Pagine

domenica 14 marzo 2010

CINEMA: Amabili resti

Amabili resti è un film da nervoso, nel senso che a vederlo si diventa nervosi. Sembra come quei vecchi cartoni animati Warner Bros, con il cattivo, un po’ folle, decisamente brutto e kitsch, e l’innocente, sempre sull’orlo del pericolo, sempre pronta a cadere nel tranello, come da copione (e tu vorresti dirle “no, non farlo, non entrare, stai lontana da quello …”).
Insomma, non mi sono divertito. E poi ci sono troppi effetti speciali. Il cinema rischia di diventare presto (o forse lo è già diventato) un grande gioco sperimentale, tra reale e immaginario, con immagini finte e immagini vere, attori in carne ed ossa accanto ad attori sintetici. In certi casi il risultato è buono (vedi Avatar, per me un gran bel film) in altri meno (vedi, appunto, Amabili resti).
Certo, la storia, tratta da un libro di successo, si prestava: una povera bambina, vittima di un bruto, viene orribilmente assassinata (non ci sono scene di violenza, quasi tutto viene fatto abilmente immaginare); è morta, ma rimane nel limbo. Viaggia come spettro tra l’aldilà e l’aldiquà. Vede i genitori, la sorella, il fratellino, lo spasimante, il bruto … però rimane confinata in un paesaggio da fantasia (ed è qui che Peter Jackson si scatena con gli effetti speciali e colori mai visti).
Parallelamente, nel mondo dei vivi, la storia continua, ed è il meglio del film. Qui Jackson c’è (c’è pure in un bel cameo di stampo hitchcockiano). La vita della sua famiglia prosegue, anche se non nel migliore dei modi, le indagini vanno avanti, il bruto mette in atto altri crimini. Tutti splendidi attori a partire da un irriconoscibile Stanley Tucci, serial killer dalla borghese vita ordinaria, Susan Sarandon, nonna libertina/libertaria, Rachel Weisz, madre intellettuale persa nel suo dolore. Perfetta pure la ragazzina vittima dell’assasino, la giovane Saoirse Ronan. A non convincermi, oltre all’eccessivo utilizzo degli effetti speciali, sono certe sdolcinatezze da pellicole d’adolescenti, fuori luogo per un film con una tematica così dura. Il primo David Lynch forse avrebbe fatto meglio.

Viene voglia di leggere il romanzo Amabili resti di Alice Sebold, in Italia edito da e/o, editore molto presente al cinema in questo periodo (Il riccio); manca solo un bel film con L’Alligatore di Carlotto.

9 commenti:

  1. Jackson gira da dio, ma nella parte dell'aldilà si è fatto prendere la mano con effetti anche kitch. Il risultato finale non ha entusiasmato neanche a me.
    Il libro non l'ho letto, ma mi dicono fonti vicine che si piange come vitelli dall'inizio alla fine.
    Bello, ma ancora più straziante del film.

    RispondiElimina
  2. Non mi era dispiaciuto onestamente quando l'ho visto. Certo mi aspettavo di più e non mi ha lasciato entusiasta.

    IL tuo film..... quando esce nelle sale fai un fischio che voglio poterlo vedere!

    Ciao
    Daniele

    RispondiElimina
  3. in effetti sarei più curioso di leggere il libro che di vedere il film.

    RispondiElimina
  4. Anch'io, come Manfredi, sono molto più incuriosita dal libro che dal film. Lo comprerò.

    RispondiElimina
  5. @Lucien
    Concordo pienamente con il tuo giudizio cinematografico; per il libro sono curioso.
    @Daniele Verzetti il Rockpoeta
    Nel complesso delude, ma ha dei buoni momenti. Con meno sdolcinatezze e meno effetti cartoon forse sarebbe stato un buon film.
    Il "mio", cioè quello dell'Alligatore vero, quando ci sarà, se ci sarà, ti farò un fischio.
    @Manfredi
    A me non resta che leggerlo ...
    @JanePancraziaCole
    Saremo in due ...

    RispondiElimina
  6. Sinceramente non mi attira come film. Più interessante potrebbe essere il libro, anche se la storia rimane comunque molto lontana dai miei gusti. Valuterò se dargli una possibilità. :)

    RispondiElimina
  7. @Ross
    Attendiamo tue decisoni in merito...

    RispondiElimina
  8. visto che rende nervosi ,non è il momento adatto per vederlo,almeno per me.. ;-)
    Se mi permetti riassumo la tua esauriente recensione con due parole.
    Fa cagare !
    :-)

    RispondiElimina
  9. In analisi finale, forse ... no dai, troppo finale.

    RispondiElimina

AAAATenzione, il captcha (il verificaparole) è finto, non serve immetterlo. Dopo il vostro commento, cliccate direttamente su PUBBLICA COMMENTO. Se siete commentatori anonimi, mi dispiace, dovete scrivere il captcha ...