lunedì 30 gennaio 2012

Due parole con Above the Tree & the E-side

Uno stregone del vero underground italico (Marco Bernacchia/Above the Tree) e un convinto percussionista tra moderno e arcaico (Matteo Sideri//theE-side), si sono incontrati per dare vita ad un nuovo progetto sonoro, Above the Tree & the E-side, appunto, e questa sera sono graditi ospiti della palude. Speriamo le loro ricerche alternative-rock, tra voci ancestrali degli indiani d’america, blues del delta e atmosfere desertiche siano di buon auspicio per tutti noi. Magia della musica per curare i mali della nostra società grazie al ritmo battente di un cuore selvaggio.
È stato difficile trovare una data buona, perché spesso impegnati in live trascinanti ed esteticamente nuovi con maschera da gallo Marco, da maiale Matteo. Una teatralità nel modo di proporsi da sempre legata ai due, che sono usciti di recente con il loro primo cd fatto insieme, Wild. Dato alle stampe dalla giovane label bolognese Locomotiv, con il sostegno promozionale di Unomundo, Wild è semplicità e ricercatezza allo stesso tempo. Un titolo molto indicato per spiegare la musica contenuta nel bel dischetto metallico, come ognuna delle otto tracce sonore che sto già ascoltando per scacciare il maligno. Pronti?

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sabato 28 gennaio 2012

Rinnovato l'abbonamento anche per pezzi così

Proprio perchè c'è crisi, e i soldi in tasca sono sempre meno, ho rinnovato anche quest'anno il mio abbonamento a il manifesto (e fatto per la prima volta quello a Il Mucchio Selvaggio web). Viviamo in una crisi democratica impressionante, e quello che più impressiona è che sembra tutto normale. Viene in mente la banalità del male, forse oggi la potremmo chiamare la normalità del male. Leggete l'articolo qua sotto, difficilmente lo troverete in altri quotidiani italiani. Scritto con forza, da un intellettuale italiano fine e pacato, ho rinnovato l'abbonamento anche per questo ...

Una questione di democrazia
Marco Revelli (il manifesto 28.01.2012)

Ancora la Val di Susa. Ancora la resistenza contro il Tav. Il blitz - così lo chiamano giornali e tv - di giovedì all'alba è caduto in un paese segnato dalla crisi e attraversato da ventate di rivolta a cui non si era più abituati, dai "forconi" siciliani agli autisti dei tir. E già prende corpo l'idea di una manovra repressiva ad ampio raggio, che affianchi all'autoesclusione della democrazia parlamentare la chiusura degli spazi di mobilitazione dal basso nel quadro di una modernissima forma di dispotismo della ragione economica e dell'emergenza finanziaria.
In effetti, ci si sarebbe aspettati che in un momento in cui si raschia il fondo del barile per far cassa, e si spremono persino i pensionati per ridurre il debito pubblico, si dedicasse non dico un encomio solenne al valor civile, ma quantomeno un minimo di ascolto a chi da anni si batte per evitare che una ventina di miliardi di euro vengano gettati in un buco inutile e dannoso. E che il peso di quell'opera folle fosse sollevato dalle spalle degli italiani. Invece i 26 arresti, le perquisizioni a tappeto, gli ordini di custodia cautelare. Perché tanto accanimento? E perché ora, a sette mesi dai fatti contestati?
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giovedì 26 gennaio 2012

Due parole con gli AcomeandromedA

Questa sera per la prima volta nella palude gli AcomeandromedA, gruppo pugliese forte e nuovo. Lo si capisce dal nome che sono forti e nuovi, e poi dal titolo e dalla splendida copertina da cinema di serie B, qui sopra in bella mostra (piacerà un sacco a Pedro Almodóvar). Lo stesso posso dire dalle canzoni di questo loro esordio, undici pezzi più ghost-track con rimandi al meglio del nostro alternative-rock cantato in italiano, ma con una personalità spiccata tutta loro. Sì, hanno stile questi cinque ragazzi provenienti dalla suggestiva Castellana Grotte, stile da vendere.
Occhio comanda colori, prodotto dagli AcomeandromedA stessi con La Piccola Bottega Popolare e il sostegno di Puglia Sounds, sarà ufficialmente fuori ai primi di febbraio, ma io ho avuto la fortuna di ascoltarlo spesso in questi giorni. Mi sembra un disco poco convenzionale, ricercato senza essere pretenzioso, citazionista senza essere una banale copia. Titoli come Il mio non compleanno, Regina del mio io, Skizofonia, Antonella e le sabbie di lame, dicono molto sul loro contenuto. A partire dalla prima traccia, con lo stesso nome della band come titolo, AcomeAndromedA, da un romanzo di fantascienza. Ma ci diranno tutto loro. Pronti?
VAI AL LORO SITO http://www.acomeandromeda.it/

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mercoledì 25 gennaio 2012

Basta, ci faccio un post

Ho ancora le mani che tremano. Un boato forte, l'ennesimo attorno alla mia palude. Da Hallowen ad oggi saranno 7-8 volte che la terra trema. Poco, per pochi secondi, che sembrano non finire mai. Non si rompe nulla, a parte qualche oggetto appeso male, e il braccio di mia madre questa volta (spero solo slogato), ma comincio ad essere stufo. Vado in rete a trovare news, commenti di chi non dormirà bene questa notte (pare da Venezia a Milano). Sotto la cartina c'è scritto magnitudo 4,2 alle ore 00,54. Forse niente per chi ha visto le proprie case crollare, tra le risate di sciacalli che mai scorderò, ma vi assicuro anche questo non è bello. Sempre intorno alla palude, chiapperi. Qualche bravo studioso, senza allarmismi, adesso prenda una cartina, segni i punti e mi dica che cavolo succede qua sotto. Si ha paura di ciò che non si capisce.

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lunedì 23 gennaio 2012

Due parole con i Phidge

Questa sera si fa la storia o si muore. Anzi, si fa la Storia, punto e basta, perché ritorna nella palude la prima band passata di qui per la blog-intervista (nel lontano febbraio 2008), i Phidge.  Tanto tempo è passato da allora, ma ho ritrovato un gruppo con la voglia di fare, con un piacere del rock nelle vene, nonostante gli anni e i cambiamenti effettuati in questo periodo (per esempio, hanno un nuovo batterista). Sono cresciuti dall’esordio It’s All About Tell di quattro anni fa, ma sono rimasti fedeli a loro stessi, soprattutto nella volontà di fare e nell’entusiasmo di stare insieme; per dirvi, questa sera hanno organizzato una cena in occasione della blog-intervista.
Questo nuovo disco s’intitola We Never Really Came Back (con Back scritto storto, come tutto il titolo dell’album di Nordgarden, che sia una tendenza del 2012?), ed è uscito, come il precedente, con la bolzanina Riff Records. I Phidge sono tornati, dicono con questo titolo, sono loro, ma non lo sono completamente: amori, delusioni, battaglie vinte, battaglie perse … la vita, la vita ha inevitabilmente creato degli altri Phidge. La copertina, ispirata da un Amleto televisivo di Carmelo Bene (dopo mi spiegheranno), con le figure dei quattro Phidge in movimento, sembra alludere a questo cambiamento continuo. C’è energia in questa immagine, come nella loro musica. La sento dal cd, la sento dal tavolino in movimento. Non è una seduta spiritica, ma la blog-intervista in partenza. Se ci siete battete un colpo… 

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domenica 22 gennaio 2012

Rinnovo l'abbonamento con pezzi come questo

Perché pisciano nel vaso  
Tommaso Di Francesco (il manifesto 14.01.2012)
Per il filmato dei quattro marine che in Afghanistan orinano sui corpi ancora insanguinati di talebani uccisi, la condanna è stata unanime. Il capo del Pentagono Panetta ha definito «deplorevole» il gesto e per il segretario di stato Hillary Clinton è «una vergogna» e «i responsabili ne risponderanno». Pare di ascoltare le parole del colonnello Kurtz in Apocalipse Now, il film d'ispirazione conradiana del regista Coppola, che all'ufficiale inviato da Saigon per ucciderlo racconta: «Hanno addestrato i nostri bombardieri a gettare tonnellate di napalm sui civili ma se i nostri ragazzi scrivono "cazzo" sulle bombe allora s'indignano».

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venerdì 20 gennaio 2012

Due parole con Nordgarden

Ospite internazionale questa sera nella palude: Terje Nordgarden, norvegese innamorato dell’Italia, dove ha deciso di vivere da un po’ e da dove si collegherà per la blog-intervista. Bologna e Firenze le sue prime città italiche, e ora Acitrezza, località siciliana nota per essere, tra l’altro, luogo di ambientazione de I Malavoglia e dove Visconti girò La terra trema …  e ora dove Terje ha registrato buona parte del nuovo cd, nello studio casalingo con vista sul Mar Mediterraneo. S’intitola You Gotta Get Ready, l’ha prodotto lui stesso con la sua GDN Records, profuma di sogno rock dell’Altra America, e sarà ufficialmente fuori lunedì prossimo.
Io, che ho avuto la fortuna di sentirlo in anteprima da qualche settimana, continuo a dirmi “questo è un gran disco, inizia bene musicalmente il 2012”. La copertina mi ricorda il Nick Cave di The Boatman’s Call, le canzoni risentono dei viaggi e dei concerti fatti negli States, della sua passione per Springsteen, del non abbattersi e continuare a correre. Una voce calda, chitarre, armonica, banjo, ukulele, piano, organo, per un disco pensato e realizzato tra la Norvegia e Acitrezza. Ci sento dentro una gran forza, ma mi fermo qui. La parola a Terje Nordgarden. Pronto?

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mercoledì 18 gennaio 2012

Frigidaire/il Nuovo Male e la metafora della nave ...

Finalmente in edicola l'accoppiata più sovversiva delle edicole, Frigidaire e il Nuovo Male. Ovviamente consiglio entrambe, in particolare la prima perchè trovate le mie rece (questo mese Luminal e Piers Faccini). Ovviamente i motivi sono mille altri, dai fumetti nuovi, alla satira vera, e poi racconti e testimonianze che non trovare in nessun altro luogo, Vincenzo Sparagna ... sentite cosa ha scritto sul sito di Frigolandia ...

Un Titanic all’isola del Giglio - di Vincenzo Sparagna

La Costa Concordia affondata davanti all’Isola del Giglio era un mostro, un gigante d’acciaio alto 11 piani. Pare che il comandante si sia avvicinato troppo alla costa, quasi una buffonata per vedere le luci del porto. Da qui, sembra, la tragedia: morti, feriti, persone “disperse”, miliardi buttati. Appare evidente l’insensatezza di questi megahotel galleggianti, costruiti solo per sfruttare il desiderio di un breve intermezzo lussuoso di migliaia di poveri impiegati e pensionati.
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lunedì 16 gennaio 2012

Due parole con gli Zocaffe

Musica, buona cucina, e un bel caffè alla fine di tutto. Si presentano così questi quattro ragazzi toscani (da Empoli e Lucca), per la prima volta nella palude, con un disco presto in uscita. S’intitola programmaticamente Il piglio giusto, è stato prodotto da loro stessi insieme alla Phonarchia Produzioni, e sarà ufficialmente fuori lunedì prossimo. Io l’ho già ascoltato parecchio, trovandolo gustoso come la copertina e il libretto interno, con tutte queste lettere di pasta anarchicamente in giro, a comporre poi titolo e nome della band.
Esordio autofinanziato con i loro concerti, Il piglio giusto è costituito da nove pezzi di gradevole pop cantato in italiano, un po’ acido, un po’ rockabilly, con ironia, temi sociali e spirito punk. Elementi fondamentali della nostra musica più amata ben amalgamati, con titoli che fanno immaginare molto: Che giornata, È solo sesso, Sognando Vaticano, Senza te. Pezzi ben strutturati, nati dopo alcuni anni insieme (in realtà si sono formati solo 3 anni fa, anche se sembrerebbe di più), dopo rassegne e molti km nelle loro scarpe, qualche ep, fino all’atteso esordio. Parleremo di questo e molto altro ancora nella blog-intervista tra poco in diretta. Pronti?  

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domenica 15 gennaio 2012

Io sto nel Mucchio

Nella mia educazione rock devo molto a questa rivista. La leggevo da ragazzino, a partire da quel numero con John Lennon in copertina. L'ho letto per più di dieci anni, poi, come molte cose l'ho abbandonato, sfogliando ogni tanto quello di mio fratellino maggiore, abbonato da secoli. Ora ho saputo che anche Il Mucchio Selvaggio è in crisi, a causa dei tagli all'editoria attuati dal Governo Monti. Servono 2000 abbonamenti entro gennaio, ed io ci sto facendo un pensierino. Fateci un pensierino anche voi e se potete aiutatelo in vari modi, è una questione di rock e democrazia: link, avatar, abbonamenti, mail, piccione viaggiatore ...
Cliccate sopra l'immagine sotto per scopririre come farlo.


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giovedì 12 gennaio 2012

Per ritirarlo fuori mi ci vuole un attimo ...

Ormai da giorni il Presidente del Consiglio Monti e i suoi ministri parlano di privatizzazioni alludendo anche ad un intervento sul servizio idrico. Ultimi in ordine di tempo il sottosegretario Polillo secondo cui il referendum è stato “un mezzo imbroglio” ...
Leggi tutto su acquabenecomune.org 
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martedì 10 gennaio 2012

Due parole con Are You Real?

Copertina strana, assai bella e suggestiva, confezione fatta bene, curata, come fosse un vecchio vinile, canzoni eteree e poco italiane queste Songs of Innocence, album in uscita il prossimo 13 gennaio (venerdì 13, niente superstizione, vi prego), per il nuovo progetto musicale di Andrea Liuzza, vecchia conoscenza dell’Alligatore. Produce Face Like a Frog Records, label indipendente che non sbaglia un colpo (ricordate il cd dei Mauve? … uno dei migliori del 2011). “Registrato a pezzi, in una sala prove infestata di topi e una camera da letto nella periferia di Venezia …” recita la cartella stampa. Che sia vero? Ad ascoltarlo si direbbe che è molto probabile.
Ascolto da poco questi canti dell’innocenza, (perché canti dell’innocenza? ... sarà per quella voce del bambino?), solo da un paio di giorni, e la prima impressione è di trovarmi di fronte a dei sogni elettrici, un po’ poetici, un po’ malati, apocalittici e per niente integrati. Come si fa a chiamare una band con un punto di domanda? Are You Real? Bisogna essere apocalittici per forza… ma sto cominciando a sbrodolare di brutto, e non vorrei sporcarmi la folta barba, folta quasi come l’uomo in copertina. Chi sarà? Lo chiederò al gruppo nell’intervista che sta per incominciare. Pronti Are You Real?
VAI AL LORO SITO http://www.areyoureal.it/ 

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sabato 7 gennaio 2012

Sesso e politica nel cinema Usa di oggi


Le Idi di marzo di George Clooney
È prima di tutto un film con un cast di grandi attori, a partire dal promettente Ryan Gosling (già nel cult dell’anno Drive). È lui il motore della pellicola, quale giovane guru della comunicazione per un candidato democratico molto a sinistra, interpretato da Clooney. La campagna elettorale delle primarie sembra andare per il verso giusto, nonostante le idee considerate poco appetibili all’americano medio, ma le cose si complicano: una ragazza dello staff, figlia di un boss del partito, entra in gioco. Bella come il peccato, resta ingabbiata in un rapporto a tre, dove soccombe tra ricatti, colpi bassi, cambi di alleanze. Clooney ha preso idee dalla situazione italica, come ho letto in qualche critica? Non mi pare. È invece una storia molto da cinema Usa, un buon classico film liberal, meno populista di quel che sembra. Con il tempo crescerà.
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giovedì 5 gennaio 2012

A piedi nudi per le operaie Omsa



Post liberamente ispirato da quello dell'amico George 
Trovate un perfetto riassunto di tutto dall'amica Ross

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lunedì 2 gennaio 2012

Elogio di Luca Guadagnino - seconda parte

La seconda parte dell'Elogio a Luca Guadagnino riguarda un documentario che ho visto sempre lo scorso dicembre, in occasione dell'omaggio al regista presente a Verona per dirigere l'opera di Giuseppe Verdi Falstaff. Si tratta di Inconscio italiano, doc-film moderno, su di un argomento poco noto, come la conquista e occupazione dell'Etiopia da parte dell'Italia fascista.
Nella prima parte alcuni intellettuali trattano l'argomento da vari aspetti: dal lato storico (Angelo del Boca e Lucia Ceci), a quello antropologico (Iain Chambers e Michela Fusaschi) a quello filosofico (Alberto Burgio e Ida Dominijanni). Agganci con il presente, poche rivelazioni, ma molte cose tenute nascoste nel nostro inconscio. E se le parole non bastano a sfatare il mito di "italiani brava gente", le immagini della seconda parte lo fanno eccome. Occupazione brutale voluta da Mussolini (che però si vede pochissimo, non si espose direttamente, lasciando spazio ai suoi gerarchi), sterminio di massa con l'iprite sganciata dal cielo dentro le bombe, intervento umanitario successivo per coprire il danno e zittire le proteste internazionali (ridicole, se pensiamo provenire principalmente da una potenza coloniale come la Gran Bretagna, ma non per questo sbagliate), la costruzione di strade e di altre grandi opere utili all'occupazione militare, i rapporti sessuali con le donne di colore da parte dei militi con il benestare delle alte gerarchie.
Insomma un quadro perfetto, una lezione di storia in 100 minuti (gli insegnanti che mi leggono prendano nota). Presentato nel 2011 a Locarno e al Torino Film Festival, dimostra la cultura e conoscenza della storia del regista quarantenne. Sarebbe interessante tornasse tra qualche anno con una pellicola cinematografica, per rendere con forza questo inconscio italiano e renderlo così più conscio. Ne abbiamo bisogno ... 

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domenica 1 gennaio 2012

Buon Rock 2012 a tutti

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