È un film importante, attesissimo e non delude le attese (anzi, due film che non deludono le attese). A dirigerli Steven Soderbergh, cineasta con un’idea di cinema indipendente in testa, perfezionista, a tratti freddo, perfetto per questa pellicola su uno dei miti più importanti del Novecento. Chi meglio di lui sarebbe riuscito a realizzare il film sul Che senza farne un santino o denigrarlo, ma facendo semplicemente cinema? E pure Benicio Del Toro appare l’interprete ideale: non gigioneggia (a differenza dell’interprete di Fidel, ma forse era inevitabile), ha una certa somiglianza con il Che, inseguiva il progetto da alcuni anni.
Che-L'argentino, cioè la prima pellicola, quella sulla vittoria della Revoluciòn, è un film molto europeo, con salti cronologici da far paura; Soderbergh se ne fotte altamente dello svolgimento lineare, grazie alle sue capacità tecniche da sempre apprezzate. All’avanzare della guerriglia nella Sierra Maestra fino alla vittoriosa conclusione (il nucleo centrale del film, a colori, con il verde a dominare la scena), vengono inseriti momenti del discorso del Che alle Nazioni Unite nel 1964 (in un bianco e nero da doc storico), e momenti ancora precedenti, come l'incontro tra Che Guevara e Fidel Castro in Messico nel 1955. Questi salti di tempo danno alla pellicola un buon ritmo e nell’economia del film il tutto risulta perfetto.
Che-Il guerrigliero, sul fallimentare tentativo di esportare la Revolucòn in Bolivia, ha invece un andamento più lineare, più da film “tradizionale” con un inizio, uno svolgimento, una fine. Una fine che già conosciamo (come del resto il film n.1), ma non per questo meno interessante. Sembra una parabola inversa alla precedente. Mentre nel primo film tutto (o quasi), procedeva per il verso giusto, qui tutto va storto: non c’è simpatia da parte della popolazione per i rivoluzionari, l’esercito non si unisce a loro, ci sono delle incomprensioni tra i militanti, il territorio è ostile, vengono presi facilmente i simpatizzanti…c’è solo il Che.
Soderbergh però, anche qui costruisce con precisione chirurgica un’epoca e un personaggio che ha fatto epoca. Sembra proprio di sentire, di respirare, quel periodo storico ahimé lontano, con quei personaggi storici, quel modo di parlare, quel modo di credere, quando tutto aveva un significato preciso a partire proprio dalle parole: intellettuali, rivoluzionari, comunisti, anticomunisti, reazionari, rivoluzione, colpo di stato, dittatura … quando le parole erano importanti.
Per me sono state due visioni coinvolgenti: mi sono smarrito nel film per ritrovarmi in un'altra realtà. È questo che il cinema dovrebbe darci. Sì, due film coinvolgenti e alla loro maniera commoventi. Uscito dalla sala cinematografica mi pareva di provenire da un altro mondo. Poi, piano piano, mi sono riadattato, sono tornato alla piattezza dei nostri giorni. Giusta la divisione in due parti. Sbagliata l’uscita un anno dopo (era a Cannes 2008, dove Del Toro ha ricevuto lo strameritato premio come miglior attore …). Ripescatelo in questa stagione calda. Sarà ancora più coinvolgente.
VAI AL DISTRIUBUTORE DEL FILM http://www.bimfilm.com/
Che-L'argentino, cioè la prima pellicola, quella sulla vittoria della Revoluciòn, è un film molto europeo, con salti cronologici da far paura; Soderbergh se ne fotte altamente dello svolgimento lineare, grazie alle sue capacità tecniche da sempre apprezzate. All’avanzare della guerriglia nella Sierra Maestra fino alla vittoriosa conclusione (il nucleo centrale del film, a colori, con il verde a dominare la scena), vengono inseriti momenti del discorso del Che alle Nazioni Unite nel 1964 (in un bianco e nero da doc storico), e momenti ancora precedenti, come l'incontro tra Che Guevara e Fidel Castro in Messico nel 1955. Questi salti di tempo danno alla pellicola un buon ritmo e nell’economia del film il tutto risulta perfetto.
Che-Il guerrigliero, sul fallimentare tentativo di esportare la Revolucòn in Bolivia, ha invece un andamento più lineare, più da film “tradizionale” con un inizio, uno svolgimento, una fine. Una fine che già conosciamo (come del resto il film n.1), ma non per questo meno interessante. Sembra una parabola inversa alla precedente. Mentre nel primo film tutto (o quasi), procedeva per il verso giusto, qui tutto va storto: non c’è simpatia da parte della popolazione per i rivoluzionari, l’esercito non si unisce a loro, ci sono delle incomprensioni tra i militanti, il territorio è ostile, vengono presi facilmente i simpatizzanti…c’è solo il Che.
Soderbergh però, anche qui costruisce con precisione chirurgica un’epoca e un personaggio che ha fatto epoca. Sembra proprio di sentire, di respirare, quel periodo storico ahimé lontano, con quei personaggi storici, quel modo di parlare, quel modo di credere, quando tutto aveva un significato preciso a partire proprio dalle parole: intellettuali, rivoluzionari, comunisti, anticomunisti, reazionari, rivoluzione, colpo di stato, dittatura … quando le parole erano importanti.
Per me sono state due visioni coinvolgenti: mi sono smarrito nel film per ritrovarmi in un'altra realtà. È questo che il cinema dovrebbe darci. Sì, due film coinvolgenti e alla loro maniera commoventi. Uscito dalla sala cinematografica mi pareva di provenire da un altro mondo. Poi, piano piano, mi sono riadattato, sono tornato alla piattezza dei nostri giorni. Giusta la divisione in due parti. Sbagliata l’uscita un anno dopo (era a Cannes 2008, dove Del Toro ha ricevuto lo strameritato premio come miglior attore …). Ripescatelo in questa stagione calda. Sarà ancora più coinvolgente.
VAI AL DISTRIUBUTORE DEL FILM http://www.bimfilm.com/
Ho visto "I diari della motocicletta" e ho molto gradito.Questo "Che" non mi ispira molto,ma chiaramente è solo un pregiudizio.Credo che presto verificherò quanto fondato. :)
RispondiEliminaMolto più Cinema de "I diari della motocicletta".
RispondiEliminaquel tuo non delude mi rincuora, temevo un po' la retorica. un bacio.
RispondiEliminaSì, dici bene cara Manu, il film di Soderbergh è lontano lontanissimo dalla retorica. Coinvolge e ti aspira dentro, quasi come quel vecchio film di Woody Allen, "La rosa purpurea del Cairo". Racconta la Storia (e la senti), racconta un Personaggio Storico (e lo senti), ma lo fa facendo del cinema. Questo è quello che doveva fare.
RispondiEliminaSono d'accrodo con te Alligatore. Due grandissimi film da Steven Soderbergh, cinesasta perfetto per il Che.
RispondiEliminaCerto Anonimo veneziano. Non riesco ad immaginarmi un altro regista per questi due film.
RispondiElimina@LaMentePersa
RispondiEliminaDovrò venire a vedere che succede dalle tue parti...
Per quanto riguarda il film, certo, lo ribadisco, Soderbergh è un grande, fin dai tempi dell'esordio "Sesso, bugie e videotape", che vidi appena raggiunta la maggior età (perchè vietarlo poi? non l'ho mai capito). Sì, all'arena estiva Del Toro uscirà dallo schermo e ti porterà via. Ti prende, ti prende, vedrai...
Ciao Alligatore, avevo qualche dubbio ma me lo hai fugato.
RispondiEliminagrazie e a presto.
Luka
Finalmente riesco a trovare un attimo! Gli esami si avvicinano e la segreteria della mia Università, tanto per cambiare, mi dà filo da torcere...Odio la burocrazia!
RispondiEliminaScleri a parte, la tua ineccepibile recensione mette in luce aspetti del film che io avevo trascurato anche se rimane il fatto che la mia prima impressione non è stata delle migliori...
Cercherò di guardare "Che-Il guerrigliero" con occhi diversi ;)
Ti auguro una buona serata, a presto!
@Luka
RispondiEliminaSpero siano dubbi importanti...
@Silvia
Grazie per le belle parole e in bocca al lupo per gli esami.
Quanto al film, spero che non ti addormenti anche a "Che-Il guerrigliero" ...al limite, sogna un bel film. Del resto, cosa sono i film, se non dei sogni?
...mi pareva venire da un altro mondo...
RispondiEliminaanche a me capita con Soderbergh...
Sì, il geniale cineasta ha sempre dato questa impressione, fin dagli esordi ... poi con una Storia così, di un altro mondo possibile, l'impressione è doppia ;)
RispondiElimina