Per la prima volta in palude The Brain Olotester,
progetto musicale di Giuseppe Calignano, musicante di classe, giovane ma con
molte cose di valore alle spalle (tra le tante ricordo i Muzak, gruppo
compianto a livello internazionale, con il quale suonava ed ha fatto un demo e
un acclamato disco ufficiale). Ora, da qualche anno, si propone come intimista
one man band, e dopo l’omonimo esordio del 2008 è tornato con un nuovo grande
cd, Wash your blues away, uscito in marzo con I Dischi del Minollo, label di
autentico culto. Un album intimo e delicato, interamente dedicato, pensate,
alla moglie. Sì, alla moglie, e, ad ascoltarlo, credo sia una donna fortunata.
Undici tracce di folk psichedelico, dolci ma non
dolciastre, con voce maschile spesso intrecciata con quella femminile (Giuliana
Negro, Sara Cappai), ospiti di tutto riguardo quali Tommaso Cerasuolo dei
Perturbazione, Valerio Cosi, Giorgio Tuma, Nicolas Joseph Roncea (minolliano
come lui), i Diverting Duo e alcuni componenti degli Airportman. Questo per
dirvi quanto la definizione one man band sia limitante, possa trarre in inganno:
un uomo solo con la chitarra. The Brain Olotester è invece un grande gruppo,
con organi acidi e molti archi, trombe, il moog, il banjo, il mandolino, e
ovviamente un giganteggiare di chitarre (acustiche, elettriche …). Insomma, grande festa in palude anche questa
sera. … pronti?
Ci sono.
RispondiEliminaPerfetto ;) stavo per telefonarti
RispondiEliminaTe l'ho detto che sono imbranato!
RispondiEliminaNon mi pare, vai alla grande ...
RispondiEliminaSei ormai un blogger provetto ;)
RispondiEliminaEccovi!
RispondiEliminaIo ho iniziato ad ascoltare.. e ad invidiare la fortunata moglie.. Ciao a tutti!
Innanzitutto, grazie per avermi invitato.
RispondiEliminaGrazie a te di aver accettato.
RispondiEliminaCiao Elle, ah, ah, ah, è verissimo.
Be', già che ti vedo ambientato, faccio partire il cd e vado con le domande ...
RispondiEliminaPerfetto, partiamo!
RispondiEliminaCd partito ... e ti chiedo allora come è nato.
RispondiEliminaCome è nato Wash your blues away?
RispondiEliminaÈ nato dal desiderio di realizzare un nuovo disco dopo un po' di anni di assenza ed è scaturito dal desiderio di raccontarmi in maniera diversa rispetto al passato. Ricordo che quando alcuni amici hanno ascoltato per la prima volta i provini sono rimasti alquanto sorpresi; probabilmente non si aspettavano che potessi realizzare un lavoro così - seppur obliquamente - “pop”.
RispondiElimina...obliquamente - “pop”? Mi sembra una bella definizione ...
RispondiEliminaPerchè questo titolo? Wash your blues away.
RispondiEliminaSi, insomma, nel disco ci sono delle belle melodie, tante armonie vocali, degli arrangiamenti barocchi, non mancano i ritornelli. Ma non è un disco "pop" nel senso tradizionale del termine. Tu che ne pensi?
RispondiEliminaPer quanto riguarda il titolo, trovai questa frase in un libro che descriveva gli effetti nefasti della globalizzazione. “Wash Your Blues Away” è stato per qualche tempo lo slogan del Prozac. L'origine dell'ispirazione, pertanto, ha poco a che vedere con le sensazioni e il messaggio che l'album intende esprimere.
RispondiEliminaSi tratta di un disco pop-folk, con dei momenti acidissimi ...
RispondiEliminaForse per questo c'è un titolo così straniante, rispetto alle canzoni ... quindi ci sta tutto ;)
RispondiElimina"Straniante" è un aggettivo che mi piace parecchio!
RispondiEliminaSto pensando ai Belle and Sebastian, se non ti dispiace il paragone ...
RispondiEliminaAffatto, li adoro! Ho sempre seguito con grande interesse quella scena, dai Pastels in avanti.
RispondiEliminaMa tornando al cd ...Come è stata la suagenesi, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
RispondiEliminaLa scrittura è stata molto piacevole, la realizzazione più complessa. Ho utilizzato molti studi per registrare il disco, dal mio studiolo personale ad altri decisamente più professionali in cui ho registrato soprattutto le parti di archi, fiati e batteria. Paolo Bergese, mio carissimo amico, ha fatto un lavoro straordinario in fase di produzione: è riuscito a tenere “legati” tanti ambienti e stili di registrazione così differenti tra di loro e a tirare fuori un suono a mio avviso incredibile.
RispondiEliminaAscoltandolo, devo dire, deve essere stato un bel lavoro impegnativo ...
RispondiEliminaMolto. Tanti ospiti e tantissimi strumenti da registrare: non è stata un'impresa semplice, nemmeno dal punto di vista logistico. Una faticaccia, ma sono davvero felice del risultato che siamo riusciti ad ottenere.
RispondiEliminaCi credo, lo sto ascoltando ora...sono a Four Years Ago.
RispondiEliminaI piatti tipici piemontesi che preparava la mamma di Paolo nelle poche pause che ci concedevamo in fase di missaggio e i tanti bei momenti trascorsi con tutte le persone che mi hanno dato una mano a realizzare il disco. Ho avuto la fortuna di lavorare con persone dal talento e dalle qualità umane fuori dal comune; davvero una gran bella fortuna!
RispondiEliminaSìm credo che di espisodi ne avrai tantissimi, difficile sintetizzare... ma la cucina va benissimo ;)
RispondiEliminaNell'ultima risposta mi riferisco agli episodi accaduti nel corso della lavorazione, ovviamente!
RispondiEliminaPiemontese poi, molto particolare, strana, magica ...ed è uscito un disco così anche pr questo ;)
RispondiEliminaCerto, certo ...
RispondiEliminaSi mangia benissimo da quelle parti. Peccato soltanto che io non sia un amante del vino...
RispondiEliminaNessuno è perfetto ;)
RispondiEliminaConosco bene e apprezzo quela cucina e qei vini ...poi tu alla fine hai il vantaggio che guidi tranquillo.
RispondiEliminaSe Wash your blues away fosse un concept-album su cosa sarebbe?
RispondiElimina... anche se qualcosa possimao immaginare, visto l'intro dove parlavo la dedica alla moglie ;)
RispondiEliminaConcordo che la cucina tipica (di qualsiasi luogo) è sempre un'ottima partenza per gli aneddotti memorabili (meglio se innaffiata da vino tipico, ma va bene anche un amaro, dai).
RispondiEliminaSì, jeger ...
RispondiEliminaIn effetti, in un certo senso “Wash Your Blues Away” è un concept-album. Racconto l'amore per mia moglie e provo ad immaginare come le nostre vite sarebbero state se io e lei non ci fossimo mai incontrati. I temi dell'album sono l'amore, la caducità delle nostre esistenze, il tempo che passa, le inaspettate traiettorie determinate dagli eventi.
RispondiEliminaBe', veramente un bel concept-album ... originale il tema, e come l'hai trattato.
RispondiEliminaGrazie infinite...
RispondiEliminaC’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri del cd? … che vi piace di più fare live?
RispondiEliminaTe la pongo al plurale, perchè lo sento il cd di una band, mi è difficile pensarti da solo ... e in effetti non sei per nulla solo ;)
RispondiEliminaMi piacciono tutti, naturalmente! Però se devo indicartene uno, ti dico la title-track in cui canta mia moglie Giuliana. Ho desiderato che fosse lei a chiudere il disco, la persona con cui tutto ha avuto inizio.
RispondiEliminaIo invece ascoltando la musica (senza capire un'acca delle parole) m'ero fatta tutta un'altra idea: canzoni da viaggio, per chi viaggia da solo ma ad ogni tappa ha degli amici da andare a trovare..
RispondiElimina... un gran finale, l'ho appena sentita. Pure io me le sono segnate tutte, e non saprei dirti un pezzo. Pensavo di dirti, quelli che canti in coppia con lei, oltre a questa My Timeless Present, e poi A day in 1999, cantata con Cerasuolo ...
RispondiEliminaIn effetti, può essere visto anche come un viaggio ... nel tempo e nello spazio Elle ...o dico male?
RispondiEliminaA me piace molto Lazy Man.
RispondiElimina"A Day in 1999" è la canzone che ho scritto con Giorgio Tuma. Uno che ha collaborato con Laetitia Sadier e Michael Andrews - giusto per fare due nomi - e in Italia non conosce quasi nessuno. Un autore incredibile. Che peccato...
RispondiEliminaSì, intensa e romantica Lazy Man con archi protagonisti ...
RispondiEliminaAnche secondo me "Lazy Man" è un bel pezzo: mi piace la sua costruzione e la fluidità. Grazie, Elle!
RispondiEliminaPiace anche a me...ma faccio fatica a dire una che non mi piace.
RispondiEliminaIl cd è uscito con la giovane label I dischi del Minollo. Come vi siete incontrati? Come avete lavorato con loro?
RispondiEliminaAvevo letto e sentito dire ottime cose de “I Dischi del Minollo” e mi piacevano molto gli album che aveva pubblicato per loro Nicolas Joseph Roncea, al quale avevo chiesto di collaborare al disco.
RispondiEliminaQuando ci siamo incontrati in studio a Cuneo per registrare le sue parti vocali, abbiamo parlato dell'opportunità di fare ascoltare i brani - ancora non masterizzati - a Francesco Strino. Dopo soltanto qualche giorno ho ricevuto la sua risposta affermativa. Lavorare con “I Dischi del Minollo” è la cosa migliore che possa capitare ad un musicista di area indipendente: hanno passione, competenza e sono delle persone estremamente serie e disponibili.
Fluidità, esatto: è una canzone che accompagna. E, sì, accompagna lungo il tempo e lo spazio.
RispondiEliminaSì, e pensare che Lazy Man vuol dire uomo pigro ;)
RispondiEliminaCopertina tra l’antico e il moderno: c’è un pc ma solo lo schermo con un cappello, c’è una donna con in mano un libro, che, come colori, assomiglia al libretto interno con i titoli ... chi è l’autore? Come l’hai scelta?
RispondiEliminaDavvero? ahaha.. allora viaggia con la fantasia, ma solo se costretto ;)
RispondiEliminaHai colto perfettamente l'intento della copertina! Attraverso una simbologia che fa riferimento ad oggetti ed eventi estremamente personali, desideravo condensare passato e futuro; antico e moderno, per l'appunto. Due elementi da cui sono allo stesso modo affascinato. I disegni sono stati realizzati dalla pittrice Michela Gelsomino: è stato incredibile come già dalla prima bozza sia stata capace di interpretare alla perfezione ciò che avevo in testa. Di certo continueremo a collaborare anche nel prossimo futuro.
RispondiEliminaBe', e che il titolo, con quella frase emblematica, sia scritta sul pc, è molto interessante ...e inquietante, per noi che viaggiamo spesso sulle cosìdette autostrade dell'informazione. Il pc come il prozac?
RispondiEliminaAvrai notato, dunque, che il monitor è quello di un vecchio Olivetti. Passione per il vintage...
RispondiEliminaBe sì, schermi così sono decisamente superati ;)
RispondiElimina... e non è che siano passati millenni ;)
RispondiEliminaTi dico comunque, che te la stai cavando bene … vedo che non ami i web, il tuo facebook lo aggiorni poco… hai un sito? Mi sembra di no, ma dopo questa sera potrai aprire un blog ;)
RispondiEliminaBeh, insomma, un paio di anni equivalgono ad un'era geologica nel campo delle apparecchiature elettroniche. Ma forse stiamo un po' divagando, giusto?
RispondiEliminaStiamo arrivando alle ultime due ... ma hai un sito?... o solo il facebook che non aggiorni e il myspace (che è molto vintage di suo).
RispondiEliminaHo un buon rapporto con il web, ma non ho il culto di me stesso. Non so a quante persone possa interessare quello che The Brain Olotester sta facendo, pensando, ascoltando. Probabilmente ho il timore di essere invadente e poco interessante. Per questo non aggiorno e non curo più di tanto il mio profilo Facebook...
RispondiEliminaE allora torniamo a Wash Your Blues Away ...
RispondiEliminaCome e dove presenterai/hai presentato l’album? … chi c’è con te?
RispondiEliminaQuanto prima, però, mi faccio costruire da qualcuno un sito internet come si deve. Promesso!
RispondiEliminaAh, ah, ah, promesso in palude è come da un notaio ;)
RispondiEliminaCome e dove presenterai/hai presentato l’album? … chi c’è con te?
RispondiEliminaFin qui, da quando esiste The Brain Olotester, mi sono sempre presentato da solo sul palco con chitarra – elettrica o acustica – un paio di sintetizzatori, una drum machine, delay e campionatore. Ma stavolta credo che a breve sarà concreta la possibilità di suonare dal vivo con gli Airportman come backing band. Ne abbiamo già parlato e ci stiamo organizzando. Purtroppo loro vivono a Cuneo e io a Santa Maria di Leuca e per questo i tempi non saranno brevissimi. Ma per l'autunno, se tutto va bene, dovremmo farcela!
RispondiEliminaPenso che sarà un gran bell'autunno... vi incontrete a centro Italia, e poi un po' in su, un po' in giù ...
RispondiEliminaPer finire: una domanda che non vi ho fatto, un appello, un saluto a qualcuno, qualcosa che non abbiamo detto o qualcuno che non abbiamo ricordato, da fare assolutamente … troppe cose?
RispondiEliminaCredo che i primi concerti saranno in Piemonte. Faremo un paio di "test" e se le reazioni saranno positive potremmo pensare di riproporre l'esperimento anche altrove. Ma sono molto fiducioso perché loro sono dei musicisti sopraffini.
RispondiEliminaRisposta all'ultima domanda: comprate il disco e aiutate Francesco e I Dischi del Minollo a rientrare delle spese!
RispondiEliminaGiusto , non si vive di solo amore ;)
RispondiEliminaMa è giusto sostenere dischi fatti con amore ...
RispondiEliminaSottoscrivo!
RispondiEliminaGrazie Giuseppe... abbiamo detto molto questa sera.
RispondiEliminaE grazie anche ad Elle, e chi ci ha letti e/o ci leggerà...
RispondiEliminaLa "chat-intervista" è davvero una bellissima idea. Complimenti! Mi sono divertito anche se mi rendo conto di dover migliorare i tempi di "battuta" e di "inserimento"... Mi alleno nel frattempo e se mi inviterai di nuovo mi farò trovare pronto!
RispondiEliminaGrazie a te. Buonanotte.
RispondiEliminaCerto, ti invito già ora al prossimo disco ...e, devo dire, è andata più che bene. Ancora grazie.
RispondiEliminaBuonanotte e buonafortuna a The Brain Olotester.
RispondiEliminaSì scusate, un intoppo, ma sono qui, leggo e ricambio saluti e ringraziamenti :) Al prossimo disco!
RispondiEliminaCiao Elle ...al prossimo disco ;)
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