pellicole poi in tv non le riesco ad immaginare... l'immensità dei fiumi e della natura brasiliana, credo proprio non faranno un grande effetto in tv. Consiglio di vederlo vivo, cioè al cine, ma se proprio non riesci, anche in tv (solo perché al cine dormi e non lo vedresti).
RispondiEliminaNorma dice che è più forte di me: dormo.
EliminaTintinna il bicchiere di rum..alla tua;-)
@ Alli : NO..non è banale e tanto meno moralista..perché tu non lo sei, i tuoi pensieri non lo sono, e di conseguenza nemmeno le tue parole.
RispondiEliminaMi hai fatto riflettere su una cosa...mi hai fatto pensare all'Albania, nazione dove mi capita di andare spesso per lavoro..ecco, stanno diventando troppo uguali a noi e sai qual'è la cosa triste ?? Che quell'uguale a noi, purtroppo, riguarda assai spesso gli aspetti negativi..peccato..
Ciao :)
Grazie per il complimento, e sul discorso troppo uguale a noi = aspetti negativi, concordo, è questo che credo, è questo che si sente nel film. Il male nel nostro tempo deriva da una sistema occidentale che ha invaso tutto, appiattendo e impoverendo il pianeta, materialmente come spiritualmente.
RispondiElimina"L'uomo che verrà" lo conservo nel cuore nonostante la sofferenza di quelle immagini: un capolavoro.
RispondiEliminaPer la fiducia che ho in Diritti andrò a vedere anche questo, spinto anche dalle tue osservazioni. Nonostante abbia letto diversi pareri poco lusinghieri... "devo andare" è già in programma nei prossimi weekend nella mia saletta preferita a 200 m da casa.
Magnifica recensione, Al, in cui soffia, come nel film, il vento impetuoso dell'arte! E speriamo che il Brasile dei diseredati se la cavi!
RispondiElimina@Lucien
RispondiEliminaRicordo il nostro concordare su L'uomo che verrà capolavoro di Giorgio Diritti, al suo secondo film (mi manca il primo). Questo, pur non raggiungendolo, è un altro gran film, che mette in moto il cervello. Sì, i film di Giorgio Diritti, mettono in moto la testa. Le rece che ho letto, mettono in luce il lato buonista, francescano, come va di moda oggi... per me c'è qualcosa di più, anche nelle invenzioni di regia. E poi, era un film nelle corde di Jasmine Trinca, forse nel ruolo della sua vita.
@Adrian
Grazie, sempre molto buono. Già, speriamo che il Brazil dei diseredati se la cavi, trovando un altro modo di svilupparsi. In sudamerica ci sono delle belle teste lucide, perché riescano a trovare una nuova via.
Diritti è un regista strepitoso,che in Italia non conosce quasi nessuno.Preferiscono tutti Fabio Volo.Ci sarà un motivo per cui stiamo nella merda...
RispondiEliminaSi coglie che ti ha conquistato questo film, hai saputo riportare la novità che porta con sè, lo cercherò assolutamente. Miao
RispondiElimina@Blackswan
RispondiEliminaChe sia per questo? ... o forse il contrario, siamo nella merda perché nessuno lo conosce? E poi citi Volo, che qualcosa di bello ha fatto (non i libri, ma qualche film e trasmissione tv, mi è piaciuta, lo dico veramente).
@Felinità
Sì, direi che hai colto quello che volevo dire ... miao, miao.
ChaillR
Dormi? ... allora ne approfitto ;)
Alla nostra!
In qualche modo lo vedrò comunque, non sono riuscita, ma attirava pure me. E poi lei.. lei è strepitosa. Un bacio.
RispondiEliminaBrava Eva, concordo su tutta la linea: da vedere e lei sempre strepitosa...
RispondiEliminaBacio***
@ Alli : Anche a me sono piaciute alcune cose di Volo, sia film, che trasmissioni televisive..lo trovo talentuoso e per niente stupido..anzi.
RispondiEliminaComunque io ho anche letto tutti i suoi libri, e non li ho trovati malvagi..sono libri semplici che parlano di sentimenti e di rapporti. Una lettura piacevole e leggera. Bacini e buona serata :)
Sì m4ry, a me sono piaciute alcune su trasmissioni tv e ho trovato buoni alcuni suoi film. Sui libri non mi pronuncio, non avendoli letti, ma mi fido del tuo parere. Grazie, bacini e buona serata anche a te ...
RispondiEliminaVolevo proprio vedere questo film, anche se i trailer non sono molto accattivanti.
RispondiEliminaUn abbraccione
Vai, vai, io sono più accattivante di un trailer ;)
RispondiEliminaHo molto amato 'Il vento fa il suo giro' ma questo film non m'ha convinto e, ancor meno la Trinca, inespressiva e eterea, M'ha appesantito la parte 'mistica' che predica, senza perchè. Il clima depresso delle donne di S. Remedio, le preghiere stanche; il clichè della badante (anche se la preghiera del trapasso è forse una delle perle del film).
RispondiEliminaMeravigliosa, invece l'immensità del fiume e la possenza dei temporali; e la 'vera verità' della favela.
Devo ancora vedere Il vento fa il suo giro, ma ho trovato la Trinca perfetta nella parte, il ruolo della sua vita d'attrice. La sua recitazione "a togliere" credo sia perfetta, davanti all'immensità della natura, che tu giustamente hai trovato meravigliosa. Tutto questo in contrapposizione al pregare stanco (e per me vuoto) delle donne di San Romedio, o all'affarismo frenetico e senza scrupoli (e memoria storica), di chi impone trasformazioni sbagliate al sud del mondo.
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