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martedì 30 novembre 2010

Intervista ai Numero6

I Numero6 sono in quattro ma suonano come otto e si divertono come in sedici. Sembrano usciti da un film (magari di Mario Monicelli), per il modo di proporsi, per le canzoni scritte come una sceneggiatura, per certe melodie anni sessanta. Ascoltandoli ti colpiscono subito le frasi, sicuramente lavorate, asciugate, scalpellate come nella bottega di uno scrittore. Non a caso sono andati in giro con Enrico Brizzi, per il reading Il pellegrino dalle braccia d’inchiostro, una canzone del recente cd è stata scritta insieme a Matteo B. Bianchi, e uno della band sta scrivendo un libro. Ma scrittori, a dire il vero, lo sono da sempre, fin dai tempi dei Laghisecchi.
Ma questo è un blog di rock, e allora parliamo di musica, quella di I love you fortissimo, cd uscito da qualche settimana per Supermota. Cd che ha scassato il lettore della mia auto a forza di ascoltarlo (è vero, dopo di loro si rifiuta di funzionare). Mentre andavo al lavoro mi tenevano compagnia, e pure al decimo ascolto scoppiavo a ridere per certe frasi, o mi fermavo a riflettere per altre. Michele Mezzala Bitossi è un degno cantautore degli anni zero (e anche prima e dopo), scanzonato e irridente, a tratti malinconico e surreale, con un sacco di cose da dire. Questa sera le dirà direttamente sul blog …se è pronto. Pronto?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/numero6

92 commenti:

  1. anonimo sono io, sono mezzala..;)

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  2. Ciao, benvenuto nella palude, ti riconosco dalla voce.

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  3. Bene Mezzala :) possiamo cominciare...

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  4. Fuori intervista: perchè Mezzala? ... è il tuo ruolo a calcio?

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  5. Troppo fuori.
    Domanda classica: chi sono i Numero6?

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  6. ma magari..;) no. la mezzala per me è un emblema di un calcio che non esiste più, un calcio dove ancora regnava la fantasia e un po' di sana anarchia..

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  7. Già, con i numeri da 1 a 11, massimoi 16, 21 ...

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  8. sono quattro persone piuttosto giovanili e fuori forma che non hanno niente di meglio da fare che scrivere canzoni a getto continuo, passare ore e ore in sala prove ad arrangiarle, suonarle, buttarle nel cesso, riprenderle in mano insudiciate, ripulirle per bene, ricominciare a suonarle, sceglierne alcune, registrarle e, a un certo punto, puibblicarle.
    Ci chiamiamo Andrea, Michele, Stefano e Tristan. A parte quest'ultimo (Di Torino) siamo genovesi. Io in più sono genoano, padre di famiglia. Siamo tutti eterosessuali e sessuomani.

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  9. Presentazione impeccabile, non manca nulla.
    p.s. non ti dico per chi tifo io (abbiamo portato via 3 punti quest'anno alla tua squadra, che mi sta comuqnue molto simpatica ... anche per questo).

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  10. no adesso me lo dici per chi tifi..;)

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  11. Dramma, salta l'intervista per il calcio? ... no,dai!

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  12. ahhaha, okok

    comunque:questo nome Perchè tutti gli altri costavano troppo. E comunque alla fine ci piace, un po' perchè rimanda al protagonista di “the prisoner”, una serie tv assolutamente vintage, surreale e tristemente premonitrice di fine anni sessanta che molti dovrebbero andare a riscoprire, un altro po' perchè il sei era il numero del “libero”, un ruolo tipico di un calcio che purtroppo non esiste più e al quale sono ancora molto affezionato.

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  13. Sapevo di “the prisoner”, che devo andare a ripescare, e immaginavo del calcio, del libero...

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  14. Come nasce una vostra canzone?
    ... le vostre molte canzoni.

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  15. Dipende dalle volte. Può capitare grazie a coiti più o meno focosi, inseminazioni artificiali o, più spesso, tamite magnanime cicogne che ci vengono a far visita. Succede anche che io scriva una musica, un testo, registri un provino alla benn'emeglio e lo proponga ai miei soci. Se la cosa convince ci si lavora su insieme e si spera che non esca un neonato deforme.

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  16. Bella e vera questa cosa del parto...si, ogni canzone è un parto, le vostra anche dei party...

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  17. Come sono nate quelle del recente “I love you fortissimo”?

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  18. Curiosamente tutte con il terzo metodo di cui sopra. Negli ultimi tempi in effetti l'ispirazione non mi ha lasciato in panne su una statale di campagna regalandomi al contrario una serie di buoni spunti su cui lavorare. Ho scritto più di sessanta brani. Dopo una lunga e faticosa scrematura sedici sono stati utilizzati per l'ultimo progetto dei Numero6 (tra disco e ep), una ventina per il mio album solista a nome “mezzala” che uscirà tra marzo e aprile, altre le ho brutalmente cassate, altre ancora le venderò a caro prezzo a qualche major in cerca di chicche per il valerioscanu di turno.

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  19. …A proposito di scrittura e ispirazione, mi ricordo quello che diceva Eddie Vedder: le idee migliori vengono nei momenti più inopportuni, quando non hai la possibilità di buttarle giù. Poi le dimentichi, e ti rimane il vago ricordo di una cosa grandissima....che rabbia.

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  20. Mai capitato? Giri con un quadernetto o un registratore?

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  21. Il buon vecchio Eddie ha ragione ancora una volta.mi è capitato spesso di avere la sensazione di covare idee potenzialmente strepitose senza la possibilità di fissarle. Fortunatamente però c'è quasi sempre un modo per appuntare le cose. Mi è capitato recentemente di scrivere una canzone al funerale del nonno di un mio amico, una canzone decisamente allegra, giuro. Sono però dovuto uscire dalla chiesa all'improvviso fingendo di aver ricevuto una telefonata urgentissima. In passato però sì, ricordo di essermi incazzato parecchio per non aver avuto il tempismo o la possibilità di catturare l'ispirazione.

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  22. Ciao Stefy, grande entrata in scena. :))))
    ((((:

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  23. ... particolare la cosa della canzone scritta al funerale. Sembra una scena da film di Monicelli.

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  24. ... è un pezzo del recente cd?... si può dire?

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  25. è vero..pace all'anima sua. gli dedico una schiaffeggiata sui binari alla "amici miei"..;)

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  26. Allora, se non mi dici la canzone scritta al funerale, dimmi se c’è una canzone in particolare che rappresenta il numero6-sound?

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  27. A mio avviso ce ne sono tante, sia vecchie che nuove. Nell'ultimo disco siamo forse più elettrici, diretti e senza fronzoli mentre in passato i nostri pezzi avevano un mood più acustico, introspettivo e arrangiamenti più cesellati e stratificati. Scegliendo un pezzo per disco dico: “I'm the line” da “iononsono”, “Da piccolissimi pezzi” da “Dovessi mai svegliarmi”, “Quel giorno cosa avevo” da “Quando arriva la gente si sente meglio”, “Berhard Hartmann” da “Il pellegrino dalle braccia d'inchiostro” e “Il regno dei no” da “I love you fortissimo”.

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  28. Io da "I love you fortissimo", direi "La purezza di Veronica", diretto e senza fronzoli, ma anche "Il regno dei no" direi sì...

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  29. Il cd è uscito presso Supermota. Come vi siete incontrati? Come prosegue la collaborazione con questa label?

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  30. "veronica" è uno dei miei preferiti, molto Byrds..;)
    Posto che ormai avere un'etichetta in molti casi lascia il tempo che trova perchè è molto più importante saper scegliere un buon ufficio stampa e una buona agenzia di booking con cui lavorare (e noi fortunatamente abbiamo a che fare con due valide strutture) Supermota non è altro che la società editoriale di Paolo Naselli di Urtovox. Con lui e con Valentina Bellè (che cura la nostra promozione) ci troviamo benissimo. Il disco è anche (e soprattutto) marchiato “The prisoner”, ossia la nostra etichetta personale, distribuita da Audioglobe.

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  31. Già, un saluto a Paolo e a Vale... the prisoner, una vera ossessione.

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  32. “I love you fortissimo ” è composto da tredici canzoni, ma da quello che ho letto e hai detto prima, in quest’ultimo periodo ne avevate a disposizione quaranta/sessanta.

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  33. Come avete fatto la scelta? Le altre dove sono? Quando le sentiremo?...in parte l'hai svelato prima.

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  34. Come ti dicevo prima a conti fatto i brani provinati erano anche di più, si parla di una sessantina circa. Mi auguro che rimanga ben poco nel cassetto perchè, come ho già detto in un'altra intervista, considero la musica una grande porca di cui tendenzialmente è bene non buttare via nulla.

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  35. Con Internet che rapporto da utente?...

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  36. Personalmente sono spesso on line, sia per seguire le faccende del gruppo o musicali in genere, dato che ho anche altri progetti come musicista e come autore. Sono poi socio in uno studio di registrazione e anche per questa attività uso internet e le varie risorse che offre. Poi, senza esagerare, cazzeggio su facebook, scarico musica, guardo film e serie tv. Sì, internet per me è piuttosto significativa e credo lo sia anche per gli altri della band

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  37. ... e da musicanti, il rapporto con la Rete delle Reti e le nuove tecnologie in genere?

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  38. Quando abbiamo inziato a muovere i primi passi, alla fine degli anni novanta, per fare un disco dovevi necessariamente andare in studio e spendere (o far spendere) un sacco di soldi. Di fatto c'era maggior selazione naturale e meno intasamento di proposte. Lungi da me fare discorsi nostalgici o conservatori ma in effetti adesso la situazione pare un po' fuori dal controllo. Sta di fatto che è figo potersi fare un disco a casa propria, poter collaborare in tempo reale con chi sta dall'altra parte del mondo via skype. In definitiva siamo utilizzatori delle nuove tecnologie ma, allo stesso tempo, ci piace ascoltare dei bei 33 giri in vinile e registrare anche con un otto piste a bobina.

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  39. Myspace vi sembra una cosa buona o solo una vetrinetta? ... superato da Facebook? Anche se ormai Facebook non è più la moda del momento …

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  40. Personalmente ho sempre utlizzato myspace come una roisorsa semplice e imediata per presentare la mia musica all'esterno. E' stata una grande intuizione perchè condividendo un link si può far conoscere un progetto senza bisogno di mandare mail pesantissime. Tutto ciò che riguarda il concetto di “amicizia virtuale” mi fa un po' inorridire, sia a proposito di myspace che di facebook. Su quest'ultimo social network in effetti sono abbastanza attivo perchè si può tranquillamente dire che lì si svolga una discreta parte del mio “lavoro”. Per quanto mi riguarda sono tanti infatti i contatti “professionali” nati da facebook.

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  41. Sta diventando più "autorevole", in effetti...

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  42. Voi venite da Genova, città ricca di tradizioni musicali forti, di una scuola rinomata. Essere genovesi vi ha aiutato nella scelta di diventare musicanti? O forse sarebbe stato più facile nascere in un'altra città?

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  43. Non saprei. Personalmente (come la maggior parte dei genovesi) sono legato visceralmente a questa città, tanto da non riuscire lontanamente a immaginare come potrebbe essere la mia vita altrove. Ritengo che questa città, ricca di bellezza e contraddizioni, sia in grado di ispirare parecchio chi è propenso alla creatività. Genova è un continuo saliscendi, è “nervosa”, inerpicata, varia e variopinta. E poi c'è il mare, punto di riferimento imprescindibile. Quanto alle tradizioni cantautorali, nonostante si tratti di un luogo comune bello e buono devo ammettere che certi fantasmi non si possono ignorare.

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  44. Avete rapporti con altre band e/o musicanti della vostra città? Di altre …

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  45. Nonostante a Genova storicamente non ci sia mai stata una vera e propria “scena”, un interscambio reale tra musicisti a causa di ataviche diffidenze e invidie più o meno latenti ci sentiamo “vicini” a band come gli En roco, gli Ex otago, i Meganoidi.

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  46. Simpatici gli En roco, sono passati sul blog... tra l'altro, mi pare di ricordare, sampdoriani :)...

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  47. Con Enrico Brizzi avete fatto un tour e un disco. Matteo B. Bianchi ha scritto un pezzo dell’attuale cd insieme a te, “Chiederti scusa”.

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  48. … come sono nate queste collaborazioni? Qualche episodio ...

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  49. Con Enrico tutto è nato ai tempi di “Dovessi mai svegliarmi”. Per quell’album abbiamo coinvolto una serie di scrittori che ci piacciono chiedendo loro di “donarci” un brano inedito ispirato dall’ascolto delle canzoni da inserire nel booklet. Enrico lì per lì non ci rispose salvo poi telefonarmi quando il disco era uscito da qualche mese coprendomi di inaspettati e sperticati complimenti. Da lì è nata un’amicizia e una collaborazione. Gli ho chiesto discrivere il testo di quella che poi è diventata “Navi stanche di burrasca”, un brano a cui siamo molto legati. Da lì è nata l’idea di fare un disco insieme. Il disco alla fine lo abbiamo fatto ed è “Il pellegrino dalle braccia d’inchiostro”, a cui sono affezionatissimo per tante ragioni. Con Matteo ci siamo conosciuti a Milano a una festa e c'è stato subito feeling. Sono sicuro che collaborereimo anche in futuro.

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  50. Com’è la vita del giovane musicante indipendente? Come si riesce “a fare l’artista” e nel contempo vivere una vita “borghese”, con lavori e menate varie? Pochi, pochissimi, nell’alternative italico vivono di musica …voi?

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  51. Beh, tanto per cominciare noi purtroppo non siamo più “giovani musicanti”.. ma nonostante due surreali parentesi su major siamo da sempre “indipendenti”… Sarei bugiardo a dirti che viviamo di numero6. Abbiamo tutti anche altri lavori. Personalmnente mi ritengo fortunato in quanto le altre mie occupazioni gravitano comunque nella’mbito musicale e, in generale, artistico.

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  52. Il primo disco/cassetta della vostra vita?...quello acquistato, intendo. Il tuo, almeno.

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  53. “the concert in central park” di Simon and Garfunkel. Avevo 13 anni, mi folgorò.

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  54. Lo credo ... una bella prima volta, decisamente.

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  55. Perché fate musica? Per liberarvi dai demoni interiori? Per essere amati? Perché vi piace?

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  56. beh si, considerando che molti miei compagni ascoltavano rick astley..

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  57. un po’ tutte le tre cose e aggiungerei per provare a evitare che l musica ci sopraffaccia…

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  58. Per essere attivo insomma, e non passivo ...

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  59. Una domanda che non ti ho fatto, una risposta e poi tutti a Wimbledon …

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  60. hah..
    che ore sono? Tardi, ciao!

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  61. Perfetta..., diretta e senza fronzoli come un disco che ho ascoltato parecchio.

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  62. … e un grazie anche a Eva, la prima blogger di questa sera, e Stefania248.

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  63. @Stefy
    Ma di che si tratta?... perchè tutta questa attesa? Wikigrace?
    @LaMentePersa
    Genova, Genova, città mitica. Ascolta, c'è molto...

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  64. Lo sai, vero, che in casi come questo ti seguo per imparare qualcosa?

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  65. Io lo faccio per questo Adriano, per acculturarti...

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  66. bel disco, effettivamente, questo dei numero 6!

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  67. @Manfredi
    Ci sono delle canzoni perfette. Ascoltandolo e riascoltandolo mi sono reso conto della scrittura che c'è dietro.
    @LaMentePersa
    Mi piace questo tuo ritorno pieno d'entusiasmo Gio'... puntiamo sul 6.
    ;)

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