È un grande onore avere ancora una volta Daniele
Tenca in palude, a distanza di poco più di un anno. Allora presentava Live for
the Working Class, il tour del disco Blues for the Working Class, con canzoni
dedicate alla crisi, agli operai, e in particolare alla spettacolare resistenza
e vittoria degli operai INNSE, uno dei primi momenti di questo tristo periodo. Ora
torna con un disco di canzoni nuove, come di consueto dedicate ai temi del
lavoro e del non-lavoro, di tutto quello che ad esso gira intorno: razzismo,
sessismo, l’emigrazione, l’umiliazione, una nazione che non c’è …come l’altra
volta il tutto targato Route 61 di Eramanno Labianca, label garanzia per la
vera musica del diavolo.
Del resto questo è il vero blues, capace di
confrontarsi con tematiche dure rinnovandosi andando alle sue radici. Anche
Alias se ne è accorto, e nel numero di un paio di settimane fa, dedicato proprio
al blues italico (fenomeno in crescita in tutta la penisola), Gianluca Diana ha
scritto “… con il suo Wake Up Nation, in cui le parole pesano in modo
importate, e attraverso il quale si viene portati in terre cariche di boogie e
ritmi urbani.” Dice bene, e per farvi capire ulteriormente, vi invito a vedere
il perfetto video diretto da Claudio Del Monte dell’emblematica Default Boogie
(ora tra i preferiti sul mio canale YouTube ALLYDIEGO clicca qua per vederlo). Cosa
aggiungere? Grande serata in palude … pronti?
...ready to go...
RispondiEliminaBenvenuto in palude Daniele :)
RispondiEliminaHai fatto un biuon viaggio?
RispondiEliminaCiao a tutti...sì grazie...il viaggio è sempre la parte più bella, dicono...
RispondiEliminaGià, più importante della meta ...
RispondiEliminaappunto...
RispondiEliminaChe dici, faccio partire la musica e vado con le domande?
RispondiEliminavai vai
RispondiEliminaOk, cd partito, e allora ti chiedo: come è nato?
RispondiEliminaCome è nato Wake Up Nation?
RispondiEliminaè nato dall’esigenza di raccontare I nostri tempi difficili, prendendosi le proprie parti di responsabilità nello sfascio, e sperando di far venire voglia alla gente che ascolta di alzare un po’ di polvere…che sarebbe anche ora...
RispondiEliminaMi piace ... e anche prendersi le proprie responsabilità, che indica già una strada per niente populista, che invece le responsabilità non se le prende, grida e basta...
RispondiEliminaMa dimmi, perchè questo titolo? ...anche se non è difficile da capire.
RispondiEliminabeh...le colpe non stanno mai da una parte sola, e se siamo "stati messi" in questa situazione, in qualche modo abbiamo permesso che accadesse, abbassando la guardia, facendo vincere l'isolamento e l'apatia, ad esempio
RispondiEliminail titolo è un’esortazione, un’invocazione quasi, alla Nazione, non intesa come somma di individui scarsamente connessi tra loro (se non virtualmente…), ma come entità con i suoi valori ed ideali, a svegliarsi da sola, quasi che gli individui di cui sopra non avessero le forze per aiutarla.
RispondiEliminaCerto, come è successo con alterni risultati nel nord-Africa, in Spagna, e in particolare negli States, con Occupy Wall Street...almeno questo mi viene di pensare, vista la lingua e la situazione di politica bloccata molto simile.
RispondiEliminaMa tornando al cd ...come è stata la sua genesi?... dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale.
RispondiEliminaSì, anche se quando penso ad una reazione non la penso necessariamente politica, ma sociale. Il primo passo è ritrovare il senso della comunità e uscire dall'isolamento, che è la cosa a cui proprio certa politica invece ci ha portato
RispondiEliminaL’idea è nata quasi consequenzialmente a Blues for the Working Class e al relativo tour, grazie anche alla gente che incontravi ai live e ti diceva “nel prossimo disco parlerai della crisi…?” e ti raccontava le sue storie, quasi che ci fossimo caricati con il disco precedente di una credibilità da spendere su questi temi. Credo l’avremmo fatto lo stesso, però ‘sta cosa ci ha fatto sentire più forti e convinti dei nostri messaggi. Poi musicalmente l’idea di fondo è stata quella di spostarci da un blues più “standard” a qualcosa di più contaminato e attuale, semplificando direi passare da Dylan, J.J. Cale, per dire, a Jack White e ai Black Keys.
RispondiEliminaCerto, come hai spesso fatto tu ... con tematiche sempre legate al lavoro/nonlavoro e quello che ruota attorno ...nelle vite degli uomini e delle donne.
RispondiEliminaTutto il lavoro è stato un cazzo di lavoro. Come è giusto che sia eh, ma io mi sono divertito di più a registrare Blues for the Working Class…qui è stato tutto un andare da esaltazione ad ansia a delusione a rabbia a speranza a esaltazione, a loop, per tutte le recording sessions. Proprio in virtù di quella ricerca di nuovi suoni e nuove soluzioni che non è stata proprio immediata. Un ruolo fondamentale l’ha avuto Antonio Cooper Cupertino, che ha prodotto con me il disco, nel tirare fuori questo lato “Jack White oriented” e farlo suonare al meglio.
RispondiEliminaQuindi musicalmente è stato un bel lavoro intenso ...
RispondiElimina... a cercare i suoni giusti.
RispondiEliminaE si sente, che è un disco, diverso, se posso dire, dai tuoi precdenti... musicalmente.
RispondiEliminamolto. gratificante ma intenso. ripeto, si tratta sempre di fare dischi eh, e nella vita c'è di molto peggio, però per descrivere l'esperienza Wake Up Nation in studio divertente è una parola che non userei...
RispondiEliminaMa torniamo a bomba: se il tuo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe?
RispondiElimina.. forse lo è ... anzi, tolgo il forse.
RispondiEliminasicuramente c'è un'impronta più personale. la Band suona con altri musicisti blues, tutti grandi artisti, ma l'approccio e i suoni che ci sono nel nostro disco e nel nostro live sono diversi e riconoscibili.
RispondiEliminaSì sì, togli il forse...hai ragione! Il disco è tutto sulla necessità di combattere per noi e per chi ci sarà dopo di noi. Per citare un mio amico che ha ascoltato il disco, il messaggio non è “combattiamo perché possiamo vincere”, ma “combattiamo perché ne abbiamo un dovere morale”. Anche se la vittoria non è per nulla scontata, anzi.
RispondiEliminaCiao a tutti, eccomi qui :)
RispondiEliminaVista la premessa il disco già mi piace.. pensavo giusto oggi al termine virtuale "condividere" che è un mostrare agli altri cosa si è fatto e, paradossalmente, staccandosi (isolandosi) di fatto dagli altri; e non più un "avere qualcosa in comune" che, tutti assieme, vogliamo difendere e che ci unisce al di là delle altre differenze che sempre ci sono.
Ciao Elle, benvenuta...
RispondiEliminaCiao Elle, grande entrata in scena questa sera ... piena di significati e convinta. Grazie, mi piace quello che hai scritto ...
RispondiElimina...di sicuro, tenere a bada individui distinti è più semplice che tenere a bada una collettività con degli ideali e valori comuni...questo va ricordato sempre quando la tendenza è a coltivare e salvare il proprio orticello..
RispondiElimina... si condivido quello che ha detto il tuo amico: “combattiamo perché ne abbiamo un dovere morale”. Anche se la vittoria non è per nulla scontata, anzi.
RispondiEliminaC’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero di “Wake Up Nation”? … che ti piace di più fare live? ... che è più vicino a quello che ha detto il tuo amico...
RispondiEliminaIl concetto di "dovere morale" è presente soprattutto in "What did you do?" dove un figlio chiede al padre cosa ha fatto (se ha fatto qualcosa) mentre tutto stava crollando. Io non ho figli, ma nella canzone mi immedesimo più nel padre, cioè in uno della mia/nostra generazione, e spero di avere una risposta da dare, un giorno...
RispondiEliminaPoi credo che Default Boogie, di cui abbiamo fatto il video, che peraltro sta avendo visualizzazioni oltre ogni più rosea previsione, sia il pezzo che sceglierei come “bigino” del disco; devo dire che live, non ho particolari preferenze, questo anche grazie al fatto che la band suona tutto alla stragrande (grazie ragazzi!)
Sì, sto proprio ascoltando What did you do? e pensavo le stesse cose che hai detto ... o quasi insomma.
RispondiEliminaSenti il discorso sull'impegno, sull'impegnarsi come dovere morale ... un pezzo molto blues classico, musicalmente.
RispondiEliminaecco, questo è un pezzo scomodo, che dovrebbe portare alla riflessione, anche con un certo fastidio di fondo...spero che questo succeda sul serio...
RispondiElimina... e su Default Boogie modestamente l'ho messo tra i preferiti del mio piccolo youtube e spero di contribuire a diffondere il verbo. Adoro anche Dead and Gone e Big Daddy ... altri aspetti della crisi come il razzismo e l'approfittare sessualmente di chi sta sotto, di chi è in difficoltà.
RispondiEliminaTra l'altro, molto bella l'idea, come sempre, di mettere i testi delle canzoni anche tradotti in italano, per chi non conosce l'inglese.
RispondiEliminaDead and Gone tra l'altro è la mia traduzione in inglese del brano La Stupidità di Fabrizio Coppola, che vi consiglio di ascoltare, come tutto il suo ultimo Waterloo (e pure quelli prima!). Su Big Daddy, beh, direi che c'è poco da spiegare...credo...
RispondiEliminaSì, spero sempre che le traduzioni riducano le barriere dovute all'uso dell'inglese. Per quello che è successo dopo Blues for the Working Class, l'esperimernto pare funzionare...
RispondiEliminaGià ... e ovviamente la title-track bella dura, tesa... perfetta.
RispondiEliminagrazie...tra l'altro è suonata in duo, batteria (e frattoir) e Diddley Bo, una specie di cigar box guitar a una corda sola, che suona il giusto rancido...
RispondiEliminaIl cd è uscito ancora con Route 61, di Ermanno Labianca, come il precedente “Live For The Working Class” … ormai possiamo dire è la “tua etichetta”?
RispondiEliminaSono contento di aver riconfermato il rapporto con Ermanno e Route 61, e strafelice del lavoro che hanno fatto e fanno per supportare il disco.
RispondiEliminaDifficile trovare realtà così, di questi tempi...
È una bella casa, devo dire che siamo soddisfatti entrambi e spero si possa andare avanti così per un bel pezzo.
Con me le traduzioni funzionerebbero alla grande :) Perché non so l'inglese, ma cantato ha un suono diverso dall'italiano, che dà quel tocco musicale in più. Non è per non farsi capire, però come dici a volte l'inglese è una barriera (le volte in cui i testi val la pena sentirli ancor più della stessa musica).
RispondiEliminaSì, qui i testi sono importanti, parole forti ... come la musica del resto. E comunque credo sia una buona cosa metterli sempre ...
RispondiEliminainfatti Elle! L'idea è proprio quella, mettendole nei libretti si fa passare comunque il messaggio senza rinunciare alla musicalità dell'inglese in questo genere specifico
RispondiEliminaIn copertina il volto di una donna che riemerge dall’acqua, una metafora esplicita. Come è stata scelta questa copertina?... chi è l’autore? È nata appositamente per il cd, o era uno scatto già esistente?
RispondiEliminaL’idea è di raffigurare il risveglio della Nazione, personificata nella donna. Nel retro copertina la stessa donna è sott’acqua, con gli occhi chiusi. Lo scatto è stato fatto appositamente per il disco, ed è di Claudio Del Monte (Frammenti Simili), che ha curato il progetto grafico e girato il video di Default Boogie, e ha fatto, per me, un lavoro straordinario. Con lui e Cooper, dire che abbiamo lavorato insieme è molto riduttivo, per il rapporto che si è creato con questo disco (e per Cooper, da Blues for the Working Class in effetti…).
RispondiEliminaSì, poi il fatto che sia in bianco e nero la rende molto libera nel tempo ... nel senso, potrebbe essere una foto del passato, di altre crisi... o di oggi, ed è di oggi.
RispondiEliminaSicuramente un bel lavoro di gruppo, che si sente e si vede ...
RispondiEliminal'idea di universalità nel tempo del disco, come se ci fosse un legame tra le varie crisi delle varie epoche è stata sempre un obiettivo, anche nei testi, e Claudio è stato bravissimo a fissarla in tutto il progetto grafico
RispondiEliminaInfatti, pensavo a questo, proprio a questo ...
RispondiEliminaCome e dove presenti/hai presentato l’album? …
RispondiEliminaSiamo in tour da Gennaio, le date (così come lo store, i contatti, i video…) le trovate aggiornate su www.danieletenca.com
RispondiEliminaAppuntamenti vicini, Zoagli il 13, Cento il 17, Leoncavallo Milano il 19...
Infatti, vedo un bel po' di date, come di consueto... ritorni al contatto diretto, al pubblico, che ti isipra...da seguire sui tuoi spazi web, per poi trovarti dal vivo.
RispondiElimina...che poi è l'essenza del fare musica...
RispondiEliminaPer finire: una domanda che non ti ho fatto, un appello, un saluto a qualcuno, qualcosa che non abbiamo detto o qualcuno che non abbiamo ricordato, da fare assolutamente … troppe cose?
RispondiEliminaSolo un grazie per lo spazio, e la speranza di vederti presto a qualche live.
RispondiEliminaE grazie a tutti quelli che hanno partecipato a questa serata...
Ultima cosa...nella presentazione citi giustamente l'articolo su Alias di due settimane fa...sabato scorso su Alias c'era la recensione di Wake Up Nation, e io non ho trovato il giornale...se qualcuno ne avesse una copia e mi facesse uno scan...grazie..
Grazie a te, certo, spero di risucire a vedere finalmente un tuo live ... e per Aliasi, ci penso io. Grazie Daniele di essere stato qui, e grazie ad Elle per i suoi interventi.
RispondiEliminaGrazie Alligatore!!!
RispondiEliminaUn abbraccio a tutti!!!!
Buonanotte e buonafortuna a Daniele Tenca.
RispondiEliminaGrazie a voi, buonanotte e buona musica :)
RispondiEliminaEcco fatto, ho scanerizzato e mandato Alias ... grazie Elle, buona musica a te ;)
RispondiElimina... e ho sbagliato, perché Daniele intendeva la rece uscita su Alias di sabato scorso. Tutto lavoro per nulla ;)
RispondiEliminaALLORA RINNOVA L'APPELLO
Qualcuno ha preso Alias di sabato scorso con la rece al cd Wake Up Nation? Mi può far avere la scanerizzazione che gliela giro? ... Grazie.
wow forti, non lo conoscevo...grazie, interessante scoperta
RispondiEliminaok ti ho scopiazzato la play list ;)
Sì, concordo sul forti, Daniele e tutti quelli che suonano con lui sono il forte giusto per i nostri tempi ... ma tu sai bene. Grazie a te. Scopiazza pure ;)
RispondiElimina:)
RispondiElimina