Mi piacciono un sacco i film sulle vite dei letterati. A prescindere sul risultato finale della pellicola (questa, lo dico subito, è infiammabile, forte, densa, colorata, un risultato più che positivo per la
Campion, sempre più implacabile con la sua arte). Mi piacciono le loro vite complicate, gli amori tormentati e/o platonici, le povertà materiali contro le ricchezze interiori … mi piacciono, forse perché un po’ mi ci riconosco, lo ammetto.
C’è tutto questo in
Bright Star. C’è il giovane
John Keats (non diventerà mai vecchio, non svelo nulla se lo dico, e le mute scene del suo funerale italiano sono da cineteca, tra il
Buñuel maturo e
Nicolas Roeg). C’è tutto il suo amore tormentato, pieno, totale, senza sesso apparente con la studentessa di moda
Fanny Brawne (ma quanto sesso si può fare con una lettera, uno sguardo, un gioco …). Due personaggio rock, a partire dal sonetto a lei dedicato che ha dato il titolo al film.
John Keats avrebbe cantato in una band rock se fosse vissuto oggi: volto scavato, occhiaie, barbetta sfatta, creatività rabbiosa …e pure lei, con quell’ovale del volto perfetto, originali vestiti fatti personalmente, ochietti vispi pieni di desiderio. Per questo dico che è un grande film, ma sarebbe stato un capolavoro se al posto della musica classica la Campion avesse osato mettere il rock, come la geniale Sofia Coppola per l’immenso Marie Antoinette. Cure, Smiths, Joy Division …cose così.
Bright Star è da sorbire dall’inizio alla fine. Non abbiate fretta di andare via, ascoltate i versi del poeta lungo tutti i titoli di coda (perché molti spettatori hanno tolto le chiappe dalle sedie e se ne sono andati?). Lo stesso film è pura poesia, dalla fotografia agli scenari perfetti (non da cartolina) con il naturale alternarsi delle stagioni, dagli interpreti, tutti impeccabili nei loro splendidi costumi d’epoca, alle stranezze come l’allevamento di farfalle nella stanza. La Campion riesce nell’impresa di far recitare bambini e animali; per questo, menzione speciale al gatto bianco e nero tipo Silvestro e alla sorellina di Fanny Brawne dai capelli rossi. Non sembrano manco veri da quanto sono bravi.
Felice di aver recuperato questa pellicola al cinema all’aperto. Come dice l’amico Lucien del blog La teiera volante, “I cinema all'aperto sono un'ottima alternativa per recuperare le pellicole perse”. Sottoscrivo.
Lucien è un saggio blogger e mi sento di sottoscrivere come te la frase.
RispondiEliminaSpesso d'estate si approfitta per recuperare il perduto sotto le stelle, nei cinema all'aperto.
Siccome la pellicola me la sono persa anche io e siccome la tua recensione è davvero gustosa, penso proprio che vedrò di darmi da fare per spararmela al più presto.
Sulla mia saggezza la copilota della teiera avrebbe diverse obiezioni da fare... :-)
RispondiEliminaPer venire al film: Bright Star è molto bello esteticamente
ma non mi ha coinvolto emotivamente come altri suoi film (in primis Lezioni di piano). Hai avuto tu l'intuizione giusta: qualcosa di caldo da aggiungere al rigore formale di una grande regista.
Anche io detesto quei maleducati che all'inizio dei titoli di coda si alzano, disturbano la visuale dello schermo e fanno un baccano infernale, rovinando quei piacevoli minuti di "decompressione" alla fine della proiezione, soprattutto nei casi di film particolarmente coinvolgenti dal punto di vista emotivo. Per non parlare poi dei cinema che i titoli di coda li tagliano proprio del tutto, magari sostituendoli con la pubblicità: ogni volta che capita mi verrebbe voglia di sollevare un vespaio e farmi rimborsare il biglietto...
RispondiEliminaLo so, sono fuori tema, ma non posso che fare commenti sulle foto :-)
RispondiEliminaNon ho ancora visto il film ma le immagini proposte sono fenomenali. Mi sono innamorata subito. D'altronde la Campion non può che fare capolavori! :-)
@Il rospo dalla bocca larga
RispondiEliminaSpero tu riesca a "sparatela" in vena presto, perchè è veramente una cosa forte, che fa bene (ed io ero in astinenza da parecchio, a parte un film un paio di settimane fa, non andavo al cine da maggio).
Sì, Lucien è il saggio della blogosfera ...
@Lucien
Nella blogosfera sei un saggio, nella vita "borghese" è un altro discorso ... e poi le copilota qualcosa devono dire, è una questione di ruoli del gioco.
Per me il capolavoro camponiano è "Un angelo alla mia tavola" (altra scrittrice). Questo è esteticamente perfetto, potrei vederlo anche muto, senza dialoghi (paradossale per un film sugli ultimi anni di un letterato). Inviterò qualche giovane band a musicarlo live, come fosse un film muto.
@Ross
Per fortuna non c'erano tante persone e la loro uscita non ha disturbato più di tanto. I danneggiati sono stati loro, che si sono persi un pezzo di film. Hai comunque ragione a prendertela con quei maleducati e lo spot finale ...io sono fortunato, frequentando le ultime piccole sale rimaste, riesco quasi sempre a vedere tutto fino alla fine senza disturbo.
@Barbara
No, non sei fuori tema. Se il cinema è immagine, questo è cinema. Ho faticato a decidere quali foto mettere, perchè erano tutte magnifiche e rappresentative. Ne cercavo una con il gatto, ma non l'ho trovata. La Campion ha il suo stile d'autore ormai consolidato, difficilmente sbaglia un colpo.
Non è il genere che più adoro, ma mi fido del tuo giudizio. In tal caso la pellicola risulti fasulla verrò a menarti e siamo pari ;)
RispondiEliminaPure io sono stagnante in quanto a visione di film su grande schermo. L'inverno scorso sono andata, ma per vedere solo cartoni... sai com'è con un pargolo in casa.
RispondiElimina:)
(l'ultima foto è stupenda).
@Maraptica
RispondiEliminaVedrai, se non lo sei diventerai romantica ...
@Stefania248
No, io di film al cine ne vedo un sacco (almeno uno a settimana), ma d'estate sono costretto ad un po' d'astinenza...pargoli in casa non ne ho mai avuti e i nipoti cominciano ad essere grandi, ma posso immaginare. L'animazione ha fatto passi da gigante (forse nel cinema è il "genere" che ne ha fatti di più, tecnicamente).
Beccata, di mio non lo sono tantissimo. Ma dipende sempre dal tutto che mi circonda. Vedrò il film...
RispondiEliminaSe vedrai il film sarai circondata dal romanticismo, quindi lo sarai...
RispondiEliminaIo devo dire l'ho trovato freddo come tutti i film della Campion. Mi ha convinto poco. Concordo sul fascino del cinema all'aperto soprattutto se lo scenario intorno è suggestivo.
RispondiElimina@Daniele Verzetti il Rockpoeta®
RispondiEliminaSembra aver diviso molto ... sicuramente non lascia indifferenti.
L'ho visto oggi, mentre fuori piove e l'estate si congela.
RispondiEliminaForse non è un clima adatto agli alligatori e alle visioni all'aperto, lo ammetto. Ma è il momento migliore per lasciarsi andare all'incanto di una poesia lieve e perfetta, dettata stavolta dalla macchina da presa.
E il romanticismo rimane, oltre i titoli di coda. Oltre le stelle..e questa pioggia sottile che non smette.
@Marte
RispondiEliminaCommento impeccabile, cosa aggiungere? ... riapri subito il tuo blog!