Le cipolle rosse fanno bene alla salute, al nostro fisico, le cipolle rosse ospiti questa sera sul blog fanno bene alla mente. Red Onions appunto, una giovane band umbra difficilmente classificabile (Cantautorato? Rock progressive? Hard-rock?... chiamiamola musica vera), in parte di origini calabresi, terra nota, tra l’altro, per la cipolla rossa. Veramente forti e sconvolgenti, ad ogni ascolto ti sorprendono con cose nuove. Non sembrano di questa nostra epoca i Red Onions, visto l’impegno e la ricerca nei loro testi e nelle loro musiche.
Il recente cd autoprodotto, Diario d’un uomo qualunque, è spiazzante nei cambi di marcia, nell’alternare cantato in italiano a cantato in inglese, nella lunghezza dei pezzi, nell’elettricità, ma alla fine si sente di aver ascoltato un’opera unica, un vero e proprio concept-album sull’uomo di oggi, schiacciato dal regime mediatico (ma ne parleremo con loro). Cipolle, fondamentali nel Storia del rock, fondamentali nella nostra cucina. Questa sera vero e proprio cibo per la mente. Pronte in tavola?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/redonions
Si, la tavola è apparecchiata
RispondiEliminaPerfetto, questa sera si mangia ...
RispondiEliminaBenvenuti nella palude Red Onions ...
RispondiEliminaBentrovato Alligatore e grazie per averci invitato
RispondiEliminaGrazie a voi di aver accettato e ho visto che vi siete fatti un bel blog per l'occasione ...
RispondiEliminaSi ci siamo iscritti. Magari useremo anche questo strumento oltre a myspace, sito e facebook, tanto per non farci mancare nulla.
RispondiEliminaBene, bene ...ci siete tutti, insieme appassionatamente?
RispondiEliminaLasciamo il mistero ...
RispondiEliminaCerto, siamo tutti qui dinanzi al pc ammucchiati in discesa a difesa della nostra celebrazione (citando De Andrè)
RispondiEliminaOttimo, allora faccio partire il vostro cd e vado con la prima domanda ...
RispondiEliminasiamo tutt'orecchie
RispondiEliminaEccola ...
RispondiEliminaChi sono i Red Onions?
RispondiEliminaDavide: I Red Onions sono 5 persone. Hanno raggiunto questo numero in diversi anni. Hanno a che fare con la musica, da più anni ancora. I loro strumenti sono quasi tutti rossi e tutti loro amano le cipolle rosse. Oppure i Red Onions sono 5 cipolle rosse che amano le note ed i Red Onions.
RispondiEliminaInsomma sono: Davide,Leone,Ali,Marcello e Nicola.
Come mai questo nome?
RispondiElimina… le cipolle rosse fanno bene?
RispondiEliminaLeone: Secondo uno studio americano di qualche tempo fa, le cipolle rosse – e in particolare quella di tropea – detengono un forte potere afrodisiaco: il nostro nome urla a chi ci ascolta che le emozioni scaturiscono dal ventre, ma che senza la sublimazione del pensiero – e mi riferisco alla lacrima che si versa affettando questo squisito frutto della terra – le medesime emozioni rimangono una sterile eiaculazione.
RispondiEliminaQuesta è spledida, me la segno ... ho fermato la musica per rileggermela.
RispondiEliminaConcordo!
RispondiEliminaGrande
RispondiEliminaContinuando ...
RispondiEliminaCome nascono le vostre canzoni?
RispondiEliminaCome vedi ci alterniamo nelle risposte come se ci sbucciassimo come cipolle rosse
RispondiElimina... prima la musica e dopo le parole o è il contrario?
RispondiEliminaLeone: Come già precisato altrove, sono diverse le modalità che portano alla composizione definitiva di un nostro brano. Nel caso di una canzone scritta da un solo autore, il pezzo viene presentato sostanzialmente come prodotto finito che si arricchisce durante l’arrangiamento a cui partecipano tutti i componenti del gruppo; quando, invece, più autori collaborano alla stesura di uno stesso pezzo, l’autore del testo si attiene alla parte musicale. Normalmente preferiamo scrivere prima la musica e poi le parole, ma ci sono casi, anche all’interno del nostro primo lavoro, in cui un’idea armonica sia stata ispirata e sia scaturita da un testo preesistente.
RispondiEliminaGià, vedo...
RispondiElimina...era riferito allo sbucciarsi come cipolle ...
RispondiEliminaMa restando sul testo ...
RispondiEliminaCome sono nate quelle del recente cd?
RispondiEliminalo intravedi tra i colori fumosi della nostra musica?
RispondiEliminaSi ci sono colori fumosi ... escono dal lettore.
RispondiElimina... è la cipolla che brucia.
RispondiEliminaDavide: Le canzoni di Diario d’un uomo qualunque nascono quasi ognuna come le altre. La differenza è che presto ci si è resi conto che si stava raccontando una stessa storia, da prospettive e punti di vista diversi. Da sole si sono disposte in capitoli, infiniti peraltro. In fondo è il nostro signor Beta, con la sua quotidianità, che ci ha aiutato.
RispondiEliminaSignor beta ...
RispondiEliminaAllora parliamo di ispirazione ...
RispondiElimina…A proposito di scrittura e ispirazione, mi ricordo quello che diceva Eddie Vedder: le idee migliori vengono nei momenti più inopportuni, quando non hai la possibilità di buttarle giù. Poi le dimentichi, e ti rimane il vago ricordo di una cosa grandissima....che rabbia.
RispondiEliminaLeone: La musica viene fuori da sé: mentre suoni tra le quattro mura di casa, mentre prepari il caffé o fai spesa al supermarket, o più semplicemente camminando per strada; per quanto riguarda i testi, basta guardarsi intorno con occhio critico e una discreta dose di immaginazione: sono il giornale, un libro che stai leggendo, un dipinto, il racconto di un amico, l’esperienza personale, persino la TV alle volte, a fornire il materiale che, efficacemente rielaborato, confluisce in una canzone...
RispondiEliminaVedder non poteva fare osservazione più acuta! Ero per strada quando mi balenò nella testa il riff di The joke of a while: canticchiai come un matto quel motivetto per venti minuti prima di arrivare a casa e poterlo finalmente suonare!
RispondiEliminaIl famoso autobus di Zavattini ...
RispondiEliminaNon credo che nessuno di noi porti con sé un registratore o un quaderno, dal momento che combattiamo di continuo con decine di fogli volanti!
RispondiElimina“Diario d’un uomo qualunque” è un’autoproduzione. È stato difficile farlo? Lo consigliereste ad altri giovani musicanti?
RispondiEliminagrazie ai potenti mezzi tecnologici abbiamo scoperto di vedere un nuovo film!!!
RispondiElimina... un nuovo film.
RispondiEliminaAli: Ad essere sinceri è stata una sfacchinata non da poco. Due sono i veri ostacoli. Il primo è il fatto che bisogna fare tutto senza l’aiuto di quelle figura tipicamente in grado di dare suggerimenti e indirizzare utilmente verso terreni già sperimentati e certi, dalla sala di registrazione fino alla stampa passando per i consigli per le “modalità” di produzione della propria musica e quindi del veicolo del proprio messaggio.
RispondiEliminaIl secondo è, banalmente, il denaro. Autoprodursi costa, e non poco. Quando si è degli squattrinati come noi e come la maggior parte dei musicisti indipendenti , il prezzo del proprio disco lo si sente sul vivere quotidiano. Lo si fa solo per vera e sana passione. Agli altri consiglio ovviamente di trovare, se non una totale produzione, magari delle forme di collaborazione, almeno per tagliare qualche costo ed avere qualche suggerimento in più. Ma se non le si trova e si crede in quello che si fa: rimboccarsi le maniche e non mollare!
RispondiEliminaIl risultato, nonostante la mancanza della figura "esperta/esterna", devo dire, è notevole.
RispondiEliminaE poi nella promozione qualcuno c'è che vi aiuta ...
RispondiEliminagrazie mille, siamo lusingati.
RispondiEliminaIn questo caso il perseverare si è dimostrato diabolicamente funzionale.
e certo, cogliamo l'occasione per ringraziare la synpress44 di Donato e Francesca che abbiamo avuto la fortuna di incontrare sul nostro cammino subito dopo l'uscita dell'album.
RispondiEliminaGià, pensavo a loro ...
RispondiEliminaC’è una canzone in particolare che rappresenta il redonions-sound?
RispondiEliminaDura ... lo so.
RispondiEliminaMarcello: Non c'è una canzone in particolare che rappresenta il redonions-sound. Non basta ascoltare una canzone per definire il nostro sound poiché il nostro repertorio è vario. Nel Diario d'un uomo qualunque avrete ascoltato la canzone d'autore, il prog-rock anni 70 attraversato da momenti di psichedelia… sono la commistione, la contaminazione che ci contraddistinguono.
RispondiEliminaSì, non c'è dubbio.
RispondiEliminaSe “Diario d’un uomo qualunque” fosse un concept-album su cosa sarebbe? ... probabilmente lo è.
RispondiEliminaMarcello: Diario d'un uomo qualunque è un concept album. Leggiamo la storia del sig. Beta sul suo diario e, tramite questo, la condizione dell’intero genere umano. Su www.redonions.it, cliccando su discografia/diario d’un uomo qualunque, si possono trovare tutte le delucidazioni sui testi e sulla storia che raccontano.
RispondiEliminaCome facevi notare, è un disco che malgrado le differenze di stile all'interno delle canzoni si fa ascoltare come unicum...
...e magari accompagnato da un unicum.
RispondiEliminaGiusto è ora di bere qualcosa ;)
RispondiEliminaottimo, salute ;-)
RispondiEliminache buon pro ti faccia, oh Alligatore
RispondiEliminaAlla nostra ...ah, ci voleva.
RispondiEliminaPerché questa scelta di cantare in italiano e in inglese?
RispondiEliminaDavide: La maggior parte, o quasi tutte, le nostre canzoni utilizzano quel meraviglioso codice che fu latino. Il rendere atto agli anglosassoni, però, della dannata versatilità del loro idioma, e della sua storia musicale, ci ha portato a trattare alcuni temi guardando ad Albione. In fondo la lingua è solo parte del linguaggio – soprattutto quando si tratta di musica.
RispondiEliminaCon Internet che rapporto avete da utenti?
RispondiEliminaAli: diversi rapporti che fanno capo alle nostre diverse attitudini e predisposizioni. Avendo al nostro interno dal letterato puro che ama scrivere e sporcarsi con l’inchiostro fino al programmatore che fa dell’informatica il proprio mestiere, possiamo tranquillamente rappresentare tutte le sfumature del rapporto con la rete.
RispondiElimina… e da musicanti, il vostro rapporto con la Rete delle Reti e le nuove tecnologie in generale?
RispondiEliminaSotto questo punto di vista non ci sono dubbi che è il nostro mezzo primario di mantenimento dei rapporti con i fans e pubblicizzazione della nostra musica, dei nostri concerti e, a volte dei nostri “pensieri collettivi”. Tutto ciò non toglie che il mondo reale, il “mondo dei mondi” è il luogo ove nasce e dove torna tutta la nostra musica e la nostra passione. Non c’è internet che tenga.
RispondiEliminaMyspace vi sembra una cosa buona o solo una vetrinetta? ... superato da Facebook?
RispondiEliminaAnche se ora FB appare ridimensionato, non è più la moda del momento, fa pure cose impegnate, manifestazioni …
RispondiEliminaNicola: Sono sicuramente delle ottime innovazioni se non restassero a galla nella loro estrema inutilità pratica; myspace, così come fb, è nato sotto i migliori auspici: possibilità di inserire tracce audio, recensioni, foto, video, ma col tempo, a mio parere, si è trasformato in un semplice e personale “elenco di cose”. Sono proprio gli utenti ad aver trasformato questi social network, che, come tali, attendono soltanto di essere scalzati da qualcosa d’altro che ben presto si eleverà al rango di “nuova moda del momento”.
RispondiEliminaAllora ritorniamo al territorio...
RispondiEliminaVenite da Perugia, città lontana dai grandi centri. È un bene o un male crescere lontano dai grandi centri per dei giovani musicanti? … è facile fare progressive-rock nella regione Umbria Jazz?
RispondiEliminatema interessante
RispondiEliminaAli: Perugia è una piccola città, possiede un circuito musicale abbastanza ristretto con pochi grandi palchi e pochi eventi nei quali esibirsi. In questo scenario emergere diventa abbastanza difficile e bisogna lottare anche con una certa chiusura rispetto a chi non appartiene da sempre al territorio. Sebbene anche qui s’incontrino persone in grado di apprezzare la buona musica, bisogna ammettere che il genere che facciamo non è dei più diffusi e conosciuti, soprattutto all'interno di confini così ristretti. È una situazione piuttosto faticosa.
RispondiEliminaNessuno di voi è nato a Perugia? ... siete di origini calabresi, come le cipolle rosse di Tropea?
RispondiEliminanessuno di noi è perugino: due quinti del gruppo viene dalla terra calabra per l'esattezza reggio calabria e cosenza, gli altri da frosinone, taranto e campobasso
RispondiElimina..note sparse
RispondiEliminaAvete rapporti con altre band e/o musicanti della/e vostra/e città? Di altre …
RispondiEliminaLeone: I rapporti con band o singoli musicisti rimangono, per lo più, frequentazioni di tipo personale: la possibilità di collaborazione viene frustrata dagli esigui palchi a disposizione e dallo scarso interesse degli addetti ai lavori per gruppi che non scendono a compromessi.
RispondiEliminaE allora, chi chiedo com’è la vita del musicante indipendente?
RispondiEliminaCome si riesce “a fare l’artista” e nel contempo vivere una vita “borghese”, con lavori e menate varie?
RispondiEliminaPochi, pochissimi, nell’alternative italico vivono di musica …
RispondiEliminaNicola: Se il “musicante indipendente” non fosse tale, sarebbe inutile parlarne. Credo sia una scelta inconscia e gravata comunque dal gusto; è proprio il gusto personale a creare questo tipo di etichetta. L’artista non fa un mestiere, l’artista mette in pratica ogni sintomo della sua sensibilità, che si trasforma in pittura, musica, parole, pensieri… purtroppo sono le situazioni dei giorni d’oggi ad ingabbiarci in una vita “borghese”; il lavoro, la casa, l’università sono istanze necessarie esclusivamente per non morire di fame.
RispondiElimina"Ingabbiati" termine perfetto, compriendo ...
RispondiEliminaIl primo disco/cassetta della vostra vita?...quello acquistato, intendo.
RispondiElimina...penso sia il termine più adatto
RispondiEliminaDavide: Da bambino tirai la giacca di mio padre davanti ad una cassetta dei Beatles, era una raccolta. Rimasi un po’ male quando scoprii che non suonavano più da qualche anno, ma ho continuato ad ascoltarli.
RispondiEliminaLeone: When I was young – come direbbero Lennon o Ian Anderson – passavo interi pomeriggi in casa di un mio amico a registrare musicassette dai dischi di suo fratello maggiore; solo più tardi, esaurito l’ascolto dell’enorme quantità di musica a mia disposizione, entrai in un negozio di dischi e acquistai la Suite Sinfonica Sheherazade, del compositore russo Rimsky-Korsakov. Il primo CD acquistato non mi avvicinò alla musica, ma cambiò radicalmente il modo di ascoltarla ed intenderla.
RispondiEliminaAli: Sinceramente non ricordo il primo disco comprato. Ricordo con gioia il primo ascoltato: Made in Japan dei Deep Purple, vinile trovato nella discografia di mia madre.
RispondiEliminaMarcello: Non ricordo bene il mio primo acquisto, però ricordo il mio primo approccio con i 45 giri di Celentano e dei Beatles a casa di mio nonno.
RispondiEliminaNicola: Il mio primo disco acquistato è stato “Anathems to the welkin at dusk” degli Emperor.
RispondiEliminaInsomma, confermate la varietà dei vostri ascolti, come nella musica che fate, anche se il primo disco non è tutta la musica che poi uno ascolta (spesso è un disco vergongna, che non si può citare ... non è così nel vostro caso).
RispondiEliminaper fortuna è andata bene...siamo salvi
RispondiEliminase consideriamo che alcuni di noi hanno comprato il primo disco in età avanzata
RispondiElimina... già, ma vale lo stesso questa prima volta in età avanzata... anzi, c'è consapevolezza, c'è la sublimazione del pesniero...per riagganciarci al discorso iniziale.
RispondiEliminagrazie Alligator
RispondiEliminaPenultima domanda ...
RispondiEliminaLeone: Nessun demone interiore o presunzione di piacere ad ogni costo. Ancor più che la ovvia passione per la musica, ci spinge a comporre la volontà di sensibilizzare le coscienze su temi spesso ignorati o ritenuti di sola competenza dei detentori del potere decisionale. Al modello imposto dai media – che ci vorrebbe ridotti ad una consenziente massa uniforme – contrapponiamo la rivalutazione dell’individuo all’interno della società, il dovere del singolo di interrogarsi ed esprimersi su argomenti della vita sociale e politica.
RispondiEliminaIn una parola: l'Impegno.
RispondiEliminaO no?
RispondiEliminacerto, essenzialmente l'essere umano è un animale politico....spesso pero' ce ne dimentichiamo.
RispondiElimina... e allora, una domanda che non vi ho fatto, una risposta e poi tutti a nanna.
RispondiEliminaNicola: Dunque, una bella domanda potrebbe essere questa: qual è il vostro pubblico e, soprattutto, quanto sa di progressive? Non credo che il nostro giovane pubblico abbia una radicata tradizione d’ascolto di musica prog; ma credo altresì che sia proprio qui la sfida: far conoscere un genere “di nicchia” così intenso ed intimo, il cui ascolto valga la pena di essere ricordato! Quindi, buon ascolto e buona musica.
RispondiEliminaGrazie, la buona musica è la vostra, che ho ascoltato questa sera e in questi giorni.
RispondiEliminaGrazie Cipolle Rosse.
RispondiEliminagrazie a te per l'ospitalità e per l'apprezzamento sincero.
RispondiEliminaSEE YOU LATER ALLIGATOR
SEE YOU IN A WHILE ... così dicono di rispondere in internet, anche se non so bene cosa ho detto ;)
RispondiEliminavai traquillo tanto non lo sappiamo neanche noi ;-)
RispondiEliminaPerfetto ... chiusura cult.
RispondiEliminaGrazie Davide, Leone, Ali, Marcello e Nicola...
RispondiEliminaBuonanotte e buonafortuna Red Onions.
RispondiEliminaSimpatici questi cipollotti.
RispondiEliminaMi appassiono sempre di più alle tue interviste musicali (l'unico suggerimento che mi sento di darti, se mi è concesso, è che si potrebbe provare a variare un po' le domande di volta in volta).
'Notte bella gente.
Ti percepivo nell'aria Ross ... e quanto al suggerimento (che devi darmi, 1, 10, 100, 1000) è vero, qualche variazione sul tema ci può stare benissimo (si accettano suggerimenti).
RispondiEliminaNotte Cipollina Ross ;)
ottima!
RispondiEliminaun saluto
Letta. Bella e vera l'osservazione di Eddie Vedder che hai citato. E' anche vero, però, che c'è un sottile piacere nel permettersi il lusso di essere spreconi...
RispondiEliminaComplimenti ai Red Onions. Incuriosita dalla tua intervista ,ho visto un loro video...
Buona serata!
cazzo, grandi red onions!
RispondiElimina@Ernest
RispondiEliminaUn saluto a te ...
@giacy.nta
Già, si può perdere qualcosa, ma se era così bello si soffre... grazie per la lettura. Spero che i Red Onions ti piacciano. Sono originali. Mi hanno colpito molto.
@iggy
Sì, sono veramente grandi i Red Onions, e meritano molti ascolti. Grande anche il tuo simbolo, che vorrei vedere più spesso.
Davanti, dietro, sopra, sotto, in parte ... il rosso rende molto sempre!
RispondiElimina