Come nasce un tuo scritto? Come decidi una storia da raccontare? Oppure è lei che decide di farsi raccontare da te?
Generalmente, da un proiettile magico. Davvero. Uno è lì che passeggia per via Indipendenza, e c’è un elfo invisibile con un proiettile magico dietro un portico, mira alla tua testa, tac, il proiettile magico è nel tuo cervello, si apre come un fiore, un attimo prima non avevi mezza idea, un attimo dopo hai questa trama che si dipana nel tuo cranio, personaggi, dialoghi, un finale, un altro finale... quando capita, davvero, è bellissimo.
Per leggere l’intera mia intervista a Gianluca Morozzi sul sito di Smemoranda clicca qui
Un proiettile magico per scrivere - Intervista a Gianluca Morozzi
Stuzzicante questa intervista.
RispondiEliminaL'anticipazione mi ha fatto venire in mente Pennac:
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore". "Meglio così che il contrario", risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile".
Ciao Ally.
Ciao Ross ... bella questa di Pennac, autore che confesso, non ho mai letto ... credo dovrei.
RispondiElimina"La fata carabina", bel romanzo, come tutti quelli di Pennac che ho letto. Anche io ci ho pensato leggendo l'introduzione.
RispondiEliminaPresto leggerò anche l'intervista a Morozzi, promesso!
Allora devo proprio leggerlo ;)
RispondiElimina@Ally: ahi, allora se non conosci la saga della mitica famiglia Malaussène e in particolare La fata carabina ti manca un pezzo per cogliere la citazione... Cerca di rimediare al più presto, sono sicura che Pennac ti piacerà! :)
RispondiEliminaL'ispirazione arriva in un attimo, sta a noi coglierla.
RispondiEliminaBuon lunedì!
Anche io ho pensato a "la fata Carabina", uno di quei libri difficili da dimenticare. L'idea dell'elfo che ti spara è magnifica, mi prenderei volentieri un proiettile simile nel cervello :)
RispondiEliminaMolto interessante!
RispondiEliminamorozzi è molto bravo come sempre
RispondiEliminaDavvero interessante mi è venuta voglia di leggerlo anche a me. grazie
RispondiEliminagrazie!
RispondiElimina@Ross
RispondiEliminaGrazie del consiglio, lo metterò in lista, lunghissima a dire il vero ... magari lo passo avanti ;)
@Kylie
... al volo. Grazie, a te.
@Maraptica
Leggerò, sto diventando curioso. Pam!
@Astronauta
Sì, Moroz è sempre stimolante per chi legge e anche per chi scrive.
@Maurizio Pratelli
Concordo, è veramente un grande. E in questo libro è in coppia con una grande: Elisa Genghini.
@pOpale
Chi dici? Moroz o Pennac?
@Ernest
Prego, non c'è di che ...grazie a te.
Intervista interessante, anche se le cose scritte a quattro mani non mi attirano per istinto, e quando me le hanno proposte come autore ho sempre avuto reazioni del tipo "Stai scherzando, spero..."
RispondiEliminaOvviamente rispetto chi la pensa diversamente, e non nego che se fatta per gioco e tra persone affiatate la cosa possa anche generare inaspettati e divertenti risultati, ma credo troppo nel genio creativo individuale, e nella famosa frase di Churchill secondo cui "l'équipe migliore è composta da tre persone, DUE DELLE QUALI ASSENTI"... :D
(a maggior ragione nel campo narrativo)
@ZioScriba
RispondiEliminaSì, concordo, è una questione di affiatamento e carattere ... pure io sono un lupo solitario. Moroz e Elisa Genghini probabilmente lo sono molto, affiatati, e pure il gioco dello scambio sessuale maschio/femmina al centro del libro, si prestava molto a questo scrivere a quattro mani.
Trovo che l'allegoria (si dice così? m'è venuto il dubbio) del proiettile magico sia straordinaria. Unica.
RispondiEliminaE se questo fosse un biglietto di presentazione penso valga la pena accostarsi all'autore. Magari lo farò, magari no: è un periodo che coi libri, giro e rigiro i letti e i stra letti.
Come dice Zio Scriba la composizione a quattro mani è .. mah mi frena, a meno che non sia un dossier o cose così.
Diciamo che son svogliata io forse ultimamente :)
buona giornata :)
@chaillrun
RispondiEliminaSe non hai mai letto un libro di Morozzi, te lo consiglio, fa tornare la voglia di leggere ... veramente uno spasso. Non mi ha mai deluso, e con lui ti divertiresti pure a scriverlo ;)
Sarò onesta: l'immagine, da persona che con le parole ci vive tutto il giorno e sa che il difficile non è mettere, ma togliere, mi sdubbia, e anche parecchio.
RispondiEliminaTroppo finto-poetico casuale, per i miei gusti. Molto, ma molto meglio, più sottile, ironica, quasi perfida, la citazione di quel genio di Pennac!
Ne succedono ancora tante di cose a Bologna! O non siamo nella città felsinea?
RispondiElimina@'povna
RispondiEliminaHo trovato la battuta di Moroz simpatica per un'intervista. Il discorso di Pennac è più elaborato, forse perchè scritto per un libro (e chissà quanto ha tolto e limato, come farà di sicuro anche Moroz per i suoi libri). Comunque, W la sincerità ;)
@Adriano Maini
Già Bologna, la grassa, Bologna la dotta ... di cose ne succedono un sacco nella città del Moroz ...
Che dono quello della scrittura! Fortunato Gianluca. A volte credo che tutti questi anni immersa nei numeri mi abbiano smorzato la vena...
RispondiElimina:(
Vado a leggermi l'intervista.
Ciao.
:)
@Stefania
RispondiEliminaSì, credo che sia un dono, ma poi bisogna esercitarsi molto, scrivere e riscrivere, leggere, leggere molto anche altri autori ... il tempo dedicato al lavoro spesso uccide la creatività, smorza le vene e succhia il sangue ... comunque, leggi quello che dice il Moroz... è sempre divertente.
Interessante; ho letto l'intervista, ma più che il romanzo, che sembra carino, ma non è esattamente il mio genere, mi ha fatto piacere scoprire uno scrittore nostrano, penso che in libreria cercherò qualcosa di suo appena ci capito.
RispondiElimina@Roby Bulgaro
RispondiEliminaPer me è sempre un piacere leggerlo (ho letto quasi tutto di Moroz, e ha scritto molto)... appassionato di calcio (Bologna) in modo ironico disincantato, di musica (il Boss su tutti, magnifico il suo "Accecati dalla luce"), fumetti e passioni. Un mondo, iniziato con la piccolacasa editrice Fernandel di Ravenna e proseguito con altre, non abbandonando mai del tutto la casa editrice degli inizi.
Io ho appena cominciato a leggere il suo ultimo libro "Chi non muore".
RispondiEliminaciao
and
@and
RispondiElimina... ma è l'ultimo? Non riesco più a starci dietro. Scrive troppo ;)