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lunedì 9 aprile 2012

Romanzo di una strage, già, romanzo ...

Ho trovato irritante, ridicolo, confusionario, assurdo questo Romanzo di una strage. Il regista Marco Tullio Giordana, da me stimato fino a questa pellicola, in numerose interviste ha detto di averlo voluto fare per le nuove generazioni, ignare della recente storia patria. Vorrei chiedere a lui: oggi, dopo la sua pellicola, ne sanno di più? Ho i miei dubbi...

Non solo per la fesseria della doppia bomba, ma per le macchiette disegnate dal suo film:  Aldo Moro, interpretato da Gifuni, sarebbe ridicolo (qualche risata mi è scappata), se la realtà raccontata non fosse tragica. Calabresi sembra l'unico eroe (come Moro, ha l'aureola dall'inzio alla fine), competente e moderno, in mezzo a vecchi stupidi burocrati da una parte e pazzi esaltati anarchici dall'altra. Proprio la figura dell'anarchico Valpreda, esce a pezzi, ancora una volta dilaniata dalla bomba. Se non avessi letto libri e articoli su quei tristi giorni, penserei sia lui uno dei responsabili della bomba di Piazza Fontana (lui, badate bene, si è fatto un sacco di anni dentro da innocente). Questo è uno degli aspetti più assurdi del film. Sono molto deluso e arrabbiato. Sconsiglio a chi non ha una buona conoscenza della strategia della tensione, di vedere il film. In Rete c'è stato molto dibattito e questo è positivo. Ho trovato ingenuo chi ha esaltato il film solo per il fatto che tratta un argomento importante della nostra Storia. C'è modo e modo di farlo. Ho trovato in altri casi serie analisi, e in altri una certa sorpresa, visto il passato di regista e sceneggiatori (Rulli e Petraglia); le cose che racconta Giordana infatti, sono molto distanti da quel minimo di verità che si era riusciti a raggiungere in anni di controinformazione seria. Di questo parla lucidamente un articolo apparso su il manifesto del 5 aprile. A scriverlo Piero Scaramucci, ottimo giornalista, autore, tra l'altro, di un interessante libro intervista a Licia Pinelli edito da Feltrinelli. Lo riporto integralmente in modo che possa stimolare il dibattito e fare chiarezza.

Piazza Fontana, la strategia è una
Piero Scaramucci (il manifesto 05.04.2012)

C'è da chiedersi perché Giordana abbia scelto una strada così tortuosa per far intravedere che in Italia c'è stata una strategia della tensione, sanguinosa e letale per la democrazia, che non fu un complotto ma una politica durata ben più di un decennio. La teoria delle due bombe alla Banca dell'Agricoltura di Piazza Fontana, una piazzata dai servizi segreti (o dai fascisti) e l'altra - di per se inoffensiva - che avrebbe dovuto essere collocata dagli anarchici strumentalizzati (dai servizi o dai fascisti) e che invece sembra piazzata da un fascista infiltrato sosia di Valpreda, il quale Valpreda sarebbe tuttavia in qualche modo coinvolto, ebbene questa teoria assolutamente infondata e un po' cervellotica, complica inutilmente la sceneggiatura del film e francamente inserisce un elemento di depistaggio dell'attenzione in una vicenda che di depistaggi ne ha già tanti. Forse avesse tenuto conto maggiormente di altre letture, Giordana avrebbe trovato un percorso più comprensibile e più coinvolgente anche sul piano emotivo anziché addentrarsi in ricami spericolati suggeriti dal volume di Cucchiarelli (ponderoso libro che è stato letteralmente demolito dal feroce e documentatissimo pamphlet di Adriano Sofri), testo che a quanto pare è stato scelto dalla produzione e non dal regista ma che ha segnato in vari modi il risultato. Non solo per la teoria delle due bombe, ma anche per una dinamica difficile da seguire per chi non conosce già tutto, come se ci fosse la preoccupazione di raccontare tanti tasselli, alcuni storici, altri ipotetici, altri ancora romanzati, al che la narrazione sembra scivolar via dalle non poche certezze che in tanti anni si sono ottenute sulla matrice della strage, sull'esecuzione, sulla valenza politica e sugli schieramenti che si sono scontrati: da un lato i negazionisti del complotto, in buona parte a vario titolo conniventi, e dall'altro giornalisti, militanti, magistrati, movimenti politici e sindacali, intellettuali, famigliari delle vittime che hanno sfondato il muro del silenzio.
Nel film Romanzo di una strage colpisce in particolare quella che appare la santificazione di alcuni personaggi. Aldo Moro, ministro degli esteri, eminente democristiano, che è tratteggiato come pilastro della verità, capace perfino di scuotere l'atlantico presidente Saragat, e scopre il complotto; una scoperta che nelle sue grandi linee era già pubblicata dalle prime controinchieste della sinistra extraparlamentare, il libro La strage di Stato esce nel giugno del 1970 e racconta cose che nel palazzo si sapevano, alcune da anni, visto che convegni e proclami sulla guerra non convenzionale anticomunista erano di pubblico dominio, persino patrocinati dagli Stati maggiori delle Forze Armate. E poi il commissario Luigi Calabresi, descritto come paladino, fino al donchisciottismo, di una legalità impraticabile, figura difficile da far coincidere con la verità storica sapendo che aveva avallato la falsa versione di un Pinelli suicida per disperazione e che dopo, anche mesi dopo, la morte dell'anarchico il suo ufficio continua a indagare non sulle sue responsabilità nella strage - che già allora nessuno crede - ma su possibili comportamenti equivoci nel passato che avrebbero potuto in qualche modo comprometterne la figura e forse giustificare l'accanimento poliziesco di cui fu vittima. Anche Giuseppe Pinelli viene santificato da Giordana, ma lo era già stato da anni con un curioso fenomeno (risarcitorio?) persino melenso. Pinelli era un militante anarchico scevro da santificazioni, figuriamoci la sua. Meno indulgente il film con gli altri anarchici, non solo infiltrati (ma chi non è stato infiltrato e spiato in quegli anni, e anche dopo?), ma anche comparse un po' ridicole.
Licia Pinelli non ha voluto andare a vedere il film, ha sofferto abbastanza negli oltre quarant'anni di lotta per la verità sulla morte di Pino. Qualche mese fa Giordana le presentò una copia di lavorazione e Licia non fece obiezioni sulla figura di Pino. Non si pronunciò sul resto. Sono andate a vedere il film le figlie Claudia e Silvia, sono uscite turbate anche dall'assoluzione del commissario Calabresi che - ovunque fosse nel momento della defenestrazione - era pur sempre il titolare responsabile del fermo illegale e dell'interrogatorio che avveniva nel suo ufficio. Altri famigliari di vittime della strage e del terrorismo hanno giudicato il film tutto sommato positivo, almeno perché toglie dall'oblio la vicenda e forse stimola dei giovani ad andarsi a leggere qualcosa.
Ma è difficile cancellare la sensazione che il film si sia in qualche modo giostrato, tra buoni e cattivi, tra verità accertate e ipotesi non documentate, tra palazzo e società appena intravista, suggerendo una sorta di accomodamento, forse una revisione - fatta con eleganza e insospettabile onestà intellettuale - nella quale si sfuma la catastrofe che quella strategia ha costituito. La lunghissima lotta del potere contro i movimenti sindacali, politici e studenteschi condotta con spranghe, bombe, denunce, arresti, licenziamenti. Come dimenticare i 350.000 lavoratori schedati dalla Fiat per le loro opinioni politiche? E le stragi che seguirono, per anni. E le battaglie di controinformazione che salvarono il salvabile di una democrazia mutilata. Le decine di migliaia di persone che ai funerali delle vittime bloccarono con la loro imprevedibile presenza i progetti golpisti, convincendo (loro e non certo Aldo Moro) il presidente del consiglio Rumor a non chiedere lo stato di emergenza perché avrebbe trovato un muro nella società. E le clientele che, pur rinunciando a scontri frontali, su quei progetti e su quella violenza hanno contato per pascersi e perpetuarsi? Neanche lontanamente tutto ciò va considerato una critica alla sceneggiatura e tantomeno un'ipotesi alternativa. Ed è ovvio che un film non è un documentario. È solo la constatazione che il respiro altamente drammatico di quella stagione non emerge. Chi si documenterà in proprio riuscirà a coglierlo? E riuscirà a intuire quanto di quegli anni ha determinato la vita del paese fino ai giorni nostri?

37 commenti:

  1. Io ho visto il film, e mi sono incasinata tantissimo con i nomi, ci sono troppi personaggi per poterlo guardare senza averne mai sentito prima. E Calabresi è sembrato un eroe anche a me, l'unico che cercava di scoprire cosa fosse successo, andando di qua e di là, a parte quel giudice (ecco un nome che non ricordo più, anche perché è stato fatto esplicitamente solo una volta, mi pare, io comunque l'ho intravvisto nei titoli di coda, e poi dimenticato) che però non ha fatto moltissimo, o meglio: le sue mosse non sono state seguite nel film come quelle di altri.
    Il film mi è piaciuto come film, ma non ho elementi per dire se come documentario per le nuove generazioni sia autorevole: sicuramente non è chiaro, eppure io mi son concentrata per seguirlo.
    ...

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  2. Già Elle, tu metti in luce questioni nodali, cioè la confusione storica e la solitudine nella quale viene lasciato lo spettatore. Pur avendo letto molto su quel periodo, facevo fatica pure io a seguire e per fortuna avevo dietro di me un anziano che all'apparire di ogni personaggio diceva, "ecco, questo è ..." Tu ti riferisci al personaggio interpretato da Luigi Lo Cascio, cioè il giudice Paolillo, tagliato fuori dall'indagine perchè troppo competente. Film con attori buoni (perchè l'hanno fatto?), ma poco chiaro. A chi giova?

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  3. una ciofeca inenarrabile, pd oriented. Leggere "La strage. Piazza Fontana. Verità e memoria" di Dianese e Bettin, lasciate perdere i romanzi.

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  4. Sì Paolillo, lui.
    Insomma, un po' un'occasione sprecata..

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  5. @Harmonica
    Libro da leggere quello di Bettin/Dianese ... ciofeca inenarrabile mi sembra perfetto. Aggiungerei: tutti al centro.
    @Elle
    Sì, è quello che penso io: un'occasione sprecata.

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  6. Ho letto diverse recensioni che confermano il tuo assunto negativo. E la cosa é triste, perché la strategia delle tensione non ha solo straziato le carni di vittime innocenti, ma anche l'animo della parte consapevole e civile del Paese.

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  7. Sottoscrivo in pieno Adriano ... pure io ho letto un sacco di rece su questo film, perchè mi sembrava veramente interessante l'argomento. Una gran delusione, anche per le cose giustissime che dici.

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  8. bel post, documentato, e coraggiosi pensieri espressi. Non ho ancora visto il film, ma mi avevano già messo sul chi vive un paio di particolari... grazie
    Se alla fine lo vedrò, ripasso a dire la mia.

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  9. Non è stato facile Hombre, perchè l'argomento è così vasto, pieno di trabocchetti, diramazioni, come la storia del nostro paese. Fa piacere quello che dici ... prima di vederlo avevo letto in Rete pareri discordanti e visto lo spot del film molte volte, con un'insistenza veramente sospetta. Già da quello si vedeva l'impostazione, per me errata, della produzione. Se tu lo vedrai, ascolterò molto volentieri la tua ... è importante che le idee, sopratutto quelle diverse, girino. Se c'è solo un pensiero (unico, quindi), le acque ristagnano e siamo fottuti.

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  10. Io ho letto questa recensione:
    http://www.carmillaonline.com/archives/2012/04/004250.html#004250

    Comunque sia non penso che andrò a vederlo. E ancora più in difficoltà mi troverò di fronte alla scelta se vedere o meno Diaz, in uscita i prossimi giorni.
    Semplicemente non è questo il mio modo di fare memoria.

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  11. Film molto bello.
    Vale la pena andarlo a vedere.
    Sarebbe bene che sopprattutto le scuole superiori portassero le classi a vederlo proprio a beneficio di chi allora non ha vissuto quei tempi cupi che hanno scritto una pagina così tremenda della storia del nostro paese.

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  12. Non la disturberò più: solamente per ringraziarla di avere rimosso il mio commento di poco fa.
    Bel film.
    Cordialità

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  13. Caro Ciustè, io non ho rimosso un bel niente, ma in automatico certi commenti finiscono nello spam (in particolare chi non è iscritto a nessun blog come in questo caso). Ho quindi rimesso in circolazione il commento, perchè, da libertario, credo debbano circolare le idee. Questo film non può essere proposto a scuola come verità storica, per le troppe falle. Bene che a scuola si parli di questa parte di Storia patria, presentando però una pluralità di vedute e non sceneggiati della domenica.

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  14. Grazie Ross di questo link, che mi sono letto tutto, e in più gli ulteriori link dell'impeccabile pezzo di De Michele. Tutte queste analisi confermano gli errori/orrori del film di Giordana, che, visto l'argomento, non possono e non devono passare sotto silenzio. Come sai, io vedo tutto al cinema, e andrò a vedere anche il film "Diaz". Ne approfitto per dire, che i due film non sono per nulla accostabili, come per errore (anche in buona fede) molti fanno: cioè, il fatto che siano film "storici", sulla realtà, e quindi meritevoli di esaltazione, premi, e, errore/orrore, proiezione nelle scuole. Sarebbe un grave errore presentare il film di Giordana come La Storia.

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  15. non ho visto il film e mi viene voglia solo di vederlo per le fesserie che dice.
    Assurdo.

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  16. Purtroppo viene fatto passare per un film serio e documentato, come La Verità. Questo è molto pericoloso, il pensiero unico ormai è in ogni luogo.

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  17. ciao, visto che sei un rock-man e ti occupi di cose profonde, mi piacerebbe sapere da te, cosa ne pensi del film "diaz", che chissà quando e se potrò vedere...
    e poi se sei al corrente che circa un anno fa Max Stefano è stato estromesso dal MUCCHIO SELVAGGIO" pur essendone il fondatore... e cosa ne pensi.
    con molta stima, Stefano che il 13 maggio suona al Legend 54 !

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  18. TU "libertario" mi piace un sacco !

    IO VOTO
    TU VOTI
    EGLI VOTA
    NOI VOTIAMO
    VOI VOTATE
    ESSI... COMANDANO !

    NEH !

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  19. Personalmente non l'andrò a vedere. Se dobbiamo affidarci alla letteratura e all'arte per fare memoria nelle scuole farei circolare tra i libri di testo Morte accidentale di un Anarchico.

    Il tempo recuperato da qst visione sarà dedicato al film di Vicari e al sangue della Diaz, e al Mare chiuso di Segre.

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  20. @stefanover
    1.Non sono un rock-man, ma un semplice alligatore e non mi occupo di cose profonde, ma di cose appassionanti, dal sesso-tantotantrico alla strategia della tensione ..."Diaz" mi pare, uscirà il prossimo venerdì come annunciato, a meno che non lo censurino (ma non credo siano così stupidi). Molto diverso dal film di Giordana, al quale viene per errore associato da alcuni (contesto storico diverso, molte cose, se non tutte, risapute, immagini, testimonianze, racconti... tantissimi); le prime indiscrezioni parlano di un film onesto ... andrò di certo a vederlo.
    2. Leggevo da ragazzo il Mucchio, poi l'ho perso di vista, salvo riprenderlo in questi mesi. Ho dedicato un post alla sua crisi, e ho fatto un abbonamento web. Della storia del passaggio al vertice conosco poco, ma non parlerei di defenestrazione ... ci sono stati degli scazzi, qualcuno ha vinto qualcuno ha perso, noi balliamo casomai ... mi sembra ora in buone mani.
    Spero che al Legend 54 vada tutto alla grande ...
    @Marte
    Concordo perfettamente ... sono stato tentato pure io di non andarlo a vedere, ma non facevano altro, ed ero in astinenza da sala cinematografica. Per quello che conta: gli incassi, sono al di sotto delle loro previsioni (vedi il pompaggio mediatico), ciò mi sembra positivo.

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  21. Grazie ALLI per questo esauriente commento, sempre preciso e tagliente, niente da dire, un'altra standing ovation meritatissima. Ho visto ed ascoltato qualche critica rispetto al film e vari trailers, non altro. Lo vedremo e daremo un parere... Grazie della "dritta" ed un abbraccio!

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  22. L'ho visto. Niente da dire se non che è uno schifo. Totale. A me non piace Giordana ma questo...

    ti lascio un articolo:

    http://www.minimaetmoralia.it/?p=7283

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  23. @Nella
    Grazie a te del passaggio e della fiducia ... se lo andrai a vedere, sarò poi felice di sentire la tua. Un abbraccio a te.
    @And
    Sì, direi che ha collezionato un bel po' di critiche di peso ... manco se si sedevano a tavolino riuscivano a trovare una peggior accoglienza. Che sia una strategia commerciale?... che ne parlino, anche malissimo, ma che ne parlino ;)
    Sì, minimum fax ha fatto davvero un bel lavoro (oggi ho letto un bel pezzo di Raimo). La bella contro-inchiesta di Sofri l'ho linkata pure io, quando Scaramucci ne scrive nel suo articolo. Ne approfitto per dire, a chi non l'ha vista, che si può scaricare gratis (leggete l'articolo di Scaramucci messo nel mio post e troverete il link).

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  24. Non ho ancora visto il film, e non so se lo farò. Non ho vissuto quegli anni e ne ho sempre sentito parlare troppo poco. Credo che siano ancora un punto irrisolto della nostra storia nazionale, che va a toccare nervi ancora troppo scoperti (ruolo dello stato, ecc.).
    Sicuramente un grande merito è tentare di parlarne, far conoscere, sono però perplessa da quanto ho letto tra critica e recensioni. Nel mio piccolo posso dirti che già altri film su quegli anni mi avevano deluso, o lasciato un senso di incompletezza, anche se, come questo, hanno almeno il merito di riaccendere la voglia di sapere.

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  25. Il tuo post mi sembra si la giusta chiusura del cerchio; quindici giorni di passione della blogsfera in materia.
    Concordo con quanto hai scritto e con il taglio che Scaramucci ha dato al suo articolo, del resto il suo "Una storia quasi soltanto mia" è stato l'unico libro che per quarantanni ha dato la parola al dolore della famiglia Pinelli...che come si sottolineava nel testo voleva essere tutto tranne che un santo.
    Questo dentativo di edulcorare la memoria è pericoloso....come insegnante credo che i miei studenti ne uscirebbero più confusi....

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  26. Hai ragione, certi temi sarebbe meglio non fossero trattati se, quando lo si fa, si è indotti consapevolmente o inconsapevolmente ad accontentare tutti.
    Bel post, Ally!

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  27. @Lady Left
    Concordo in buona parte, sia per il dato anagrafico (manco io non ero nato quando sono successi quei fatti), e sul saperne poco. Però quel poco erano punti fermi comuni, credevo, ad una ben larga aree che potremmo definire genericamente "democratica"; il film, in qualche modo, distorce questo senso comune, questi punti fermi. Giusto parlarne, ma bisogna vedere in quali termini, e quelli di Giordana sono fuorvianti. L'errore di molti è stato esaltarlo solo per il fatto di trattare l'argomento e non fare un film comico e leggero ...meglio se l'avesse fatto invece.
    @Cirano
    Grazie a te ho iniziato a leggere i primi pareri negativi sul film, mentre in altri blog ci si limitava a fare il bel compitino: attori bravi, fotografia impeccabile, musica ... in un film del genere è sbagliato fare questo, bisogna entrare nel merito studiando il più possibile l'argomento.La sceneggiatura, direi, è fondamentale ...sono stato molto passionale, scrivendo quello che mi ribolliva, dopo la visione del film (preceduta da letture e da un trailer insistente, che già faceva presagire il peggio). Certo, anche il personaggio di Pinelli nel film non è ben centrato, anche se ha più lati di Calabresi e Moro ... ci sarebbero da dire cose anche sui neri, su Borghese, e sulle scarne note messe nel finale ...ma nella Rete e sui giornali il dibattito continua.
    @giacy.nta
    Grazie, l'argomento era tosto, infatti molti altri amici che di solito vengono a commentare si sono "esiliati". Giordana è partito da un libro pessimo (imposto dalla produzione), cercando di aggirarlo (dice lui), ma alla fine l'ha solo peggiorato. Doveva non farlo, credo ... così ha scontentato tutti, o quasi ;)

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  28. Non mi sono pronunciata perchè ne so poco sull'argomento,ma un complimento all'autore del blog e a tutti i commentatori.
    Bellissima discussione, molto interessante.
    Qualcosa ho imparato :)

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  29. Film schifoso e controproducente questo di Giordana.
    Aridatece Monicelli, l'unico, vero, Super-Mario...

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  30. @Grace
    Grazie Grace, troppo bbbuona.
    @George
    Concordo sul Monicelli ... sul film, be', ecco ;)
    @Tu
    Sento prfumo di rock, duro, duro, ma anche dolce. Tra poco ...

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  31. Ooops, ma lo sai che un mio collega figura tra i compagni di merenda di quel Maggi nelle carte processuali?
    È infatti completamente fuori di testa.

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  32. Signori, avete fatto bene a mettermi sul "chi va là", così evito di buttare i soldi.

    Un abbraccio.

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  33. Sì, anche a me Gio' non convinceva il trailer, che direi essere perfetto come rappresentazione in piccolo del film e dei suoi difetti (complimenti a chi l'ha fatto). Sono andato perchè non facevano altro, perchè ero curioso, volevo toccare con mano la celluloide rovinata ;) e poi ormai non guardo più la tv, ho un rigurgito contro di essa (manco video, o film del passato amati ...).
    Granduca, mi devi una pizza ;)

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  34. Grazie per i tuoi commenti (troppo buono..) e per il consiglio sul captcha: ho armeggiato un po', magari se passi, mi dici se funge?
    Ti scrivo qui perché non sono granché come rocckettara.. :)
    Il film non l'ho visto ma vorrei vederlo anche se so già che mi angoscerò come mi angoscerò quando vedrò Diaz..
    Take care o se preferisci Alles Gutes :)

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  35. Be', il film se vuoi puoi saltarlo (è angosciante da molti punti di vista) ... "Diaz" io lo vederò la prossima settimana, ho delle discrete aspettative, anche se in giro ho letto cose altalenanti (forse al cinema chiediamo troppo?).
    Ora vengo a vedere ... alles gutes ;)

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