Ancora una volta i Marquez nella palude, ancora una volta con sentimento e passione, quelli scaturiti dal loro recente cd autoprodotto e diffuso gratis come il precedente sul bello e ricco sito della band (andate e scaricate, poi mi direte). S’intitola Figlio del diavolo e sembra un disco duro e arrabbiato, da pugni in tasca, nuovamente da tenere pronti (uno dei migliori pezzi è per me, non a caso, Fossero pugni in faccia). Questa rabbia pronta ad esplodere si vede già dalla copertina, con Andrea Comandini in un angolo, barba ed occhiali da intellettuale impegnato sotto un cielo grigio. No, non sta facendo la pipì, come a prima vista si potrebbe pensare, medita sul “cosa fare noi”.
Andrea, tra qualche minuto collegato con me in diretta, è da poco tornato da un viaggio dall’altra parte del mondo, ha scritto, suonato e prodotto Figlio del diavolo quasi in completa solitudine, con accanto alcuni fidati amici dei quali poi magari ci parlerà (Antonio Comandini, Dario Giovannini, Emanuele Bartolini, Andrea Cola) . L’ha pensato in stanze d’albergo durante i suoi viaggi di lavoro, l’ha suonato in un mese di clausura in casa sua, e poi l’ha offerto al gentile pubblico a partire dal 1 febbraio. Dodici brani cantati in italiano, a volte gridati con la chitarra come accompagnamento, con organi acidi, piani poetici, incroci di chitarre, il giusto ritmo. Un album che cresce, per dirla con una frase fatta. Pronti?
VAI AL LORO SITO http://www.marquezonline.com/
Andrea ci sei?
RispondiEliminaForse devi ancora recuperare il fuso orario?
RispondiEliminaEccomi! Ciao...
RispondiEliminaAhahah, no, stranamente tutto ok con il fuso!
RispondiEliminaCome va, da quelle parti?
RispondiEliminaSono fuso ;)
RispondiEliminaÈ venerdì per tutti, alligatori compresi...
RispondiEliminaBenvenuti nella palude Marquez, benvenuto Anndrea...
RispondiEliminaAh, ah, ah, potrebbe essere un bel titolo per una canzone ... è venerdì anche per gli alligatori.
RispondiEliminaEheheh
RispondiEliminaMa poi rinasco, quando sento cd come il tuo/vostro ...come dire?
RispondiEliminaLe energie fondamentali.
RispondiEliminaAh bene, questo è molto come dire... gratificante!
RispondiEliminaAllora lo faccio partire e se sei pronto vado con la prima domanda ...
RispondiEliminaOk, sono pronto
RispondiEliminaBene...
RispondiEliminaCome è nato “Figlio del diavolo”?
RispondiEliminaSapevo che avrei fatto qualcosa di diverso dai lavori precedenti, avevo l’idea di preservare l’impasto “imperfetto” che in genere mi piace nei miei provini, di abbandonare il suono della band e allo stesso tempo conservare un impatto rock and roll.
RispondiEliminaVolevo fare qualcosa che rispecchiasse di più questa mia urgenza di fare-la-musica e per prima cosa mi sono imposto di realizzare il tutto in tempi brevissimi.
RispondiEliminaUn disco molto rock, non lento insomma ;)
RispondiEliminaNo, no, per niente lento, ehehe
RispondiEliminaPerché questo titolo? ... un titolo molto rock, anche questo.
RispondiEliminaInfatti,
RispondiEliminai motivi sono principalmente due
il primo è principalmente una reazione, un modo per prendere le distanze dal “politicamente corretto” che mi infastidisce in tutto, anche nella musica
RispondiEliminaIl secondo invece è l’idea di un immaginario, quello del blues più classico, quello in cui si parlava per simboli, perchè la verità non era concessa o non era per tutti.
RispondiElimina... è un ritorno alle origini, vista la realtà che ci circonda e non ci piace.
RispondiEliminaCome è stata la gestazione di questo cd, dall’ideazione alla scrittura e alla registrazione?
RispondiEliminasi, in qualche modo...
RispondiEliminaMolto più rapida del solito appunto, e vissuta con più gioia e consapevolezza.
RispondiEliminaAvendo già chiare le modalità con le quali avrei voluto lavorare bisognava solamente mettersi a testa bassa, concretizzare le idee e farle dialogare con quanto già mi ritrovavo tra le mani, processo che ha consentito a brani come “Al fuoco” o “Abbia inizio la guerra” inizialmente concepite per chitarra e voce, di prendere strade diverse, di esplorare territori meno chitarrosi, diciamo così.
RispondiEliminaAl fuoco la sto ascotando ora ... che atmosfera anni '60... stana, d'impatto.
RispondiEliminaera un brano folk abbastanza canonico... poi ho pensato ai synth di Abbey Road...
RispondiEliminaEd è diventata qualcosa di più importante, per me almeno...ehehe
RispondiEliminaSi sente, si sente ...
RispondiEliminaQualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di “Figlio del diavolo”?
RispondiElimina... o anche quando l’hai scritto, in stanze d’hotel in giro.
RispondiEliminabè nelle stanze di hotel l'ho pensato...
RispondiEliminaavevo questa idea di realizzarlo in giro, ma non ci sono riuscito, non l'ho trovato così poetico
quindi ho riportato l'idea a casa...
RispondiEliminacredo che l’intero progetto per me rimarrà qualcosa di cui ricordarsi con piacere.
Per la prima volta ho realizzato tutto da solo, dalla fase di scrittura alla attuale (e mica tanto riuscita!) fase di promozione e affrontando una serie di insicurezze latenti ho concretizzato questo desiderio che avevo da molto tempo.
RispondiEliminaNello specifico mi sono veramente gustato l’aver registrato tutto senza cuffie ad un volume smodato nella stessa stanza di regia come si trattasse di un live, con i “rientri” e i disturbi del caso.
RispondiEliminaRiportando tutto a casa, in modo libero ...la fase di promozione è dura, mi dici.
RispondiEliminaCredo lo sia anche perchè gira molto materiale in giro. E trovare spazio non è semplice.
RispondiEliminaAhahah, esatto, riportando tutto a casa!
RispondiEliminaUn disco prodotto e distribuito in modo abbastanza originale, almeno per l’Italia. È in download gratuito dal 1 febbraio. Come mai questa scelta? Quali sono i riscontri?
RispondiEliminaSi c'è tanto materiale in giro e molto valido...
RispondiEliminaNon parlerei di scelta...
RispondiEliminacredo che piuttosto si tratti di sfruttare i pochi mezzi a disposizione per far sì che la propria musica arrivi un po’ più in là del proprio appartamento.
Per me non è poi un discorso così nuovo, già nel ‘90 facevo fotocopie e incollavo a mano le copertine per i demo-tapes degli Mwb che poi sarebbero stati venduti ai concerti o resi disponibili per l’ascolto di riviste e fanzine.
È l’idea del diy rapportata al mondo della comunicazione dei social network. I riscontri sono gli stessi di vent’anni fa, nel senso che se c’è una buona produzione che ti spinge (e per buona intendo magari anche ricca) allora c’è anche la possibilità di andare oltre la cerchia di amici e quella degli amici di amici, altrimenti si potrà parlare di resistenza musicale fatta per lo più si situazioni povere, di ingegni conseguentemente aguzzati e magari di piccoli-grandi risultati.
RispondiEliminaIn questo senso internet è una buona occasione
RispondiEliminaCerto,che tu sai ben sfruttare da sempre ... consiglio un giro sul tuo sito.
RispondiEliminaPer scaricare e sentire quello che hai da dire ...
RispondiEliminabè grazie!
RispondiEliminaSi ci si può trovare un bel po' di materiale da scaricare
RispondiEliminaNell'epoca di facebook, con tanti che abbandonano il sito, fa piacere vedere un bel sito ... complimenti.
RispondiEliminaTi confesso che sto mangiando pizza mentre ascolto A love supreme a lume di candela....
RispondiEliminaper controbilanciare l'epoca di facebook....
RispondiElimina:-)
si credo sia importante, ti ringrazio
Io invece sto ascoltando "Fossero pugni in faccia", altro pezzo d'impatto, molto rock... si mi sa che questo è un disco rock.
RispondiEliminase io mi immaginavo un complimento bello per questo disco era proprio questo, ti ringrazio con un certo rispetto!
RispondiEliminaVolevo con tutte le forze che fosse un disco rock
RispondiEliminaCi sei riuscito ...
RispondiEliminaSe fosse un concept-album su cosa sarebbe?
RispondiEliminaSe proprio ci dovessi trovare un comune denominatore forse sarebbe la “ciclicità”, intesa come loop, come tempo ciclico. Dal punto di vista musicale ci sento molto questa ossessione (spesso ho usato gli strumenti suonati come generatori di pattern “elettronici”) e anche nei testi credo si sentano queste ripartenze, queste palingenesi delle quali per la verità anche io mi sono reso conto solo dopo, a lavoro ultimato.
RispondiEliminaE dele canzoni che mi dici? C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero?
RispondiEliminaè una domanda trabocchetto?
RispondiEliminaUna delle mie preferite è “Meno male che non dormo quasi mai” perchè è il brano italianissimo che da tempo cercavo di fare, una sorta di “standard” per così dire, del quale mi piacciono l’esplosione armonica del ritornello e il testo, che esplora un altro modo di scrivere, sempre all’interno della semplicità che ricerco ostinatamente
RispondiEliminaScivolosa come la palude ...
RispondiEliminaMi reiferivo alla mia domanda ;)
RispondiEliminaSì, “Meno male che non dormo quasi mai” è anche uno dei miei preferiti.
RispondiEliminaun respiro in mezzo alla tensione invece più comune al disco
RispondiEliminaAnche "In apnea" non è male ...
RispondiEliminaOltre alla già citata "Fossero pugni in faccia".
RispondiEliminabè, se la metti così a me piacciono tutte...
RispondiEliminaBe', sicuramente, messa così ;)
RispondiEliminaio sono contento, ecco
RispondiEliminaci sono molte canzoni che avrei voluto scrivere io in questo disco
:-)
Fa piacere questo.
RispondiEliminache è una frase che ha sempre il suo charme
RispondiEliminaCopertina molto particolare, con un taglio d’inquadratura alla Orson Welles, direbbe il cinefilo che è in me. Di chi è opera? È nata prima la copertina o prima il cd?
RispondiEliminami piace che ad ogni nostro incontro ci scappi un riferimento cinematografico, mi piace proprio!
RispondiEliminaLe fotografie che sto utilizzando, compresa quella della cover sono di Claudia Simonetto che verrà senza dubbio messa al corrente del complimento; lei oltre ad essere la mia famiglia è una creativa mica da poco e io sapevo che sarebbe stata l’unica in grado di venire a capo dello zibaldone che avevo in mente.
RispondiEliminaQuella figura lì senza respiro, che in realtà va contro ogni logica d’inquadratura fotografica, è allo stesso tempo incredibilmente cinematografica e questa sua natura paradossale, insieme alla “gravità” che trasuda, la rende perfetta per l’immaginario di “Figlio del diavolo”.
RispondiEliminaE pensare che abbiamo iniziato a scattare ridendoci in faccia con la mia affermazione: "sapevo che non avrebbe funzionato!"
RispondiEliminaUn saluto a Claudia, che ha saputo cogliere ...
RispondiEliminapresenterò
RispondiEliminaCome e dove presenterai il cd?
RispondiEliminaGli amici di sempre che hanno suonato con te nel cd, ci sono, ci saranno in qualche occasione?
loro sono sempre preziosi e queso magari è un buon momento per ringraziarli di cuore. Toto, Bart, Dario e Cola sono amici e ottimi musicisti...
RispondiEliminaIo però sto vivendo il periodo lavorativamente più intenso della mia vitae la cosa che rende veramente difficile fare programmi in questo senso.
RispondiEliminaAncora non ci ho pensato per benino, ma mi piacerebbe organizzare qualcosa, un evento unico magari, come avevamo fatto per “Il rumore migliore”... per ora mi accontento di essere arrivato fino a qui, alla sua realizzazione che per gli stessi motivi è stata gravemente in dubbio fino alla fine.
RispondiEliminaIn effetti è stat dura trovare una serata per questa blog-intervista ...
RispondiEliminavediamo...
RispondiEliminaPer finire: una domande che non ti ho fatto, una risposta e poi tutti a nanna ...anche se è presto e abbiamo detto tutto, mi pare.
RispondiEliminaCosa aggiungere? ...
RispondiEliminasi, ma andava fatta e ci siamo riusciti! e prendo anche al balzo l'occasione per ringraziarti...
RispondiEliminaho scoperto Edipo attraverso le tue pagine, mi piace proprio. Qualcuno che dice qualcosa, perdio!
RispondiEliminaio ne ho bisogno...
Fa piacere questi incontri qua in palude ... anche lui è uno che ama l'autoproduzione.
RispondiEliminaE anche tu, anzi, voi Marquez, qualcosa da dire avete ...
RispondiEliminaeh ho visto...e infatti non ha mica peli sulla lingua quello lì
RispondiEliminabè si, lo spero...
RispondiEliminaIl disco mi ha colpito subito, consiglio a tutti di passare da te per scaricarlo, sentirlo e poi magari dire cosa ne pensa qua ...
RispondiEliminaUsiamola questa Rete del c...
RispondiEliminasi, per me è importante che se piace venga passato a un amico...
RispondiEliminaBravo! Usiamola!
RispondiEliminaE questa sera l'abbiamo usata ... grazie Andrea.
RispondiEliminaSe non haio altro da dichiarare, chiudiamo qui ...
RispondiEliminaGrazie a te, il tuo è un blog prezioso
RispondiEliminaNo, direi che è tutto anche per me, grazie davvero.
RispondiEliminaGrazie a te, spero di continuare ad esserlo ...
RispondiElimina... e allora, buonanotte e buonafortuna ai Marquez.
RispondiEliminaBuonanotte a te Alligatore, è sempre un piacere
RispondiEliminaSempre piacevole passare in palude e trovare queste chiacchere interessanti con persobaggi veri.
RispondiEliminaLa foto dell'album è magnifica, complimenti.
Miagolii affettuosi Ally
Grazie Fel. Sì, foto molto suggestiva, colpisce e affonda. Miaooooo...
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