Mi piace passare da un estremo all’altro perchè mi piace tutta la musica. Se la scorsa settimana ero a Bolzano in compagnia di un giovane gruppo metal, questa sera sono a Palermo, con un altrettanto giovane gruppo di dolce pop-folk-rock e una voce di donna che in(canta). Lei è Giulia, scrive e canta le sue canzoni accompagnandosi alla chitarra, ha girato l’Europa, dalla Francia all’Inghilterra non disdegnando alcune belle città italiane come Siena e Firenze, dove ha incontrato Guido, Sergio, Michele, Simone. Insieme hanno dato vita al progetto unePassante (da Baudelaire, forse? …sarà una delle domande).
Dopo tanto viaggiare, prove, concerti, idee, finalmente un bel cd, More than one in number, con la nuovissima label Anna The Granny, un cartonato dal profumo tenue di primavera (anche se è uscito a gennaio), con dei bei disegni interni, un gatto bianco e della musica celestiale. Ricorda Nick Drake, o Damien Rice questa musica, o Polly Paulusma, ma anche Ani DiFranco …insomma, quando qualche giovane musicante mi ricorda tanti grandi nomi, vuol dire che ha trovato la sua strada ed ha già una sua personalità.
Ma comincio a dare i numeri. Meglio sentire se c’è Giulia da Palermo e qualche altro amico dalla Toscana. O viceversa… o anche dalla luna, se lassù hanno una connessione internet… Pronti?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/unepassante
Dopo tanto viaggiare, prove, concerti, idee, finalmente un bel cd, More than one in number, con la nuovissima label Anna The Granny, un cartonato dal profumo tenue di primavera (anche se è uscito a gennaio), con dei bei disegni interni, un gatto bianco e della musica celestiale. Ricorda Nick Drake, o Damien Rice questa musica, o Polly Paulusma, ma anche Ani DiFranco …insomma, quando qualche giovane musicante mi ricorda tanti grandi nomi, vuol dire che ha trovato la sua strada ed ha già una sua personalità.
Ma comincio a dare i numeri. Meglio sentire se c’è Giulia da Palermo e qualche altro amico dalla Toscana. O viceversa… o anche dalla luna, se lassù hanno una connessione internet… Pronti?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/unepassante
io ci sono!
RispondiEliminaanch'io (michele)
RispondiEliminaCiao, benvenuta nella palude...questa sera bagnatissima, e con un temporalone all'orizzone. Speriamo non salti la luce...
RispondiEliminaah ecco, in effetti... "io" è Giulia
RispondiEliminaCiao Giulia, ciao Michele...
RispondiEliminaciao!
RispondiEliminaCom'è il tempo da voi?
RispondiEliminaciao
RispondiEliminaA Palermo caldissimo ma niente sole
RispondiEliminaTi invidio, a parte la mancanz adi sole...
RispondiEliminaSe ci siete tutti, possiamo partire...
RispondiEliminavai! non credo che Guido e Simone potranno unirsi.. uomini impegnati!
RispondiEliminaeh sì, si stava bene a palermo, io ho dovuto accendere il riscaldamento per un'ora oggi...
RispondiEliminaSolo per un ora? magari...
RispondiEliminaComuqnue, ogni zona d'Italia ha il clima che si merita...
RispondiEliminanon mi lamento allora, è che fino a ieri ero a palermo anch'io!
RispondiEliminaPer un concerto, scommetto...
RispondiEliminaanche, ma anche per mangiare le leccornie offerte dal babbo di giulia e per un video
RispondiElimina:) una grande domenica culinaria, in effetti!
RispondiEliminaMagari dopo ne parliamo, ora vado con la prima, difficile domanda: chi è/sono unePassante?
RispondiEliminainziamo tosti, eh? unePassante è un progetto musicale che aggrega diverse persone: in origine c'erano le mie canzoni, scritte quasi per gioco e registrate a casa. Poi, grazie all'incontro con i musicisti che fanno parte della band e con il produttore Gianmaria Ciabattari, unePassante si è evoluto in un progetto "plurale".
RispondiEliminaSe vuoi i nomi, eccoli: Giulia Sarno (voce e chitarra), Guido Masi (chitarre), Michele Staino (contrabbasso) e Simone Sfameli (batteria)... e un'infinità di collaboratori per i quali ci vorrebbero diversi commenti qui!
RispondiEliminaPerché questo nome così particolare? Baudelaire suppongo …
RispondiEliminaquesta la lascio a giulia
RispondiEliminaSì, il nome viene da una poesia di Baudelaire, A Une Passante appunto. L'ho tradotta dal francese all'inglese ed è diventata il testo di una delle nostre canzoni (A Une Passante). Poi in verità il nome ha assunto tanti significati. Per dirne una, rispecchia una certa attitudine al vagabondaggio che mi contraddistingue... sono una senza patria.
RispondiEliminaBe', questo è molto bello...ma viaggiamo all'interno: come nasce un vostra canzone? Prima le parole o prima la musica?
RispondiEliminaPer me, cronologicamente viene quasi sempre prima la musica. Nel senso che parto da quella, da un giro armonico, da una suggestione melodica. Poi il testo vi si modella sopra. Mi capita di utilizzare parole che avevo scritto mesi, anni prima, oppure di scriverle lì per lì su indicazione della musica stessa. Comunque è sempre la musica a chiamare le parole giuste, in un certo senso...
RispondiEliminaIo al momento ho contribuito solo agli arrangiamenti quindi anche questa la lascio doverosamente a giulia
RispondiEliminaCome sono nate le canzoni di “More than one in number”? ... e gli arrangiamenti...
RispondiEliminaSono nate nell'arco di tre anni circa. Sono passate attraverso un processo di arrangiamento che le ha portate dalla forma basilare (chitarra e voce) che avevano in origine fino alla veste complessa che hanno nel disco, passando per molti stadi intermedi. Gli arrangiamenti per l'esecuzione live, ad esempio. Ogni canzone ha avuto un suo percorso tortuoso, e continua ad averlo. L'arrangiamento in un certo senso non finisce mai, e in questo modo una canzone non smette mai di dire cose nuove.
RispondiEliminaMichi sei d'accordo?
RispondiEliminaAnche su disco sembrano ogni volta diverse ...è magico.
RispondiEliminaPer quanto riguarda gli arrangiamenti, per lo più nascono in sala, provando insieme al gruppo e tentando soluzioni diverse. Oppure riascoltando le prove di un pezzo e riflettendo su cosa non funziona e cosa no caso per caso. I miei contributi nascono spesso proprio da questa riflessione solitaria, per poi proporli al gruppo alla prova successiva.
RispondiEliminaIspirazione: dove trovate l’ispirazione? …A proposito di scrittura e ispirazione, mi ricordo quello che diceva Eddie Vedder: le idee migliori vengono nei momenti più inopportuni, quando non hai la possibilità di buttarle giù. Poi le dimentichi, e ti rimane il vago ricordo di una cosa grandissima....che rabbia.
RispondiEliminaMai capitato? Girate con un quadernetto o un registratore?
RispondiEliminaSì, sono d'accordo, in questo caso abbiamo lavorato su un lavoro iper stratificato, ogni brano è passato attraverso varie mani e ha cambiato pelle molte volte. I brani del disco e quelli live hanno arrangiamenti studiati ad hoc come hai detto giustamente
RispondiEliminaTutte le mie idee migliori sono andate perdute per sempre, temo. Non ho mai fatto nulla per cercare di fermarle...
RispondiEliminaGrazie :)
RispondiEliminaahahahahahahah povere idee! Quello di cui parla Vedder è l'ispirazione improvvisa, quella melodia che ti assale, o quel giro di parole... Io mi premunisco, giro sempre con un quaderno da molti anni, per le parole. Le melodie sono più difficili da appuntare: quando mi capita, e mi capita spesso quando sono in macchina per esempio, cerco di canticchiare senza sosta fino a quando non arrivo a casa e posso fissarla. Ma molto spesso si perdono, poi magari ritornano...
RispondiEliminaDa jazzista mi sforzo di tirare fuori le idee nella maniera più estemporanea possibile, senza rendermi conto di cosa stanno facendo le mie mani. E' divertente, anche se riconosco che ha i suoi limiti come processo
RispondiEliminaIl nostro sound è piuttosto variegato, come avrai notato ascoltando il disco. Non credo di poter individuare una canzone in particolare che lo possa definire... mi spiace! MIchele tu che ne dici?
RispondiEliminaNon so... per quanto mi riguarda Emotional Countdown è quella in cui mi sono sentito di aver partecipato di più all'arrangiamento e penso che abbia rappresentato un bel lavoro di squadra anche da parte di tutti gli altri.
RispondiEliminaAssolutamente
RispondiEliminaE quella canzone sotto la doccia?...come nasce? Come è stata realizzata? Arrangiamento minimale ma molto efficace.
RispondiEliminaLa canzone sotto la doccia è un chiaro esempio di quello di cui parlavamo prima, l'ispirazione improvvisa. E mi è venuta in macchina, appunto! Ho iniziato a canticchiare quella che poi è diventata una parte della melodia, sono tornata a casa, ho trovato il giro armonico, ho scritto il testo... Questo è successo dopo che avevamo finito di registrare il disco credo, e la canzone non ha avuto sviluppo lì dentro. Allora ho deciso di riprodurre un po' questa cosa attraverso l'espediente della doccia.
RispondiElimina... ed è stata realizzata con due microfoni nel bagno del mio ragazzo, che l'ha registrata!
RispondiEliminaBe', si deve essere divertito un mondo. Un pezzo originale, che non avevo mai sentito, una bella storia.
RispondiEliminaVoglio solo aggiungere che quella parte è stata una sorpresa anche per il nostro produttore!
RispondiEliminaLo credo.
RispondiEliminaSì è stato molto divertente
RispondiEliminaE sì, l'ho portata direttamente al mastering... tutti l'hanno sentita ormai a cose fatte e non hanno avuto il coraggio di opporsi!
RispondiEliminaCome minimo avrebbe subito un editing... :-)
RispondiEliminaHanno fatto bene, c'è dello sperimentale, del rischio, non è da tutto oggi. Brava Giulia e anche al tuo ragazzo... e a chi non si è opposto.
RispondiEliminaThanks!
RispondiEliminaQuesto vostro primo cd è uscito con la giovane label indipendente Anna The Granny, con il supporto promozionale di ABuzzSupreme. Come vi siete incontrati? Come prosegue il rapporto con loro?
RispondiEliminaAnna The Granny è come una sorella di unePassante. Gianmaria Ciabattari, labale manager e nostro produttore, ci segue da sempre, è parte integrante del progetto. Con lui abbiamo lavorato agli arrangiamenti e alle registrazioni, all'artwork...
RispondiEliminaCon A Buzz Supreme è stato un incontro fruttuosissimo: alcuni collaboratori ci hanno parlato di loro e li abbiamo contattati, e abbiamo inziato a lavorare subito. Abbiamo un rapporto molto stretto, credo che stiano facendo un grande lavoro per noi e gliene siamo grati. E stiamo stringendo una bellissima amicizia.
RispondiEliminalabel manager... errata corrige
RispondiEliminaquoto tutto
RispondiEliminaSì, è vero, me ne accorgo dai gruppi che intervisto e mi dicono che sono molto soddisaftti. O hanno paura di Andrea e Fabio, o è vero ...non gli ho mai visti, non so se sono robusti e cattivi...
RispondiEliminatutt'altro, direi, ma fabio non so se l'ho mai visto nemmeno io..
RispondiEliminaCon Internet che rapporto avete da utenti?...a naso, mi sembra ottimo.
RispondiEliminaahahahahahhahahahah no, credimi, è pura sincerità, nessuna minaccia! Sono due persone splendide
RispondiEliminaUn rapporto molto intenso! Io sono abbastanza dipendente. Un mondo che non ho mai esplorato veramente però è quello dei blog... magari questa intervista è l'occasione per farmi scoprire una nuova dimensione!
RispondiEliminaAmore e odio. Spesso mi sono sentito vicino a Luttazzi quando dice “che ti importa di essere connesso col mondo se non sei capace di comunicare col tuo vicino di casa?” o qualcosa di simile, non ho la citazione esatta...
RispondiEliminaUna cosa che trovo eccezionale è la possibilità offerta da youtube di imparare a suonare osservando i maestri. Mi sarebbe piaciuto averlo a disposizione quando ero più piccolo.
RispondiEliminascusate il doppione ma mi era partito un messaggio di errore
RispondiEliminaIn effetti mi viene in mente anche Guzzanti... Aborigeno, ma io e te... che cazzo se dovemo di'?
RispondiEliminaForse era quello sì, abboriggeno!
RispondiEliminaE allora io ci metto Freak Antoni: meno internet, più cabernet...
RispondiEliminaGenio
RispondiElimina… e da musicanti, il vostro rapporto con la Rete delle Reti e le nuove tecnologie in generale?
RispondiEliminaAppunto come dicevo prima, youtube può essere un ottimo strumento didattico. Per quanto riguarda la tecnologia in generale trovo strepitose le possibilità offerte dal punto di vista della registrazione, dell'effettistica, e della creazione di musica elettronica. Sono così entusiasta di Guitar Rig, che ci ho praticamente costruito un progetto su, insieme ad un amico percussionista appassionato di elettronica.
RispondiEliminaCredo che le nuove tecnologie e la rete abbiano rivoluzionato il modo di essere musicisti. La possibilità di entrare in diretto contatto con milioni di potenziali ascoltatori e con altri musicisti... la possibilità di registrare la musica in casa, a costi irrisori... Io però devo dire che sono nata come musicista quando già questo mondo era bello e pronto, quindi non posso fare grandi confronti!
RispondiEliminaMyspace vi sembra una cosa buona o solo una vetrinetta? ... superato da Facebook? Guitar Rig? è un socialnetwork per chitarrisiti?
RispondiEliminaMyspace è stata una rivoluzione, e lo è ancora. Come social network ovviamente non ha chance di sopravvivere a Facebook, che è strutturato molto meglio, ma per la musica è essenziale. Con myspace chiunque ha la possibilità di far sentire quello che fa a chiunque. Questo naturalmente genera un caos anarchico che ancora dobbiamo imparare a gestire. Ma come tutte le rivoluzioni richiede un periodo di assestamento.
RispondiEliminaNo Guitar Rig è un emulatore software di qualsiasi pedaliera ed effetto un chitarrista possa mai essersi sognato di comprare. E' pazzesco
RispondiEliminaIo credo di essere l'unico del gruppo che non ha ancora aperto un profilo Facebook, quindi forse è meglio se non dico nulla sull'argomento per non rischiare di dire banalità. Su myspace sono partito (in ritardo, ovviamente...) con grandi speranze, ora temo che sia responsabile dell'abbattimento della soglia dell'attenzione nei confronti dei nuovi gruppi da parte degli utenti. Ci troviamo davanti a una proposta così sterminata che ci sentiamo in diritto di giudicare se un gruppo ci piace dopo venti secondi di una canzone. Da una parte mi spaventa.
RispondiEliminaAllora torniamo al territorio...
RispondiEliminaNon credo myspace sia causa, ma piuttosto un epifenomeno di quello che dici tu Michi... comunque ancora è presto per avere le idee chiare, credo.
RispondiEliminaPalermo, Firenze, Siena, Parigi, Londra…di dove siete? Cittadini del mondo? Mi spiegate tutto questo peregrinare?
RispondiEliminaGià, epifenomeno. Mi mancava la parola! Ma penso tu abbia ragione...
RispondiEliminaIo sono palermitana, così come il batterista Simone e qualcuno dei collaboratori del disco. Michele e Guido invece sono fiorentini, così come l'etichetta. Le città che hai menzionato sono quelle in cui io ho fatto parte delle mie peregrinazioni... Come dicevo, sono una senza patria! Me ne sono andata da Palermo a 18 anni e ho girato molto, cosa che continuo a fare cercando però di tenere un piede a Palermo per vari motivi. Non riesco a trovare una collocazione stabile. Ovunque vada dopo un po' ho bisogno di scappare. Non so perché. Ma credo che la musica di unePassante tragga parte della sua linfa vitale da questo, e dal fatto che veniamo da posti diversi.
RispondiEliminaIo ho peregrinato molto poco nella mia vita, nel senso che ho viaggiato abbastanza ma non ho mai vissuto da nessun altra parte che a Firenze. Però si fa sempre più forte in me l'idea di lasciare la città e magari anche l'Italia al più presto, con il gruppo che mi segua a ruota, possibilmente!
RispondiEliminaDimmi solo dove e quando ci vediamo...
RispondiEliminaHal lanciato...
RispondiEliminaCittadini del mondo, è un bel messaggio... anche dal punto di vista musicale.
RispondiEliminaAncora non so, cambio idea ogni giorno!
RispondiEliminaPurtroppo l'atmosfera che si respira in Italia in questo periodo non è esaltante, ne abbiamo avuto conferma oggi... Non so se avete visto la foto della Polverini che fa il saluto romano per festeggiare la vittoria...
RispondiEliminaNon ho ancora avuto il piacere.
RispondiEliminaNo, per fortuna non l'ho ancora vista, ma posso immaginare.
RispondiEliminabrrr
RispondiEliminaBeati voi, vi siete risparmiati un attacco di nausea
RispondiEliminaIo mi sono preso un libro che s'intitola "Scappo via", quando l'avrò letto vi dirò...e la librai mi ha detto che è un libro che va a ruba. Non credo sia un buon segno 8a parte per l'editore).
RispondiEliminaChe è un piccolo editore, non Lui...
RispondiElimina:)
RispondiEliminaFacci sapere, soprattutto la méta!
RispondiEliminaNon mancherò ...
RispondiEliminaLa copertina è delicata, un cartonato che sembra quello di un vinile. E dentro c’è un bel disegno con raffigurati i componenti della band all’interno di un treno affollato. Giulia ha un bel gattone bianco in braccio (l’immagine che ti sei scelta nel blog), c’è pure Bobo dal taschino di Michele (qualche parentela con Sergio?) …di chi è opera tutto questo? Cosa rappresenta? Voi sempre in viaggio? …
RispondiEliminaL'artwork del disco è della designer Benedetta Ciabattari. L'illustrazione di cui parli è dell'artista Mauro Maraschi. E' tutto in carta riciclata... per dare un messaggio di sotenibilità ambientale. L'immagine rappresenta la pluralità del progetto unePassante: sono i ritratti di quasi tutte le persone che hanno collaborato al disco. More Than One In Number è proprio questo: una folla di gente che si ritrova insieme in un posto un po' stretto, ognuno col proprio spazio ma a contatto con gli altri.
RispondiEliminaSu Bobo, creazione di mio babbo, sento di dover spendere due parole. Si tratta di una sorpresa che il buon Mauro mi ha voluto fare e l'ho vista solo a libretto già stampato. L'ho trovato un gesto simpatico, anche se per me ormai Bobo e il suo mondo rappresentano da molto tempo anche un impegno lavorativo e quindi non sono per me necessariamente legati solo a ricordi affettuosi. Non che ce l'abbia con loro però, sai com'è, quando una cosa diventa il tuo impegno lavorativo quotidiano, per quanto un impegno che svolgo con passione e piacere, credo che la percezione sia per forza diversa da quella di un lettore esterno.
RispondiEliminaMauro è un grande fan di Bobo...
RispondiEliminaE Giulia può confermare i livelli di stress che raggiungo quando devo fare la vignetta tra uno spostamento in macchina e un soundcheck!
RispondiEliminaAltissimi livelli di stress! Soprattutto quando siamo in macchina, con tutti gli strumenti... e il computer aperto sulla testa! :)
RispondiEliminaBe', pure io, fin da bambino...
RispondiEliminaStretti come nel disegno della cover...
RispondiEliminaesatto!
RispondiEliminaMa hai pure il gattino bianco?
RispondiEliminaBobo è un'opera d'arte, e conoscere Sergio è stato per me un onore... forse non te l'ho mai detto Michi!
RispondiEliminaNo, il gatto in realtà è Mauro stesso...
RispondiEliminaDai non esagerare, poi penso che mi hai preso nel gruppo solo per questo!
RispondiEliminaMa come, non c'eri arrivato? Era talmente ovvio...
RispondiEliminaDiabolica come Lisa in The Room...
RispondiEliminaAh, ah,ah, bella questa...comuqnue una bella storia...e io ho insistito per averti per questo qui stasera. Un saluto a Sergio.
RispondiEliminaAhahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaha
RispondiEliminaTotniamo alla musica: il primo disco/cassetta della vostra vita? Quello acquistato intendo.
RispondiEliminaScusa sai ma siamo diventati due "roomies" di recente...
RispondiEliminaOddio... qua siamo allo sputtanamento massimo! Il primo cd che ho posseduto è stato Hanno ucciso l'uomo ragno... ma è stato un regalo (da me fortemente sollecitato...) Io ho due fratelli molto più grandi di me, quindi ho inziato saccheggiando le loro collezioni. Con Bjork, i Massive Attack, e poi il grande amore... i Radiohead. Non dimenticherò mai il giorno che è uscito Amnesiac, sono andata a comprarlo, sono tornata a casa e l'ho ascoltato sdraiata sul letto a occhi chiusi...
RispondiEliminaIo da bambino avevo solo due idoli: i Beatles e Edoardo Bennato. Il film Yellow Submarine lo guardavo letteralmente tutti i giorni. Però i loro dischi ce li avevo già in casa perchè piacevano anche ai miei genitori e alla mia sorella più grande. La prima cassetta comprata da me probabilmente è stata quella di The Soul Cages di Sting del 1991, a undici anni circa. Poi ho scoperto, in ordine, i Police, i Pink Floyd, i Primus (le tre P) e i Red Hot Chili Peppers.
RispondiEliminaIo le cassette neanche me le ricordo... :P
RispondiEliminaRagazzina!
RispondiEliminaPer Giulia: lo sputtanamento per il primo disco è di molti (io avevo Nikka Costa, pensa te...non commentiamo).
RispondiEliminaPer Mic: Yellow Submarine lo adoro...i biechi blu, quei colori... il doppio dei Beatles (blu e rosso) è tra i miie primi acquisti.
Ottimi i vostri, grandi i Radiohead.
Ancora oggi è tra i miei film preferiti
RispondiEliminaCe la siamo cavata, dai
RispondiElimina...e i Red Hot
RispondiEliminaEh sì, oggi sono imbarazzanti ma sono stati un grande amore
RispondiEliminaMichele si scalda sempre suonando i Red Hot al contrabbasso... e cantandoli...
RispondiEliminaMeglio scrivere, disegnare, registrare, suonare dal vivo? …a proposito, avete qualche vostro concerto da segnalarci per i prossimi giorni?
RispondiEliminaEh sì lo ammetto, ho questa perversione..
RispondiEliminaMeglio fare tutte queste cose! Ognuna di queste dimensioni della musica ha il suo enorme fascino, la sua magia. Concerti nei prossimi giorni non ce n'è, ricominciamo a fine aprile a Firenze, poi faremo un giro più a sud, poi a nord... ma ancora niente che possa essere annunciato.
RispondiEliminaAl contrabbasso....wow. Californication....
RispondiElimina... e girare un video? Come è andata?
RispondiEliminaRegistrare non mi piace particolarmente, ancora non mi sento a mio agio in studio. La mia dimensione ideale è il live, ed esibirmi sul palco è ancora la principale ragione per cui suono, data anche la mia mezza anima di jazzista. Un giorno mi piacerebbe poter dire la stessa cosa della scrittura. Per quanto riguarda i disegni, quelli che mi sono riusciti meglio purtroppo li ho sempre abbandonati sulle tovagliette dei ristoranti, un po' come gli spunti musicali di cui sopra.
RispondiEliminaHai fatto felice qualche gestore di pizzeria, dai...
RispondiEliminaIl video abbiamo finito di girarlo... proprio oggi ho fatto l'ultima scena con il regista, Gabriele Gismondi di Mon Amour Film. Questa domenica abbiamo girato una grande scena, ci siamo divertiti tantissimo... Ah, il pezzo è Bats Rats And Cats, per la cronaca.
Spero di vederlo presto ...mi iscriverò al vostro youtoube...
RispondiEliminaSarà pronto verso la metà di Aprile
RispondiEliminaTra Ani DiFranco e Tracy Chapman, tra Suzanne Vega e Michelle Shocked, Marta Collica, Nick Drake … questo a leggere alcune recensioni e a sentirvi suonare. Sono solo le solite masturbazioni mentali della critica oppure qualche contatto lo sentite? Altri, più nascosti e imprevedibili?
RispondiEliminaA me fa molto piacere quando i critici ci accostano ad altri artisti, anche se spesso è gente di cui ho ascoltato un pezzo distrattamente e niente più. La cosa che mi fa ridere è che se una donna fa musica viene accostata necessariamente ad altre donne. Io ascolto molta più musica fatta da uomini che non da donne. E non credo francamente che il fatto che io sia donna condizioni la mia musica più del fatto che, che ne so, sono nata nel 1983 a Palermo. Comunque sono paragoni lusinghieri, quindi non mi lamento!
RispondiEliminaConfermo è stato molto divertente da girare, ora aspettiamo di vederlo finito...
RispondiEliminaSì, è una cosa strana, quello di accostarti a donne perchè sei donna. Scrivendo la domanda, lo pensavo pure io... infatti sento anche Nick Dtrake e Damien Rice, o gruppi solo maschili...
RispondiEliminaPerché fate musica? Per liberarvi dai demoni interiori? Per essere amati? Perché vi piace?
RispondiEliminaBeh, sta di fatto che ho ascoltato molto di più Nick Drake e Damien Rice (soltanto "O" però) che Suzanne Vega e Ani Difranco!
RispondiEliminaLa seconda che hai detto. La risposta è dentro di te, e però è sbagliata.
RispondiEliminaOk, ho capito che spetta a me la risposta seria alla domanda bollente... Credo che chi fa arte lo faccia per un milione di motivi insieme. C'è una sorta di catarsi, è vero. Un modo di superare, elaborare le esperienze, riflettere, e trasmettere tutto questo agli altri. Comunicare.
RispondiEliminaUn modo di mettere giù quello che ci rimbalza addosso dal mondo... Neutralizzarlo e amplificarlo insieme.
RispondiEliminaE poi, detto fra noi: non sappiamo fare nient'altro.
RispondiEliminaChe è la cosa migliore, non saper far altro ...
RispondiEliminaUna domanda che non vi ho fatto, una risposta e poi tutti a nanna che qui ha cominciato a tempestare ...sturm un drang, aiuto, vengo nella calda Sicilia (prima passo in Toscana a prendere Mic per conoscere Sergio, ovviamente ...)
RispondiEliminaGià!
RispondiEliminala marzullata la lascio a giulia...
RispondiEliminaGrazie Michele!
RispondiEliminaBeh, intanto ti ringrazio per non averci fatto la classica "progetti per il futuro?", che mi blocca sempre... (sto prendendo tempo...)
La domanda a piacere è sempre temibile...
RispondiEliminaBeh, potrei chiedermi: cosa dici nei tuoi testi? Un grosso autogol, perché anche questa è una domanda a cui non so mai rispondere, ma prima o poi dovrò imparare, quindi...
RispondiEliminaMi sono divertito, grazie UnePassante...
RispondiEliminaI miei testi parlano della mia relazione mai facile col mondo, con le persone, con le idee. E lo fanno cercando di spiegarlo innanzitutto a me. Mi piacerebbe che qualcuno li analizzasse, e mi spiegasse cosa penso e come lo dico.
RispondiEliminaAnche io mi sono divertita molto, grazie davvero!
RispondiEliminaBello, magari un giorno uscirà un bel tomo ...
RispondiEliminagrazie a te
RispondiEliminaNon vedo l'ora di leggerlo
RispondiEliminaUn libro di analisi dei testi di unePassante ...non dico chi farà i disegni ...
RispondiEliminaBuonanotte e buonafortuna unePassante. Grazie Giulia e Mic...
RispondiEliminaBuonanotte Alligatore! Grazie e a presto
RispondiEliminaBuonanotte
RispondiEliminaSempre bello leggere queste interviste che fanno conoscere nuove realtà.
RispondiElimina@Daniele Verzetti il Rockpoeta®
RispondiEliminaGrazie Daniele, spero siano utili e trasmettano buone vibrazioni come è successo a me con unePassante.
@LaMentePersa
Grazie Gio'...finalmente ti rivedo, ed è una bella cosa.