I Dilaila, il gruppo milanese presente questa sera sul blog, ha un disco in pre-produzione che è una bomba e ringrazio Paola, voce della band, occhi della foto, per avermelo fatto sentire. Scusate, lo dovevo dire subito: non ha ancora un titolo (o, almeno, non uno definitivo), ma è contraddistinto da una decina di canzoni trascinanti, di forte impatto. Appena l’ho sentito mi sono venute in mente le grandi voci della canzone italiana anni ‘60/’70, con in più la sapienza tecnica e musicale dei nostri giorni. Un disco da boom, il disco che serve per risollevarci tutti. Un pezzo s’intitola Ally, proprio così: Ally; quando ascolto i primi versi “Ally come stai? Mi hanno detto che ti muove lentamente…” mi viene un brivido dietro la schiena. Dovreste sentirla, dovreste vedermi…
Ma ritornando ai Dilaila, devo dire che io li seguo da parecchio. Il loro precedente cd, Musica per Robot, mi era già piaciuto un sacco. C’era un uso intelligente dell’elettronica, cioè senza strafare, dei testi curati, con ossessioni novecentesche sulla psiche, dei rimandi ai Radiohead con una grande voce di donna. In questi giorni l’ho ripassato molte volte in auto. Andare al lavoro è stato più leggero del solito. Il nuovo cd invece, dopo i primi esaltanti ascolti, l’ho lasciato da parte e ripreso solo ora, in sottofondo. Il fascino è rimasto intatto. Se avessi un’etichetta non me lo lascerei sfuggire. Credete a me. Credete a questi occhi. Occhi che parlano. E allora lasciamoli parlare. Ci siete Dilaila? Uno, due, tre …sei?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/musicaperrobot
Ma ritornando ai Dilaila, devo dire che io li seguo da parecchio. Il loro precedente cd, Musica per Robot, mi era già piaciuto un sacco. C’era un uso intelligente dell’elettronica, cioè senza strafare, dei testi curati, con ossessioni novecentesche sulla psiche, dei rimandi ai Radiohead con una grande voce di donna. In questi giorni l’ho ripassato molte volte in auto. Andare al lavoro è stato più leggero del solito. Il nuovo cd invece, dopo i primi esaltanti ascolti, l’ho lasciato da parte e ripreso solo ora, in sottofondo. Il fascino è rimasto intatto. Se avessi un’etichetta non me lo lascerei sfuggire. Credete a me. Credete a questi occhi. Occhi che parlano. E allora lasciamoli parlare. Ci siete Dilaila? Uno, due, tre …sei?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/musicaperrobot
eccomi!
RispondiEliminaCiao Dilaila, siete pronti?
RispondiEliminasolo 8 minuti di ritardo, per essere una donna non è neanche male...
RispondiElimina...è la suspence prima dell'intervista. Una bella entrata in scena da star...
RispondiEliminascusa Ciotti sono Ameri... ;P
RispondiEliminaCiao Enver, che bella sorpresa...
RispondiEliminabzz bzz sento un ronzio... ciao Enver! ciao Ally!
RispondiEliminasto poco perché sono in fase di scrittura pesa poi devo uscire, ma mi ricollego da un'altra parte... solo per confermare e amplificare il tuo post. Saluto la più bella voce femminile della musica italiana, non solo di quella indipendente
RispondiElimina...già, non solo. Belli questi collegamenti volanti. Allora parto con la prima?
RispondiEliminaparti parti. bel post lusinghiero, grazie.
RispondiEliminaChi sono i Dilaila?
RispondiEliminaEssenzialmente sono persone che da tanti anni quando si trovano nella stessa stanza a fare musica stanno bene. Questo è alla base di tutto, poi il resto viene di conseguenza.
RispondiEliminaSiamo in 6, gli stessi dal 1998: Paola (voce), Claudio (chitarra), Alessandro (chitarra), Luca (piano e tastiere), Simone (basso) e Riccardo (batteria). Abbiamo pubblicato 2 dischi (“Amore E Psiche” e “Musica Per Robot”) e siamo in procinto di mandare alle stampe il terzo.
RispondiEliminaLO sto ascoltando in sottofondo ...sono alla traccia numero 6. C'è un bel piano.
RispondiEliminaPerché questo nome? Dilaila...
RispondiEliminaaspetta devo fare mente locale su qual è la traccia numero 6 :)
RispondiEliminaIl dormiglione...
RispondiEliminaok ci sono...in realtà anche la tracklist non è definitiva e nemmeno i titoli dei brani lo sono. siamo già fuori fase di una domanda!
RispondiEliminaIl nome è stata una scelta abbastanza semplice (se non addirittura casuale) di molti anni fa. Mi piaceva il suono del nome anglosassone “Delilah”, che poi è la traduzione del nostro “Dalila”.
Ma scritto così mi diceva poco, puzzava di estremismo esterofilo e, diciamocelo, pochi da Bolzano a Palermo avrebbero azzeccato la pronuncia esatta. Perciò, in un guizzo autarchico, italianizzammo la grafia pur conservando quel suono che ci piaceva tanto. Potrei raccontarti che sono state le canzoni dei Queen o di Tom Jones a ispirarmi… o la figura mitica e simbolica della donna fatale che seduce Sansone e nel sonno gli taglia i capelli privandolo della sua forza smisurata… ma a costo di deluderti ti dirò che non è niente di tutto ciò :)
RispondiEliminaEvviva la sincerità... Effettivamente ha un bel suono, ed è suggestivo, musicale.
RispondiEliminaCome nasce una vostra canzone? Prima la musica o prima le parole?
RispondiEliminapossibile che in qualche intervista passata abbia raccontato qualcosa d'altro... ma la verità vera è questa: puro giudizio estetico sulla bellezza del suono di quel nome!
RispondiEliminaUhm, di solito prima la musica. Per lo più si tratta di qualcosa di già strutturato, non esattamente embrionale. L’autore del brano (di solito Claudio, oppure Luca) arriva in saletta con un’idea più o meno compiuta sulla quale poi ogni musicista lavora aggiungendo il suo contributo. La stesura del testo, di solito ad opera mia o di Claudio, avviene quasi sempre successivamente, anche se ogni brano ha una storia a sè e a volte capita che testo e musica nascano insieme – però finora non è mai capitato che il processo creativo si invertisse completamente.
RispondiEliminaNe consoco di band che s'inventano significati del loro nome dopo averlo deciso...
RispondiEliminaanch'io, ma non farò nomi.
RispondiEliminaGià, manteniamo il segreto.
RispondiEliminaCome sono nate le canzoni del cd che state preparando?
RispondiEliminanoi per esempio ci inventiamo il significato di un disco dopo che il disco è già finito :)
RispondiElimina*cough, cough*
RispondiEliminaAiuto un òrso!
RispondiEliminasssshhhhhh! zitto tu!
RispondiEliminaNella palude...
RispondiEliminadichiaro aperta la stagione della caccia!
RispondiEliminaL'ho già visto da queste parti. Ciao òrso, è una serata piena di sorprese.
RispondiEliminaDove eravamo rimasti?... sì, come sono nate le canzoni del cd che state preparando?
RispondiEliminagiusto bravo torniamo all'intervista eheh!
RispondiEliminaAlcune canzoni sono nate nella fase immediatamente successiva all’uscita di “Musica Per Robot” (e risentono quindi delle atmosfere di quel disco), ma la maggior parte è stata scritta durante un lungo periodo in cui si sono intrecciate crisi personali e di identità di gruppo.
Sembrerà un cliché del r’n’r, ma possiamo dire che questo nuovo disco scaturisce da un travaglio J. In questo periodo, liberi da impegni promozionali, abbiamo affrontato di petto la necessità di trovare un linguaggio che superasse quello di "Musica Per Robot”, ma che ci riflettesse e soddisfacesse pienamente così come quel disco aveva fatto in precedenza.
RispondiEliminaInfatti si parla di una terza fase per voi… Ci sono differenze, sul piano della scrittura, dalle canzoni di “Musica Per Robot” e le nuove canzoni?
RispondiEliminapoom!
RispondiEliminain fondo si tratta sempre di musica pop declinata magari in modo diversi nel corso degli anni.
RispondiElimina“Musica Per Robot” era un disco dalle atmosfere psichedeliche, dall’atteggiamento anglosassone. La mia voce faceva suono insieme al resto. Le nuove canzoni invece hanno nostalgia della bella musica italiana. La forma-canzone è quasi sempre molto riconoscibile, la voce è in primo piano per dare più visibilità ai testi, gli strati di chitarre hanno lasciato più spazio ai ricami del piano. Se non fossimo una band si potrebbe dire che abbiamo un approccio più cantautorale.
Anche gli immaginari creati dai testi sono cambiati. Certo, il pessimismo di fondo che ci contraddistingue anche come persone è rimasto, ma mentre in “Musica Per Robot” era il senso di alienazione il filo rosso che legava i pezzi l’uno all’altro (suggerendo quasi automaticamente arrangiamenti psichedelici ed eterei), in questo nuovo disco aleggia un’atmosfera decadente, come se su ogni canzone gravasse il peso di qualcosa di definitivamente perduto, quindi si sente anche una maggiore fisicità.
RispondiEliminaSì, direi che concordo. Magari pure il cacciatore, che non so cosa abbia preso, concorda...
RispondiEliminaavrà preso una quaglia!
RispondiEliminaForse voleva farmi le scarpe...non penso volesse la pelle d'òrso (con questo caldo).
RispondiEliminaforse voleva farsi le scarpe di cocc... ehm... di alligatore.
RispondiEliminatemo una quaglia, sì. Beh io ho avuto la possibilità di ascoltare prima cinque brani, e ultimamente gli altri, e ho trovato conferma di notevoli qualità compositive oltre che di interpretazione. Dischi così sono rari e senza tempo, c'è Vinicio e c'è il beat, c'è Flavio Giurato e Cammariere... Per il resto, la sua autrice senza dubbio coglie il punto più di quanto possa farlo io...
RispondiEliminaAllora continuiamo ad interrogarla. Se hai qualche domanda, hunter, spara pure quando vuoi...
RispondiEliminaC’è una canzone che rappresenta meglio il Dilaila-sound?
RispondiEliminasì ma ti rispondo solo se mi punti una luce in faccia :D
RispondiEliminaVa bene, intervista alla "famolo strano"...ecco la luce.
RispondiEliminasono sempre stato negato con le interviste, checché se ne dica... (se ne dice qualcosa?). Leggo volentieri dove la vuoi portare, nell'attesa che la mia bici percorra il lungolaguna verso una stazione che costei conosce, dove magari in autunno troverà modo di esibirsi live. Ecco un'esperienza che mi manca dal vivo, organizzai il live dei Dilaila al Banale di Padova la scorsa primavera ma furono in edizione ridotta, ciononostante emerse un chiaro segno di cosa possono essere le nuove canzoni, adatte ad un pubblico adulto se non nostalgico, non immediate ma certo nemmeno astruse, costruite sull'aggiungere suggestioni, elementi, idee... l'unica questione che mi viene da far uscire ora è: se potessero, da chi si farebbero artisticamente produrre? c'è qualcuno in Italia e fuori che interpreta i suoni nella maniera ove vorrebbero indi(e)rizzarsi? domanda del menga, me ne rendo conto ;)
RispondiEliminaecco, così mi sento molto più a mio agio.
RispondiEliminaIl Dilaila-sound, come già abbiamo accennato prima, si è evoluto. Possiamo dire che per ogni fase attraversata ci sono dei brani che meglio la rappresentano. In questa ultima fase credo che una canzone come “Settembre” sia sintomatica del cambiamento che ti ho descritto, sia a livello di suono, che di scrittura, che di interpretazione, che di attenzione al testo. Ma poi ci sarebbero anche “Sapore Di Sangue” e “Pensiero”… ogni scarrafone… eheh.
No, no, domanda pertinente...ciao italian e.
RispondiEliminaCi vuoi anticipare qualcosa del nuovo disco? Come saprete io l’ho già ascoltato e mi ha subito conquistato. L’ho trovato di una forza totale, fin dal primo ascolto. “Ally” per esempio è grandissima; non lo dico per il titolo simpatico … ma tutte sono molto ispirate. “Pensiero”, “Sapore di sangue”, “Sto bene, sto male”…non so se i titoli sono rimasti quelli. Qualche curiosità sui pezzi che ho detto…su altri.
RispondiEliminaSapevo che quel titolo ti avrebbe fatto un certo effetto J.
RispondiEliminaIl testo di “Ally” ha una genesi piuttosto buffa, in effetti. Stanco di abbozzare le melodie dei nuovi brani in quel gramelot “finto inglese” (che fa tanto figo all’inizio, ma poi ti si abitua l’orecchio e sembra che il testo definitivo in italiano non “suoni” mai), per questo pezzo Claudio ha usato un “finto italiano”, buttando lì la frase: “Ally, come stai, mi hanno detto che ti muovi lentamente”. Mi colpì talmente tanto che decisi di costruirci attorno una storia, e così nacque “Ally”.
Personalmente ho “scavato” nella mia voce, trovando profondità e registri che forse non pensavo nemmeno di avere. Ho cercato nuove modalità espressive lavorando sul timbro, allontanandomi da certe derive filo-anglosassoni ed avvicinandomi invece a una vocalità più profonda e "teatrale" forse più tipica della tradizione italiana.
anche per me "Ally" e "Settembre", poi "Sapore di sangue", ma so che Paola ha un debole per "Il trono"... ;)
RispondiEliminaenver tu sei schizofrenico!
RispondiEliminaHa molte personalità....
RispondiEliminaperò ha ragione: "Il Trono" ogni volta mi spezza il cuore.
RispondiEliminae non espongo le peggiori, solo in privato ;)
RispondiEliminaContinuando ....Dove trovate l’ispirazione? A proposito di scrittura e ispirazione, mi ricordo quello che diceva Eddie Vedder: le idee migliori vengono nei momenti più inopportuni, quando non hai la possibilità di buttarle giù. Poi le dimentichi, e ti rimane il vago ricordo di una cosa grandissima....che rabbia. Mai capitato? Girate con un quadernetto o un registratore?
RispondiEliminaA me capita sempre. Sono assolutamente, completamente, inguaribilmente disordinata e pigra nella gestione dei testi che scrivo. La beffa è che le idee non mi vengono solo nei momenti inopportuni, ma anche in quelli opportuni, quando sono tranquilla e mi basterebbe allungare un mano per appuntare un pensiero e “fermarlo” per sempre. Ma mi dico “dopo lo scrivo”. Passano quei 5 minuti fatidici e PUF! l’idea è sparita, il quadernetto rimane immacolato. Così mi trovo a dover fare delle full immersion estenuanti (e spesso poco produttive) per portare a termine il lavoro. Solo durante i viaggi in treno riesco a superare questa pigrizia, a lasciar fluire le idee e a sporcare un po’ il quadernetto.
RispondiEliminaClaudio, autore della maggior parte delle musiche, è certamente più metodico e organizzato, ma ha anche il vantaggio di vivere proprio sopra alla nostra sala-studio, per cui gli basta aprire una porta e registrare al volo quello che gli passa per la testa.
Che rapporto hai con Internet da utente? Mi sembra che te la cavi molto bene ...
RispondiElimina"Pianzè butei che la mama ve daga i schei": sono costretto ad abbandonarvi. Se riesco vi leggo da Chioggialab, altrimenti recupero domattina e vi linko un po' qua un po' là :)
RispondiEliminaGrazie alligatore, baci Paola
Grazie a te Enver. A dopo... o a domani.
RispondiEliminaciao Enver, buona serata e grazie delle simpatiche interferenze.
RispondiEliminatornando alla domanda su internet... Siamo tutti utenti abbastanza assidui ma senza grosse dipendenze. Nel mio caso specifico, dato che due anni e mezzo fa mi sono trasferita dalla provincia di Milano a Padova, la rete mi è servita soprattutto a mantenere i contatti con tutte quelle persone che per forza di cose avrei visto meno frequentemente.
… e da musicanti?
RispondiEliminaAnche in questo senso la rete è stata provvidenziale. Oltre a vivere in città diverse, i Dilala sono persone con diversi impegni, lavorativi e non. Questo limita la frequenza con cui riusciamo a vederci tutti insieme. Perciò usiamo giornalmente la posta elettronica per discutere dei nostri progetti ognuno dalla propria casa o dall’ufficio, lasciando invece alla musica suonata quasi tutti i momenti “plenari” in saletta.
RispondiEliminain 6 bisogna cercare di razionalizzare :P
RispondiEliminaPoi in città diverse, con gli impegni di tutti i giorni ...
RispondiEliminaè un vero macello. Però sono sacrifici e fatiche che facciamo volentieri.
RispondiEliminaInternet lo usate tanto per comunicare, quindi, ma dei social network cosa mi dici… il tanto citato myspace, per esempio? Ti sembra una cosa buona o solo una vetrinetta? Superato da Facebook?
RispondiEliminaSia Myspace che Facebook mi sembrano potenzialmente degli ottimi strumenti, spesso male utilizzati. Credo che per gli artisti siano entrambi un buon modo di proporre i loro progetti… in fondo è questa la funzione dei social forum che a me e ai Dilaila interessa. Se vogliamo entrare nel dettaglio ho l’impressione che Myspace sia più focalizzato sul mondo musicale, ma forse dispersivo perchè poco selettivo. FB ti permette di “scegliere” più accuratamente i tuoi contatti, ma poi rimani incastrato lì in mezzo. Il pericolo è in entrambi i casi quello di concedere loro troppo del nostro tempo, fino ad arrivare a sprecarlo.
RispondiEliminaGià, questo è un loro "limite", ma c'è anche di peggio. Per esempio, classica domanda del blog, cosa ne pensi di quello che ha scritto Aldo Nove su Facebook? “…su FB non si pensa. Su FB non si inventa. Su FB si fa esattamente quello che sotterraneamente ti viene detto di fare, nell’illusione che sia tu a sceglierlo.” Insomma, una democrazia assoluta “di facciata”. Perfetta metafora della società attuale, aggiungo io …
RispondiEliminaSarebbe un discorso da laurea in sociologia (e figurati se qualche stronzo non ci ha già pensato J). FB ti somministra tutto già cotto e masticato, se vuoi. Poi tu ci appicichi il tuo nome e la tua foto e credi di avere in mano un tassello della tua “identità”. Credo che il grosso degli utenti di FB lo interpreti in questo modo oppure come modo per evadere dal lavoro in ufficio. In pochi sanno uscire dal solco già scavato.
RispondiEliminaAllora torniamo al reale...
RispondiEliminapoi FB è un enorme e deleterio propulsore di aberrazioni linguistiche, e questo non lo sopporto.
RispondiEliminaTroniamo al reale: venite da Milano (almeno come base di partenza), un tempo la capitale morale d’Italia, dicevano. Un tempo, si diceva, l’unica metropoli italiana. Paroloni? È più facile fare l’artista a Milano rispetto ad un'altra città italiana?
RispondiEliminaCaspita, ci abbiamo quasi scritto un intero disco su Milano. E’ la città dell’alienazione, della gente tutta uguale, degli aperitivi, dei locali in cui devi andare se no sei uno sfigato, delle persone che devi conoscere, della musica che devi ascoltare. Anche questo mi ha indotto a scappare. E il mondo della musica non si sottrae a queste regole. La proposta musicale è enorme, varia e per lo più valida a Milano, ma assolutamente sproporzionata rispetto agli spazi angusti attraverso i quali bisogna cercare di passare. Una specie di effetto “collo di bottiglia”…
RispondiEliminaSì, i musicanti che ho sentito, provenienti dalla tua città, hanno sempre buttato fuori una buona dose di "veleno" proveniente dal loro ventre, dalla loro città.
RispondiEliminaA proposito, hai/avete contatti con altri musicanti della tua/vostra città? Di altre ...
RispondiEliminasiamo come le piante, in fondo. la salute dei nostri frutti dipende da quello che le nostre radici succhiano.
RispondiEliminaSì, anche se non facciamo parte di nessuna “scena” vera e propria. I Dilaila sono sempre stati un’entità piuttosto a sè stante, nel bene e nel male. Ora il mio trasferimento a Padova ha aperto nuove porte e creato nuovi contatti anche nel nord-est.
RispondiEliminaGli Afterhours, tornando a Milano, vanno a Sanremo e poi fanno un cd con molti nomi dell’underground. Qualche grosso giornale scopre l’acqua calda, il sottobosco indipendente. Wow! Dove sono stati in questi ultimi quindici/venti anni? Cosa ne pensi di tutto questo?
RispondiEliminaI giornali non hanno tutte le colpe. Il mondo cosiddetto “indie” (sulla definizione del quale ci sarebbe da scrivere un trattato, senza poi giungere ad alcun risultato) ha peccato di snobismo, si era chiuso in sè. Gli After hanno il merito di avere aperto alla gente la finestra su quella realtà. Ma in fondo negli ultimi anni le carte fra mondo indie e major si sono così tanto mescolate che forse è inutile stare ancora qui a fare distinzioni.
RispondiEliminaEffettivamente è vero, dal Consorzio suonatori indipendenti in poi è tutto un mescolare e rimescolare, forse privo di senso...
RispondiEliminaBeatles o Rolling Stones? Se le mie fonti non sbagliano, Paola, tu sei nata lo stesso giorno di John Lennon (di molti anni dopo).
RispondiEliminasoprattutto non è più possibile assegnare al mondo indie e al mondo major delle connotazioni musicali precise, mentre fino a qualche tempo fa la distinzione era anche "di genere". Oggi i migliori rampolli del cosiddetto mondo indie potrebbero andare a Sanremo domattina, per quel che mi riguarda.
RispondiEliminaBeatles, senza nemmeno pensarci. Le loro canzoni hanno una quantità di livelli di lettura da fare spavento alla Commedia dantesca. Hanno tutto, il colto e il popolare, il basso e l'alto.
RispondiElimina9 ottobre. Dello stesso anno, ma li porto benino.
RispondiEliminaComplimenti.
RispondiEliminaNel '78 ci siamo anche scambiati gli auguri di compleanno via sms... ops!
RispondiEliminaBelli questi viaggi nel tempo. Quindi, non ti chiedo, Lennon o Mc?
RispondiEliminasì, chiedimelo, perchè la risposta non è scontata.
RispondiEliminaLennon o McCartney?
RispondiEliminaPaul, Paul e ancora Paul. John in fondo, compensati da un enorme talento e da una gran faccia da schiaffi, aveva dei grossi limiti. Paul è più completo, eclettico e musicalmente preparato. Non me ne vogliano i sostenitori di Lennon...
RispondiEliminaVa bene, ti perdono.
RispondiEliminaclap.
RispondiEliminaè uscito dal letargo! sparate! :P
RispondiEliminaSono circondato da paulisti...
RispondiEliminasembra una marca di caffè...
RispondiEliminaA proposito di nomi, il titolo dell’album, l’abbiamo trovato?
RispondiElimina...mistero!
RispondiEliminabandirei un concorso. Alla luce delle cose dette nell'intervista chi propone il miglior titolo vince una copia del disco.
RispondiEliminaInteressante e creativo. Vediamo cosa viene fuori...
RispondiEliminaLa penultima: perché fai musica? Per liberarti dai demoni interiori? Per essere amata? Perché ti piace? Perché sei nata il 9 ottobre?...
RispondiEliminain uno scritto di qualche anno fa mi ero quasi convinta che fosse la mia data di nascita ad aver influenzato il mio percorso. Ma ora lo so: sono i demoni a guidarmi. Giro sempre col numero dell'esorcista nel cellulare. Non si sa mai.
RispondiEliminaA parte gli scherzi, credo che si tratti un po' di tutte le cose che hai detto. Esibizionismo, bisogno d'amore, edonismo, catarsi. Bisogno di piacersi.
Comprendo, comprendo. Pensa che il mio stesso giorno è nato, oltre al buon Jack, pure D'Annunzio e Mattia Pascal (quello di Pirandello). Ma torniamo a noi, torniamo ai Dilaila.
RispondiEliminaUna domanda a piacere, una risposta e poi tutti a nanna...
RispondiEliminauhmmmmm... vediamo...
RispondiEliminadomanda: qual è il prossimo concerto che vedrai?
RispondiEliminarisposta: Afterhours. Può bastare?
RispondiEliminaPensavo un altro... ma può bastare. Che ne dici?
RispondiEliminadico che l'ideale sarebbero stati i Blur in formazione originale a Hide Park, ma tant'è...
RispondiEliminaBuona notte Ally e buona notte anche a tutti gli animali, vegetali, minerali, cacciatori e ambasciatori che ci sono venuti a trovare stasera.
Ciao!
Ciao e grazie Dilaila… grazie eun saluto ad enver e alle sue personalità multiple, all’òrso, che spero stia bene e non sia stato colpito da qualche fucilata. Buonanotte e buona fortuna.
RispondiEliminaUna notte perfetta.
Ciao Ally! Mannaggia ieri non ero a casa... uffa! E c'era pure Enver: siamo compagni di merende a base di cioccolato =)
RispondiEliminaBaci e abbracci
Avete organizzato una cosa bellissima, peccato non esser stato presente.
RispondiEliminaBella cosa e belle le canzoni dei Dilaila. Spero esca presto il loro cd.
RispondiEliminaM....
@Pecorella Scompiglio
RispondiEliminaCosì impari ad andare con il gregge e star lontana dalla palude... non sapevo di questa passione per il cioccolato di Enver. Spero sia equo e solidale.
@Manina Effe
Benvenuto MF e grazie. Mi fai venire in mente una frase di Truffaut, ma la citazione non l'ha ricordo perfettamente e allora la lascio cadere. Torna...
@Anonimo M....
Grazie... e sul myspace ci sono solo alcune canzoni del nuovo album, dovresti sentire le altre (a partire da "Ally").
Che bei occhi...
RispondiElimina@Vale
RispondiElimina... e dovresti sentirli cantare.
@LaMentePersa
Hai ragione da vendere, un bel video sulle catastrofi future (o anche presenti, visto come va ...). Mi hai dato un'idea.