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venerdì 7 maggio 2010

CINEMA: Cosa voglio di più

Ho trovato utile e necessario Cosa voglio di più. In questa Italia dominata dal gossip e da una crisi economico-politica-culturale senza precedenti, Soldini prende due borghesi piccoli piccoli (si sarebbe detto negli anni Settanta), che in realtà sono ormai dei proletari, e racconta la loro storia di sesso e fuga dagli obblighi matrimoniali senza moralismo e inibizioni. Ad accompagnarlo splendidi interpreti, a partire da Favino e dalla Rohrwacher, attrice del nostro cinema più colto, per la prima volta sexy e carnale.
Ho detto raccontare, ma ho usato un termine sbagliato per Soldini: i suoi film sembrano pezzi di vita che ci sono prima dell’inizio della narrazione e continuano dopo (fateci caso), ma non per questo sono dei documentari. Non è un entomologo che osserva la vita dell’impiegata annoiata, del marito pacioccone (Giuseppe Battiston il nostro Orson Welles) la cui massima trasgressione è leggere la biografia di Jim Morrison sognando un viaggio a Parigi sulla sua tomba, dell’amante di lei, cameriere tuttofare per tirare avanti la famigliola con moglie e due bambini. Soldini molto semplicemente piazza la cinepresa nella sua Milano per riprendere le cose mentre avvengono, come un Truffaut con la sua camera-stilo.
A differenza di Truffaut e di tantissimi bravi registi italici, gira però, con scioltezza e perfezione, scene di sesso senza timidezza, ma con il giusto rigore e la perfetta geometria. Dai baci dietro al portone, al primo rapporto interrotto nell’ufficio di lei, al motel con tanti specchi (viene in mente il bagno di Palazzo Grazioli), alla fuga in un paese esotico, non c’è un centimetro di carne in più e manco uno in meno. Metafora della nudità della classe media senza più nulla? Sarebbe troppo facile. È la storia che aveva davanti in quel momento, molto semplice. Altro merito del regista milanese, e non da questo film, è il raccontare il mondo femminile come quasi nessuno mai (forse Truffaut). Non solo la protagonista, ma anche le altre donne della pellicola sono il vero motore di tutto. Mentre gli uomini sono passivi, giocano di rimessa, fanno gli spettatori, sono le donne a prendere l’iniziativa. Sono loro che vogliono di più. Non è quindi una domanda “Voglio di più?”, ma un’affermazione… di libertà, di ricerca della felicità proprio oggi, con la crisi e tutte le balle che ci girano attorno: vogliamo il pane e le rose e i tulipani. Da qui nasce lo scontro, da qui può nascere una nuova narrazione.Parlando sul blog con alcuni musicanti, dicevo che le loro canzoni mi ricordavano il cinema di Mazzacurati e di Soldini. Devo dire di aver trovato conferma di questo guardando Cosa voglio di più. Non solo per il brano di Battisti all’origine del titolo, ma perché ogni pezzo di film potrebbe ispirare una canzone di una giovane band: i trentenni di oggi, la fuga, una vita noiosa da cambiare, lui e lei contro tutto/tutti, il sesso, un viaggio lontano, il lavoro che non c’è, il lavoro pagato poco. Pure la colonna sonora richiama certo pop-rock intimista di casa nostra. Del resto una canzone registra le cose mentre avvengono, che poi continuano anche quando è finita … come un film di Soldini.
In analisi finale, ho trovato il film anche molto politico, senza la pesantezza del cosiddetto film-impegnato. Come detto prima, piazzando la cinepresa in un punto della città si possono mostrare cose senza voler dimostrare nulla, ma alla fin fine facendolo. Mi spiego: mostrare dei personaggi che tradiscono nonostante la crisi economica, e sono costretti a fare delle acrobazie economiche (non solo fisiche) per farlo, è, oggi, intrinsecamente politico; nel Palazzo del potere, almeno quello filtrato dal gossip dell’ultimo anno, fanno di tutto e di più senza badare a spese. Altra scena emblematica è quella del marito cacciato dalla moglie, costretto a vivere in auto (tragica realtà per molti, non per tutti, sottolineo, non per tutti). Da vedere assolutamente, come il Draquila in uscita oggi (l’altra faccia della stessa medaglia?).
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12 commenti:

  1. Adoro Favino e la tua recensione è splendida. Andrò sicuramente a vedere questo film.

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  2. Se adori Favino è il film giusto per te, un film con un cast perfetto, dai protagonisti all'ultima comparsa.
    Grazie per la splendida.

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  3. Mi hai fatto venire voglia (oltre che, ovviamente, di vedere questo) di andarmeli a ripescare tutti, i film di Soldini: ricordo che Pane e tulipani e Brucio nel vento me lo avevano fatto apprezzare come un genio assoluto, ma poi per colpevole pigrizia non sono mai andato alla ricerca di tutti i precedenti della sua filmografia. Ce n'è qualcuno fra i primi e meno conosciuti che tu abbia visto e mi consigli?

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  4. Direi tutto il cinema di Soldini è da (ri)vedere. "L'aria serena dell'ovest" è imprescindibile; ricordo ancora l'entusiasmo per quel film su riviste come Il Mucchio Selvaggio o Duel della mia giovinezza (non che adesso sia vecchio, allora ero bembino ...).

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  5. E' un film che ha spaccato la gente (almeno i blogger lol). Io continuo ad essere dell'idea che mi piacerà quando andrò a vederlo. Ti saprò dire....

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  6. Abbiamo bisogno come il pane di film che spacchino. Scusa, ma cosa intendi per blogger lol?

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  7. ok, mi hai convinto...
    ero un po' prevenuto per la troppa pubblicita' vista in giro...

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  8. Io ne ho vista poca, così sono andato al cinema senza pregiudizi, ma solo con i ricordi dei buoni film di Soldini (che ora mi deve dare un po' di soldini, visto la pubblcità fatta da questo post). Soldini: soldini!

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  9. già, li meriteresti! almeno un paio di biglietti in più glieli hai procurati (mr and mrs indierocker)

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  10. Spero vi sia piaciuto: Battiston è impagabile quando dice: per polenta e capriolo, questo ed altro... mi ricorda un mio caro amico.

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  11. Li segno in agenda :)

    Gran bella recensione...

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  12. Grazie, segna tutti i Soldini Silvia, verrà un bel conto...

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