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venerdì 13 luglio 2012

Tre Sante - racconto inedito

Il mio amico Zio Scriba pubblica alcune volte racconti di quando ha svolto il servizio militare. Io ho fatto l'obiettore di coscienza, e in questi giorni sono passato in bici dove molti anni fa avevo fatto un campo estivo. Per questo mi è venuto in mente di pubblicare questo mio vecchio racconto indedito, in parte ispirato a quei giorni felici. Il racconto è datato 25.7.2000, quando volevo essere Bukowski ... perdonate certe ingenuità.


Tre Sante

Cercai di alzare la coperta senza fare il minimo rumore. Sopra la mia testa, nel letto a castello, dormiva un bambino. Altri due ronfavano nelle  brandine accanto. Se si fossero svegliati sarebbe stato un bel guaio.
La biondina se ne stava aggrappata al mio corpo. Sentivo il suo alito caldo entrare nella mia bocca. Avevamo fatto l’amore e poi mi ero stupidamente appisolato. Avrei dovuto correre subito nella mia camera invece, dove altri tre bambini dormivano. Chissà cosa poteva essere accaduto in mia assenza? La vita dell’animatore è un vero inferno e finché la vacanza non è finita l’ansia l’accompagna. La paura che qualche bambino si faccia del male è sempre fottutamente presente.
“Sei ancora qui? che ore sono?,” mi bloccò la mia collega mordendomi l’orecchio.
“Ahi!…sono le sei. Mi sono addormentato.”
“Stai attento quando esci, non vorrei che le altre due ti vedessero.”
“Se mi vedono le corrompo sessualmente.”
“Si, figurati, quelle due suore…”
“Sante, sante. Siete tre sante.”
“E tu sei il nostro demonio.”
“Sei una santa,” e la baciai voracemente in bocca. “Sei una capasanta,” e la bacia sulla fronte.
“E tu un demonio,” disse lei stringendomi le palle. “Un capodemonio.”
Lasciò la presa e mi baciò ancora in bocca. Il letto cominciò a muoversi un po’ troppo. Mi parve di sentire la voce del bambino sopra di noi. Parlava nel sonno.
“Mi piacerebbe ricominciare, ma ora è meglio che vada. Questa mattina verrà su il don.”
“Che palle sto don. Quando viene lui ci tocca andare in giro per la montagna come delle dannate. E poi non sa mai la strada giusta.”
“Non preoccuparti. Ci sono io.”
“Lo so, ma ci toccherà fare chilometri di strada sotto il sole lo stesso.”
“Cosa vuoi? Si vede che il don ha delle energie in eccesso da spendere.”
“Dove vuole andare oggi?”
“Su al forte?”
“Io non vengo. A fare quella salitona non vengo.”
“Ma dai che è bello. Lassù ci sarà molto fresco, saremo quasi a duemila metri.”
“Così ci prendiamo una bella polmonite: prima caldo da morire e poi il gelo…”
“Non c’è il gelo. Ci sono le fortificazioni della prima guerra mondiale, le trincee. C’è stato anche Hemingway… e Ungaretti.”
“Veramente?”
Sorrisi.
“Non raccontar balle perché vuoi che io venga. Mi pare che Hemingway si stato un po’ più ad est. E neppure Ungaretti ha combattuto sulle nostre montagne.”
“Forse hai ragione tu, però ho letto da qualche parte che in zona ci sono stati dei partigiani. Un piccolo gruppo, niente di clamoroso. Qui non succede mai niente di clamoroso.”
Ci guardammo dritti negli occhi. La prima luce del giorno illuminava il suo bel viso. Sulla fotografia appiccicata alla carta d’identità pareva un cesso. Irriconoscibile. L’avevo vista all’inizio del campo in montagna. Era di qualche anno prima, quando non portava ancora i capelli lunghi.
Pensai a come cambiano le ragazze dopo i diciassette anni. Lei ora ne aveva ventuno. Si trovava nel punto più alto del suo splendore.
“A cosa pensi?” mi chiese.
“A niente…”
“No, ha qualcosa devi pensare. Chi non pensa niente è morto.”
“…pensavo al fidanzato di Benedetta. Hai visto come mi guardava ieri sera? Lei rideva a tutte le mie battute come una cretina, con quella sua risata troiesca, e lui mi fissava come sospettasse me la fossi scopata.”
“E il suo modo di guardare le persone.”
“Bel modo… viene il tuo fidanzato stasera?”
“Si, forse.”
“Speriamo che non mi guardi così.”
“Be’, lui ne avrebbe motivo. Quello di Benedetta no. O mi sbaglio?”
Si sbagliava, ma io non glielo confessai. Dovevano rimanere tre sante, le une inconsapevoli delle altre.
“Vado a prendere i cornetti giù in paese.”
“Bravo. Sono stufa di mangiare sempre quelle marmellatine con pane vecchio. Sto diventando tutta ciccia e brufoli. Sei molto caro, grazie.”
Mi baciò sulla fronte.
“Sei tu cara, e lo sai benissimo che per il tuo piacere orale farei questo ed altro.”
Arrossì sorridendo timidamente. Ecco l’educazione cattolica che risaliva a galla. Poi si girò di spalle vergognosa e con un fil di voce mi disse di andare. Io tirai su la coperta e mi fermai un attimo a vedere le sue belle chiappe bianche: perfettamente tonde e valorizzate dalla canottierina stropicciata. Indossava un paio di calzettoni da montagna rosso proletario e nient’altro. La trovai molto sexy. Chissà perché a noi uomini piacciono le donne con calze, reggi ed altre feticisterie e loro s’incazzano se ci trovano nudi con i calzini indosso?
Un bambino si accorse della mia presenza. Mi sorrise. Gli sorrisi anch’io e strizzandogli l’occhio gli feci segno di starsene zitto e continuare a dormire. Lui mi strizzò l’occhio a sua volta e felice tornò a ronfare. Riportai le coperte sul corpo della mia collega, quindi dolcemente le consigliai d’infilarsi le mutande.
“Mettitele, prima di scendere dal letto,” le sussurrai all’orecchio. Glielo morsi con delicatezza e me ne andai a prendere i cornetti freschi.

27 commenti:

  1. Una cosa che secondo me non è semplice da riprodurre è un dialogo, ma nonostante il mio occhio stanco, questo si legge in un sorso, complimenti.
    A meno che io non abbia frainteso tutto il discorso a causa dell'occhio stanco :)
    (a proposito delle calze dipende dal modello: a voi uomini mozzano le gambe, alle donne slanciano la coscia, o no?)

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  2. Ah, ah, ah, grazie, da una lettrice accanita e gran scrittrice come te (oltre che donna), questo è un gran complimento. L'ho pubblicato così come l'ho lasciato tanti anni fa ... a parte certe ingenuità, mi pare che scorra.

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  3. Da lettrice e scrittrice trovo che i dialoghi fasulli siano quasi peggio degli orrori di ortografia, e questo scorre perfettamente. Da donna avrei evitato il calzettone rosso proletario, ma solo perché in montagna uso le strisce orizzontali di almeno tre colori diversi ;)

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  4. Grazie ... le strisce orizzontali di almeno tre colori diversi... interessante ;)

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  5. Proprio un bel racconto!
    Complimenti, hai altro da farci leggere?
    Sulla faccenda calze vs calzini, concordo con @Elle; non c'è storia.

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  6. Bello.
    Hai tratteggiato tutto un mondo e un'età con leggerezza ed efficacia.
    Le ingenuità sono poche e perdonabilissime.

    Ora però mi hai incuriosita e devi farci leggere anche qualcos'altro.
    Ormai l'avrai capito che sono una fervida sostenitrice dei racconti sui blog ;)

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  7. Un vero play boy no?! Mi ha fatto sorridere, con i suoi segretini "ingenui" e i suoi pensieri dolci che vanno un pò in disaccordo con il suo ruolo. Non so, l'ho letta così. E va che è un piacere, Ally scrittore... cos'altro hai buttato giù in gioventù? :)

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  8. hai interpretato alla lettera "l'amore, non la guerra!"..mooolto alla lettera! Bel racconto, comunque.

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  9. anch'io ho fatto il servizio civile come obiettore...ma non ho avuto di queste fortune.

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  10. @Berica
    Grazie, troppo buona ...avrei molti altri racconti, scritti molti anni fa ... ogni tanto ne propongo uno sul blog (da quando è nato, ne avrò messi 4 o 5 ...), in momenti di pausa, come questo. Sui calzini, che aggiungere ;)
    @Jane
    Grazie Jane, lo so che sei una sostenitrice di racconti sul blog, e sei pure molto brava a proporre i tuoi ...io per ora ho smesso di scrivere racconti, a parte critiche rock e narrazioni di concerti, perchè ora mi piace questo ... in seguito, quando sarò arrivato a cinquant'anni mi licenzierò dal mio lavoro, come fece Bukowski, e ricomincerò a scrivere narrativa ;)
    @Maraptica
    Grazie, mi fa piacere questa tua interpretazione buffa ... in gioventù ho buttato giù un sacco di raccontini come questo, ormai dispersi in file scritti e riscritti (non mi ricordo più quali sono le versioni più aggiornate). Come detto alle altre amiche, ogni tanto ne butterò fuori uno (per ora 4 o 5 ).
    @MrHyde
    Può darsi che fosse questo che avevo in mente quando l'avevo scritto, ma ora, devo essere sincero, non me lo ricordo. In parte autobiografico, in parte no (ho fatto il servizio civile al wwf, non con i preti).
    @Cirano
    ah, ah, ah ... in effetti io sono stato molto fortunato, come dico spesso, è stata forse l'unica cosa della mia vita, che rifarei senza nessuna esitazione, per l'alto valore morale, ma anche per le amicizie che mi sono fatto in quel periodo, che rimangono ancora.

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  11. @Alligatore: bene, allora mi toccherà aspettare un paio d'anni per leggere altri racconti :P

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  12. Racconto intrigante per contenuto e tosto come stile di scrittura.
    P.S.
    Uomini, occhio alle fidanzate quando vanno in montagna! Ero poco più che bambino quando conobbi storie simili alla tua... e almeno un ... Cervo Giovanni... :)))

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  13. eh sì, un bel sorriso mi hai appiccicato al viso...e voglio dell'altro!!!
    le 3 sante perfette, il demonio la sa lunga ... ;)

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  14. eh sì, un bel sorriso mi hai appiccicato al viso...e voglio dell'altro!!!
    le 3 sante perfette, il demonio la sa lunga ... ;)

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  15. @Jane
    Ogni tanto, dai, uno all'anno...
    Per ora, i racconti editi su questo blog sono:
    qui
    qui
    qui
    qui
    @Adriano
    Ah, ah, ah, sempre molto puntuali i tuoi interventi, grazie per i complimenti.
    @ElenaSole
    Grazie, troppo gentile, e l'hai ribadito due volte ;)
    In quel periodo leggevo tutto di Bukowski ed ero influenzato dal suo stile.
    Per altri racconti ti rimando, per ora, ai link che ho messo qua sopra.

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  16. scorre, confermo! :)
    (p.s. a proposito delle Tre sante, il puritanesimo di chi frequenta gli ambienti cattolici alla "però non si deve sapere" è qualcosa che mi provoca orticaria, ma tu ne hai accenato con grazia
    ciao :)

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  17. Mentre l'occhio scorre velocemente sulle parole anche la mia mente scorre velocemente i pensieri e torna indietro nel tempo,quando la mia unica figlia andava in campeggio con l'oratorio o,più piccola, faceva i campi con gli scout. Beh, un sorriso mi è proprio scappato!
    P.S. no, non sono io nella foto.
    Francesca

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  18. Il ricordo di un periodo che si fa racconto fresco e scorrevole, perfetto per queste giornate afose.
    Di quelli che ti fanno dire : chissà che ne è stato della ragazza dei calzettoni rossi. Miao

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  19. @giovanotta
    Grazie ... in effetti nel racconto c'è pure quel lato lì ...
    @francesca
    Allora non era nei miei campi, perchè io ero con il wwf ... comunque succedevano cose da ridere, sì...
    @Felinità
    Ah, ah, ah ... grazie anche a te. Direi che è finita in un racconto.
    Miaooo

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  20. ehm... i cornetti freschi freschi erano per i fidanzati delle tue colleghe? :)

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  21. Un uomo nudo con i calzini non si può guardare!

    Un abbraccio

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  22. Il giovane Alligatore... Carino il racconto =D
    A presto!

    PS
    Forse siamo tornati. Forse.

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  23. @alpexex
    Ah, ah, ah ... è tutto un romanzo, di vero solo i cornetti freschi e poco altro...
    @Kyl
    Ecco la conferma ...grazie.
    @Aldievel
    Già, qualcosa del giovane Ally ;)
    PS
    Io sono appena tornato da 200 km di bici, rosso più che mai (ora indosso la maglietta del Che, e la mia faccia è ancora più rossa... blog-intervisto e passo a leggervi.

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  24. Bello il servizio civile al wwf! :)

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  25. In realtà questo mio racconto era uno spot per invogliare a fare il servizio civile, ma poi la LOC lo trovò un po' troppo esagerato ;)

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  26. eheh, più che prenderli i cornetti freschi li hai messi... divertentissime queste sante-benedette-ex cesse... vista la kattoipocrisia imperante, non mi stupirei di scoprire che se le incornettava anche il don... :-))

    grazie per la citazione, e per il divertimento!

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  27. Grazie a te del passaggio e del commento approfondito ... sul don, chi lo sa? Sai bene, le vie del signore sono infinite ;)

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