Quando lo leggo, che siano articoli, libri o altro, mi compiaccio del nome che mi sono dato. E allora, vi segnalo questo articolo apparso sulla prima pagina de il manifesto di ieri, mercoledì 3 febbraio 2010…e ditemi se non ho scelto bene!
QUATTRO MORI E UN LEONE
di Massimo Carlotto
di Massimo Carlotto
Gli operai di Portovesme hanno messo in conto anche le manganellate ma a tornare indietro non ci pensano proprio. La storia dell'Alcoa di Portovesme è l'ennesimo esempio dell'uso spregiudicato di un territorio usa e getta come la Sardegna. Multinazionali e cordate di ogni risma si gettano sull'isola e sulle sue ricchezze, pronti ad andarsene senza nemmeno salutare quando l'osso è ben spolpato. La situazione è disastrosa e i lavoratori dell'Alcoa hanno capito che non è in ballo solo il posto di lavoro ma il loro futuro perché se perdono trovare un'altra occupazione sarà davvero dura …
PER LEGGERLO TUTTO CLICCA QUI QUATTRO MORI E UN LEONE
SITO DI CARLOTTO QUI http://www.massimocarlotto.it/
SITO DI CARLOTTO QUI http://www.massimocarlotto.it/
Ho messo la locandina dello spettacolo teatrale CRONACHE ITALIANE - L'ITALIA AI TEMPI DE L'AMORE DEL BANDITO, non tanto per pubblicità (non ne ha certo bisogno), ma per sottolineare la relazione stretta tra la sua arte e l'attualità. Pochi, almeno in Italia, sono riusciti nell'impasto.
RispondiEliminatoccante.
RispondiEliminanon ho altro da dire.
e un disoccupato come me, non può che ringraziare.
Hai fatto bene! L'arte che tratta del sociale é di questi tempi poi, assolutamente da sostenere.
RispondiEliminaSono con gli operai in lotta!
RispondiEliminaCarlotto, come sempre, coglie l'essenza della cronaca che elabora con la grazia della letteratura.
Il 26 gennaio scorso, a Vicenza, c'è stata la prima nazionale di: "LA TERRA DELLA MIA ANIMA" riduzione di Laura Curino e Titino Carrara con le musiche di Maurizio Camardi.
http://www.teatroastra.it/teatroastra/default.asp
Se capita dalle tue parti non perdertelo anche se non c'è l'Alligatore...
@And
RispondiEliminaToccante, è vero, toccante perchè tocca veramente il nervo scoperto di questa crisi, cioè che molte imprese ne approfittano per ristrutturare, andarsene e fare affari d'oro (loro) sulla pelle dei lavorartori, e questo nella stessa logica che ha portato alla crisi attuale. Insomma, la crisi la pagano sempre gli stessi.
La forbice, tra chi ha e chi non ha, è sempre più larga, si diceva una volta. Ora si sono venduti pure la forbice.
@Daniele Verzetti il Rockpoeta®
Sì, è proprio il buono di Carlotto, che non è un semplice giallista, come i grandi della scuola dei duri ...
@Berica
Sottoscrivo il tuo pensiero e in quanto all'invito ad andare a vedere "La terra della mia anima", andrò, se passeranno nelle vicinanze della mia palude. Andrò, anche se non c'è direttamente l'Alligatore ...è questo un altro lato bello della scrittura del Carlotto, cioè dare vita ad altre opere: canzoni, spettacoli teatrali, blog, facebook, fumetti, altri libri... insomma, più che uno scrittore è una turbina.
Ci sono situazioni drammatiche, perché sempre dramma è per chi perde il lavoro e speriamo non sia questo il caso dell'Alcoa, che devono essere narrate perché rappresentano comunque la storia di un Paese. E chi le narra non può essere neutrale. Grazie Carlotto, e grazie Alligatore che ce l'hai segnalato. Ciao.
RispondiEliminaTotalmente in sintonia. La neutralità mi sembra faccia quasi sempre rima con falsità. Grazie a te Alberto.
RispondiEliminagrande carlotto!
RispondiElimina...no, perchè non possiamo berci le cazzate di sacconi...
... sacconi?! ...chi?! Il socialista riformista, compare del brunetto?...gli orfanelli di sor bettino? Solo in Italia abbiamo socialisti così.
RispondiEliminaBravo ally e bravo il papà di ally!!!!
RispondiEliminaGrazie, i complimenti fanno sempre piacere anche se sono anonimi... bravo anche a te anonimo veneziano.
RispondiEliminaGrazie, Alligatore.
RispondiEliminaAbito a Cagliari, quindi a circa un'ora d'auto da Portovesme, un mio fraterno amico (ormai purtroppo scomparso) ha lavorato per vari anni in una delle tante fabbriche di quella zona e lì lavora ancora un mio cugino.
Carlotto ha detto le cose come stanno ed hai fatto benissimo a riproporre il suo articolo.
La situazione è giunta al limite... e forse perfino un po' oltre.
Qui non esiste più neanche l'agricoltura, se ci chiudono le fabbriche è la fame. Nera.
O la sinistra resuscita come fece Lazzaro, o la protesta può rischiare di sfuggire di mano a chiunque... con esiti tragici.
Alcuni giorni fa, dopo aver sfondato un cordone di poliziotti, gli operai dell'Alcoa hanno occupato la pista dell'aereoporto di Elmas. Uno di loro aveva una bottiglietta di benzina ed ha minacciato di darsi fuoco.
Grazie comunque per aver ricordato questa lotta. La partita non è ancora persa, finchè c'è qualcuno come te che usa gli occhi per vedere, la bocca per parlare ed il cervello per ragionare.
Già, in questo momento bisogna mantenere la calma e i nervi saldi. Stanno ristrutturando tutto e male, approfittando della crisi. Servirebbe una sinistra degna di questo nome, forte e sicura nel respingere questa politica assurda. Ma anche chi è al governo, non può far finta di nulla. Governare vuol dire risolvere i problemi di chi ti ha eletto. Importante il ruolo dei blog, come il tuo o il mio, nell'informare correttamente anche rilanciando articoli come quello di Carlotto.
RispondiEliminaLa loro dignità e la loro fermezza sono davvero straordinarie. Come dice Carlotto nel suo articolo, speriamo che la loro rabbia sia maledettamente contagiosa!
RispondiEliminap.s.visto la prima pagina de il manifesto di oggi? Poste italiane... :)
Carlotto trova sempre le paroloe giuste. Quanto alla prima del manifesto di oggi, la sto leggendo; mi è arrivata per posta anche quella (però senza ritardi come la lettera di Provenzano...).
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